Non c’è riuscito. Ci ha provato fino all’ultimo. Era il suo sogno ed ha tentato di realizzarlo. Ma si è dovuto arrendere. Alla fine Mauro Buschini si è dovuto accontentare: presidente della potentissima Commissione Bilancio della regione Lazio (quella dalla quale in altri tempi Franco Fiorito moderatamente prosperava) e pure membro della Commissione Sanità dalla quale potrà vendicarsi della detestata manager Asl Isabella Mastrobuono facendole le pulci e dicendole che non è preparata. Ma sono soddisfazioni di ripiego, piccole cose rispetto al vero obiettivo. In altre parole, una sconfitta. Mauro oggi voleva una cosa su tutte: il voto favorevole di Valentina Corrado, capogruppo del Movimento 5 Stelle.
Il giorno dell’amarezza inizia presto per l’onorevole Buschini. Arriva a via della Pisana per primo e scende dall’auto con il sorriso. Dentro di se spera ancora di farcela. E’ un punto d’orgoglio. Mauro Buschini attraversa i corridoi da semplice consigliere, perché dal 10 ottobre il suo incarico da presidente della strategica IV commissione è scaduto. Gli organi della Commissione si rinnovano alle ore 14. Le altre hanno già provveduto, l’ultima, la Bilancio, si rinnova lo stesso giorno in cui si riunisce il Consiglio.
Ma il deputato regionale di Alatri non pensa a quello. Lui da giorni ha un’ossessione. Che ha un nome, un cognome ed un incarico: Valentina Corrado Capogruppo M5S. E’ un chiodo fisso, il primo pensiero del mattino, il tormento nelle ore della giornata, il cruccio che non rivela nemmeno al fedelissimo collaboratore Riccardo Strambi che ormai è la sua ombra. Non sa come ottenere il suo consenso. Ci tiene. Perché stima molto il MoVimento, sa che è del tutto fuori dagli schemi della vecchia politica alla quale lui purtroppo appartiene: convincere un grillino a votarlo presidente, quello è il vero trionfo e la vera promozione sul campo, l’attestato sdi stima più vero per il lavoro svolto.
Buschini si presenta in abito blu elegantissimo addirittura indossa la cravatta, attraversa il corridoio con passo lento, anche se lascia trasparire un po’ di tensione. Cerca Valentina. Ma lei è insieme al suo Gruppo. All’usciere che gli dice ” Namo preside’ che è scontato” lui risponde “E’ sempre un’urna con le schede dentro“… Cosa ne può sapere un usciere che ha visto la prima e la seconda Repubblica, quanto può valere un voto 2.0
Più si avvicina il momento del voto e più il presidente scaduto e quasi rinnovato è in tensione. Si barrica nella sua stanza, a telefonare ancora una volta a tutti i membri della Commissione. A più di qualcuno chiede: “Ma Valentina…? ” I segnali sono tutti negativi. Buschini uscirà dal suo fortino solo alle 12.25 in compagnia di Strambi (ormai, quando Buschini ha la febbre, Strambi si mette a letto col termometro).
In aula il solito abbraccio con il professor Manzella, la battuta con il generale Favara. E’ questione di minuti, di secondi. E’ lì che l’orgoglio del mastino politico ernico prova l’affondo, lì dove altri non avevano osato: chiedere il consenso ai grillini. Fino all’inseguimento in corridoio a Valentina Corrado. Tranne che con i cioccolatini Perugina e la rosa tra i denti, Buschini le ha provate tutte per convincerla. Ma l’affondo non andrà in porto. Alle 14,20 si vota. Tra le battute di Storace, la presidenza di Leodori, Buschini è rieletto presidente con 12 voti e due bianche. Il presidente di Commissione più votato.
Ma a lui non interessa. Quel voto così compatto, testimonianza concreta della sua capacità nella mediazione politica, non gli interessa. Come non lo solletica nemmeno il fatto di essere entrato nella Commissione Sanità dalla quale sparerà con congnizione di causa contro Isabelita Mastrobuono ogni volta che lo vorrà.
Il fido Strambi si toglie il termometro e detta una dichiarazione alle agenzie di stampa: “Questa votazione rende prestigio e carica di responsabilità”.
Poi il ritorno in ufficio, ancora una volta con i galloni da presidente sulle spalle. Un pensiero al papà che non c’è più, una telefonata all’amico di sempre Francesco De Angelis.
Ma da Valentina nemmeno un voto.