Fardelli, il fattore Scalia ed il gioco di Zingaretti nell’ombra

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

 

Alla fine ha vinto Francesco Scalia. E’ lui ad avere disegnato le strategie che hanno portato Marino Fardelli a ritirare la candidatura ed allearsi con il sindaco uscente di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone. E’ stato decisivo il suo incontro con il patriarca Cesare Fardelli (leggi qui il precedente). Sul campo hanno operato il deputato Nazzareno Pilozzi ed il presidente del Partito Domenico Alfieri, incontrando più volte Fardelli di sera in città.

Fardelli aveva iniziato a telefonare ai suoi candidati già alle 9 del mattino annunciando che c’era la concreta possibilità di un suo passo indietro. A tutti ha chiesto di sostenere Petrarcone. Lascia il campo. Nessun ticket. Nella giornata di domani, insieme al sindaco rivolgerà un appello al vice presidente del Cosilam Francesco Mosillo affinché pure lui ritiri la candidatura unificando così il centrosinistra.

Mosillo risponderà picche. E dirà che “Due debolezze non fanno una forza” (Copyright Massimiliano Mignanelli) e pure che “Non saranno le manovre di palazzo a decidere chi sarà sindaco di Cassino”. Alle sue spalle ci sono il consigliere regionale Mauro Buschini e l’ex eurodeputato Francesco De Angelis. Che non sono riusciti a chiudere l’operazione con Fardelli. In silenzio, a fari spenti, pure loro avevano intessuto strategie e percorsi che avrebbero potuto portare ad un’alleanza con Fardelli.

Ma ci sono stati due fattori contro i quali non è stato possibile intervenire: il primo è il rapporto antico tra Cesare Fardelli e Francesco Scalia, riallacciato un paio di settimane fa dopo due anni di silenzi; troppi legami, troppi intrecci, troppa storia ad unire la vecchia e la giovane volpe democristiane. Due anni di attriti sono stati superati con un abbraccio ed una stretta di mano prima di un funerale celebrato a Caira per una nipote di zio Cesare.

Il secondo fattore si chiama Nicola Zingaretti. Nessuno troverà una sua impronta digitale nell’intera operazione. Ma da quando il governatore ha deciso che si candiderà per il secondo mandato alla guida del Lazio ha ripreso a manovrare la politica con quella competenza e quell’abilità che aveva già mostrato negli anni in cui fu segretario regionale dei Ds.

Sarà Nicola Zingaretti – sempre senza lasciare tracce – a tentare di evitare che a Cassino ci sia ancora una volta uno scontro, seppure a distanza, tra Francesco Scalia (e il suo candidato) e Francesco De Angelis (con il suo sfidante).