Frosinone è una provincia tranquilla, anche se…

I dati sulla sicurezza. Ma i numeri sono diversi dalla realtà. E soprattutto dalla percezione. I rischi per un territorio da sempre scelto per le money laundry. E per la permeabilità agli investimenti. Il contante che alimenta l'usura. I precedenti di Terza Corsia e Tav da non dimenticare

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il Ministero dell’Interno nei giorni scorsi ha comunicato i dati sull’Indice della criminalità 2023. Ed in quotidiano economico Il Sole 24 ore ne ha elaborato il suo report: la graduatoria su base provinciale che ogni anno permette di scoprire quali sono le province più e meno sicure. Un dato che contribuisce alla storica indagine della Qualità della vita del ‘Sole 24 Ore’ in uscita a fine anno. 

Nei giorni scorsi i quotidiani ne hanno dato notizia. Anche su scala locale. Mancava una considerazione. I numeri sono una cosa, la realtà non coincide con i numeri, la sicurezza percepita dai cittadini è un’altra cosa ancora. Che non può essere negata: altrimenti non ci sarebbe spiegazione alle centinaia di persone che, tanto al sud della provincia quanto al nord, trascorrono la notte a pattugliare le strade. Qualcuno con la doppietta nel bagagliaio e qualcun altro armato di cellulare per segnalare ai carabinieri eventuali macchine sconosciute in circolazione nel paese..

Il balzo indietro

Foto © Stefano Strani

Un altro dato non può essere negato. In questi anni i tagli hanno riguardato tanto il comparto Sicurezza, come la Sanità e l’Istruzione: sono la polpa del Paese. L’introduzione delle telecamere ha consentito di bilanciare solo in parte l’assenza di pattuglie sulle strade. Perché se al posto degli occhi degli occhi di carabinieri e poliziotti si possono sostituire occhi elettronici, non altrettanto si può dire per braccia e fiuto.

Tra poco si arriverà al punto di non ritorno. Perché stanno per andare in pensione le ondate di persone assunte trent’anni fa dopo la sfida lanciata allo Stato dalla mafia con gli attentati in Sicilia e non solo.

A parole, il Governo in carica assicura che li rimpiazzerà. Nel frattempo i numeri dicono che Milano si conferma maglia nera con quasi 7mila reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022 e denunce in crescita del 3,5% nel primo semestre 2023. Un dato fa impressione più di altri: nel capoluogo lombardo le rapine in pubblica via sono tornate ai livelli del 2007 con oltre 2.700 episodi denunciati in dodici mesi.

Effetto turismo

Foto © Canio Romaniello / Imagoeconomica

Ai vertici della speciale classifica anche Rimini e Roma che sale sulla prima volta sul poco lusinghiero podio della criminalità. Nella Capitale, in particolare, le denunce sono in crescita del 5% rispetto al 2019 e i furti con destrezza non raggiungevano certi livelli – oltre 26 mila nel 2022 – da diversi anni: dati simili si sono registrati solo tra il 2013 e il 2015. La top 10 della classifica è popolata da grandi città e mete turistiche: Bologna, Firenze e Torino occupano rispettivamente la quarta, quinta e sesta posizione, seguite da Imperia, Livorno Prato e Napoli. A incidere sul trend delle denunce sono anche le presenze temporanee o turistiche, che tuttavia non rientrano tra i residenti usati come parametro.

Dall’analisi per tipologia di reato si confermano primati negativi consolidati: nella provincia di Barletta-Andria-Trani si concentra il maggior numero di furti d’auto in rapporto alla popolazione. La Spezia spicca per reati legati agli stupefacenti. Novità di questa edizione sono, tra le altre, la più alta densità di violenze sessuali a Imperia – ”al top” anche nelle percosse e nella contraffazione – e la concentrazione di estorsioni a Livorno, che registra anche il numero più alto di furti di ciclomotori: 77,2 ogni 100mila abitanti. E ancora: Crotone strappa a Matera la maglia nera per incendi boschivi, mentre Brescia è prima a pari merito con Mantova nei delitti informatici.

E Frosinone?

Il comando provinciale dei carabinieri di Frosinone

La provincia di Frosinone si colloca al 96° posto assoluto su 106 prese in esame. registra 2.444 denunce ogni 100mila abitanti che equivalgono a 11.409 denunce totali. Registrando comunque un incremento di 325 denunce in più, rispetto all’anno precedente.

La Ciociaria si conferma un territorio abbastanza tranquillo, dal punto di vista della criminalità. Ci sono però delle valutazioni da fare, su alcune tipologie di reati, in relazione ai quali si posiziona la classifica della provincia di Frosinone.

Ad esempio, è al 86° posto per omicidi volontari consumati.  Al  36° per omicidi colposi; 25° per tentati omicidi; 104° per violenza sessuale; 29° per minacce; 75° percosse;  82° per furti;  91° per rapine; 86° per i reati legati agli stupefacenti ma sale al 53° per associazione per produzione o traffico di stupefacenti; al 37° riciclaggio e impiego di denaro;  50° per Usura.

Sono le ultime 3 tipologie di reati a dover far riflettere: la Ciociaria è sempre più terra di reinvestimento del denaro sporco ricavato dalla malavita. Qui ci sono lavatrici del denaro e ci sono attività ‘permeabili‘ nelle quali la malavita investe i suoi capitali cash. La disponibilità di contante alimenta l’usura che è tornata ai livelli del passato. La permeabilità è un allarme forte soprattutto in un periodo nel quale il Pnrr mette a disposizione tante opere da realizzare. E quindi capitali da investire, alimentando le casse del crimine.

Un fenomeno che da queste parti si era già visto. Con il passaggio della Terza Corsia autostradale ed i lavori per l’Alta Velocità, i grandi acquedotti ed elettrodotti. Tutte opere nelle quali le gang hanno messo il naso. Non con coppola e lupara ma con le loro operazioni finanziare, legate ai mezzi ed alle materie prime.

Come si posizionano le altre province del Lazio? Detto già di Roma al 3°, Latina è al 41° posto generale, Rieti all’80° e Viterbo al 54°.