FdI vuole imparare a nuotare: la guerra di Acqualatina

Cosa c'è dietro alla guerra per il controllo di Acqualatina. Le grandi manovre. L'assalto di FdI per espugnare il fortino di Forza Italia. E perché è così importante

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Si chiama Acqualatina ed è una cosa del tutto diversa da AceaAto5. Differente perché il modello di gestione dell’acqua in provincia di Latina nulla ha in comune con quello scelto anni fa dalla provincia di Frosinone. In Ciociaria i sindaci decisero di affidare tutto al gestore e misero a gara il servizio: se lo aggiudicò la multiutility Acea con la sua controllata AceaAto5. Invece nel Pontino i sindaci decisero di fare una società chiamata Aqualatina e di fare a mezzo con un privato (51% ai Comuni, 49% al socio): anche lì venne individuato con una gara, vinta dai francesi di Veolià che da dieci mesi hanno venduto ad Italgas.

Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

Strutturata così, Acqualatina è uno strumento di potere enorme. Per fare un parallelo: l’assemblea dei sindaci ciociari si riunisce e discute; ma alla fine decide niente. L’assemblea dei sindaci pontini si riunisce ed amministra, conta, ordina, dispone: perché i Comuni sono proprietari anche se la gestione operativa è demandata al socio.

Acqualatina conta dannatamente nei pesi politici. Anni fa, il già allora potentissimo Claudio Fazzone non digerì un raid andato a segno ad opera degli ‘alleati’ Alleanza Nazionale ed Udc contro la sua Forza Italia. Scatenò la rappresaglia: fece cascare le amministrazioni comunali di Latina e Terracina.

Fatta questa premessa si capisce perché l’assemblea che si riunisce lunedì a Latina è dannatamente importante: deciderà la nuova governance di Acqualatina. E ancora una volta Claudio Fazzone intende difendere il fortino con la baionetta tra i denti. Mentre Fratelli d’Italia ha deciso di provare ad imparare a nuotare.

Il fortino espugnabile

Gerardo Stefanelli

Ci vuole provare perché i numeri dicono che il fortino è contendibile. Soprattutto perché c’è una crepa nel sistema di potere costruito dal senatore Fazzone. Un sistema di equilibri che passa per la Provincia ed ha uno dei punti d’appoggio in Gerardo Stefanelli. È il sindaco di Minturno ma soprattutto è il presidente della Provincia di Latina. Che è stato eletto – dicono i numeri – con un accordo trasversale grazie al quale Fazzone è il socio di maggioranza, mentre Lega e FdI sono rimaste a contare. Oggi però ci sono due novità importanti: il quadro è cambiato rispetto al giorno dell’elezione di Stefanelli, un po’ di amministrazioni sono cambiate e Fratelli d’Italia può tentare il putsch.

Il secondo elemento è la dichiarazione fatta nei giorni scorsi da Gerardo Stefanelli. Ha detto che è importante sviluppare un rapporto più solido tra il Gestore del Sistema Idrico Integrato e i Sindaci dell’Ato 4. Fuffa. È un segnale: con il quale dire che nella nuova governance vuole dire anche lui la sua e non intende dare delega piena e totale a Fazzone. Il che ribadisce i segnali registrati negli ultimi mesi: la simbiosi Stefanelli – Fazzone è più light.

Il caposaldo strategico

Lanfranco Principi

In questo scenario, il caposaldo strategico è il Comune di Comune di Aprilia. Il sindaco Lanfranco Principi è stato eletto da FdI e Lega ma nel frattempo Claudio Fazzone ha saputo costruire un dialogo concreto. I numeri dicono che Aprilia è un ago della bilancia: se si schiera con Fazzone allora Forza Italia ha i numeri per esprimere la governance. In caso contrario a fare cappotto sarà un altro Senatore: Nicola Calandrini il dominus di Fratelli d’Italia. Che può contare sui pesantissimi voti di Latina e Terracina. Anche se da soli non bastano per scalzare Forza Italia dal ponte di comando.

Una decina di giorni fa c’è stata la prima tappa di avvicinamento al voto. La conferenza dei sindaci ha nominato tre nuovi componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Egato 4. È l’ente di governo del servizio idrico in provincia di Latina. Sono stati eletti i sindaci di Aprilia (Lanfranco Principi), Terracina (Francesco Giannetti ) e Sabaudia (Alberto Mosca). Mosca fa riferimento a Forza Italia, Giannetti a Fratelli d’Italia. Principi?

L’iceberg Acqualatina

Il senatore Michele Forte, scomparso nel 2016

La politica a Latina si palesa con l’iceberg dell’evidenza amministrativa e si riduce a diventare “tappamento di buche“. Ma l’iceberg è più grande nell’invisibile: di sotto il mare. Oggi la battaglia politica è per il controllo dei centri in cui si decide e si gestisce: a Latina la rete di potere sta in Acqualatina, ABC (il gestore della raccolta dei rifiuti), Provincia, Parco del Circeo. E qui le maggioranze palesi divengono divergenze di fatto.

La destra di Fratelli d’Italia non si era accorta che il potere si esercita dove si è operativi, si era chiusa a Latina città in una visione latinocentrica. E invece il nodo era la Provincia. Lo sapeva bene Michele Forte che comandando in via Costa governava 33 comuni, lo ha imparato subito Claudio Fazzone che ha messo a regime questo modello.

In Provincia oggi esiste una maggioranza che ha nel “renziano” sindaco Gerardo Stefanelli il perno di un entende cordiale che va dal Pd a tutto, tranne la destra storica di cui sopra. Acqualatina permette di allargare l’ influenza anche oltre la provincia pontina classica con sconfinamenti nell’ area romana e ciociara. Giovanni Di Giorgi provo’, maldestramente, una presa di posizione su questo fronte rovinando come l’assalto italiano alla Francia nella Seconda Guerra Mondiale: arrivammo a Mentono e ci bombardarono Genova. Insomma non proprio un atto di alta strategia.

Ora? Fratelli d’Italia è un gigante elettorale: il voto per Acqualatina dirà se ha imparato a nuotare.