La convocazione del primo Consiglio Comunale. I possibili scenari. I nomi dei papabili per una candidatura del centrodestra. Che passa obbligatoriamente per gli incroci delle Regionali. Ecco quali. E chi.
La prima seduta del Consiglio comunale di Latina nella nuova era di Damiano Coletta sarà convocata il 18 settembre. Quel giorno verranno inviate le comunicazioni: informando i destinatari che i lavori, l’insediamento, le verifiche si terranno il 28 settembre.
Ancora oggi la convocazione non è arrivata. I ben informati la danno come certa per domenica: è l’ultimo giorno utile.
Il primo cittadino prenderà quindi tutto il tempo concesso dal Testo Unico degli Enti Locali (il Tuel, la bibbia che disciplina la vita di Comuni e Province). In pratica: convocazione entro 10 giorni dalla proclamazione e svolgimento entro 10 giorni dalla convocazione.
In questo modo il sindaco progressista Damiano Coletta supererebbe così lo “scoglio” delle elezioni politiche del 25 settembre. Ed avrebbe anche tutto il tempo per affrontare i confronti richiesti al centrodestra che è larga maggioranza nella sua amministrazione. Paradossi di un’elezione avvenuta ad ottobre del 2021 e ripetuta in 22 sezioni all’inizio di questo mese: eleggendo un sindaco di un colore ed una maggioranza di colore opposto. (Leggi qui: La mossa di Coletta per costruire una maggioranza).
Nessuna intesa
Centrodestra che però continua ad affermare che non ci sono speranze di intesa. Anzi, conferma la sfiducia (Fratelli d’Italia e civica Latina nel Cuore) o le dimissioni immediate dopo la prima seduta (Lega).
Ma appare un centrodestra in cui le forze politiche sembrano fidarsi poco le une delle altre: sfiducia, ma vediamo chi ci starà. Con una ipotesi che prende sempre più piede: alcuni vorrebbero sfiduciare non subito ma dopo tre o quattro sedute, per dare il tempo alla coalizione di raggrupparsi nuovamente; e di affinare la mozione stessa di sfiducia. Sempre ammesso che sfiducia sia.
Un po’ perché Coletta sta comunque lavorando al suo tentativo di ricostruire l’intesa programmatica con alcuni settori del centrodestra, la stessa che gli ha consentito di tirare avanti un anno: dall’elezione del 2021 al voto bis di questo mese. Ed un po’ perché esiste sempre l’incognita da un lato del candidato sindaco avversario Vincenzo Zaccheo, dall’altra di Forza Italia.
Il primo, nonostante la sua lista Latina nel cuore (Lnc) parli a spron battuto di sfiducia, sa bene che lasciando lo scranno uscirebbe definitivamente di scena; il centrodestra non lo ricandiderebbe. Per gli azzurri, invece, è necessario prima trovare il futuro candidato sindaco per non ritrovarsi nella situazione di un anno fa. Quando i veti incrociati bruciarono i vari possibili candidati. Costringendo a convergere sull’usato garantito Vincenzo Zaccheo.
Ma chi candidare?
Uno, nessuno, centomila
Uno, nessuno e centomila: uno da trovare, nessuno di prima linea che voglia rischiare, e centomila che invece, si, aspirerebbero. Alla fine, un personaggio (il candidato sindaco) in cerca di autore (il centrodestra). Soprattutto nelle prime linee. Che guardano altrove.
Fratelli d’Italia, oggi come domani, intende far valere il suo peso di primo Partito del centrodestra. In Consiglio sarà il gruppo più numeroso, e nella prima parte di consiliatura ha espresso il presidente dell’assise, Raimondo Tiero, campione di preferenze, votato anche dal centrosinistra nel quadro degli accordi di allora di sostegno al programma (benché FdI fosse all’opposizione di quel programma). E che con la rinnovazione del voto nelle 22 sezioni è stato anche capace di aumentare ulteriormente le proprie preferenze.
In Consiglio comunale da molte consiliature, Tiero potrebbe aspirare al ruolo di candidato sindaco. Ma potrebbe essere fermato dalla possibile candidatura in Regione del fratello Enrico Tiero, oggi vice segretario regionale del Partito. Enrico e Raimondo Tiero sono uomini di intese e accordi, non stupisce che il primo sia stato capo di gabinetto di un presidente della Provincia del Pd, come Carlo Medici.
La tentazione di una donna
Ma FdI potrebbe voler puntare su una donna: Matilde Celentano, donna più votata del Consiglio.
Tutto dipenderà però dalla Regione: se, come si dice sempre più insistentemente, spetterà a FdI la candidatura di centrodestra per il governatore del Lazio, non potrà aspirare anche al candidato sindaco della seconda città del Lazio. Ruolo che potrebbe spettare quindi a Lega o FI.
Nella Lega, c’è il blocco Giovanna Miele – Massimiliano Carnevale, che da soli rappresentano peraltro la gran parte dei voti di un gruppo consiliare che, già ampio, con il trasloco da Latina nel cuore di Alessio Pagliari aumenta ancora di più.
Non è un mistero che la Miele, un anno fa, fosse uno dei nomi più altisonanti del centrodestra per la candidatura a sindaco di Latina. Poi bloccata dai veti incrociati. Per ricompensarla (o, come stanno facendo notare alcuni, promoveatur ut amoveatur), la Miele è ora candidata a un livello ben superiore, la Camera dei deputati. In una posizione però non facilmente eleggibile. Un modo per tenere in caldo il nome, aumentarne il peso in vista di una candidatura alle Comunali.
Incrocio con la Pisana
Ma nel Carroccio chi aspira è Massimiliano Carnevale. Non tanto per una candidatura a sindaco, ma soprattutto, si dice, per il Consiglio regionale.
Alla Pisana però c’è anche il capogruppo leghista uscente Angelo Tripodi, che i ben informati danno come non esattamente sulla stessa lunghezza d’onda con il duo Miele-Carnevale.
Forza Italia è il minore dei tre partiti del centrodestra a Latina. Negli anni ha perso smalto, come a livello nazionale, anche nel capoluogo pontino. Già consigliere comunale, già candidato sindaco nel 2016 con una candidatura di servizio, già candidato alla Camera cinque anni fa, oggi Alessandro Calvi di FI è il segretario provinciale. Ha riorganizzato il Partito, ha portato ora in aula tre consiglieri comunali, di cui due veterani come Mauro Anzalone e Giuseppe Coluzzi. Ed un volto nuovo come Roberta Dellapietà, sorella di Enrico, oggi al vertice dell’agenzia regionale per l’agricoltura.
Calvi ha condotto diverse candidature di servizio per il partito, e potrebbe incassare quella alla Pisana, soprattutto in caso non si ricandidi Pino Simeone. Difficilmente però la richiesta di FI, di un candidato prima della sfiducia, potrebbe essere soddisfatta in tempi brevi.
In mezzo a loro, Vincenzo Zaccheo, che vorrà ritagliarsi un suo ruolo nella scelta del futuro candidato. Tutte circostanze che potrebbero allontanare l’ipotesi di una sfiducia immediata.