Il percorso che può portare il Pd e Caperna insieme

Il Direttivo Pd questa sera decide la rotta da tenere per le Comunali di giugno. È seduta deliberativa. Ci sono le condizioni per un'alleanza intorno a Germano Caperna. Ma anche quelle per una coalizione alternativa. Ecco da cosa dipende

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Il via libera lo darà nelle prossime ore il Circolo del Partito Democratico: il Segretario Toni Pironi ha convocato il Direttivo per le ore 21 di questa sera. Non si faranno chiacchiere e se ci saranno avranno valore definitivo: la seduta è convocata in sede deliberativa. Significa che da quell’incontro si esce con un voto ed una decisione. Quella che traccerà la rotta Dem alle prossime elezioni Comunali di Veroli.

Non si preannuncia semplice. Il Partito ne è consapevole. È per questo che ha deciso di mandare a Veroli un peso massimo. Sarà presente come rappresentante della Federazione provinciale di Frosinone. Ma è il Numero 2 del Pd nel Lazio: a guidare quel dibattito ci sarà Francesco De Angelis.

La doppia rotta

Il Segretario Pd di Veroli, Toni Pironi

All’Ordine del Giorno c’è un punto soltanto. Toni Pironi ha previsto “la definizione della linea politica da adottare circa il perimetro elettorale ed i metodi di selezione del candidato sindaco”.

Ma come accade per tutti i conclavi, a precederlo ci sono delle sessioni informali che servono per semplificare il quadro e semplificare la scelta. A Veroli solo la settimana scorsa ce ne sono state almeno tre di queste riunioni preparatorie. Che hanno stabilito una serie di punti fissi sui quali stasera il Direttivo dovrà esprimersi.

Sono punti che conducono a due possibili approdi. Il primo. Il Pd potrebbe appoggiare l’elezione di Germano Caperna a sindaco di Veroli in presenza di determinate condizioni politiche. Il secondo. Il Pd potrebbe schierarsi in alternativa a Germano Caperna, mettendo in campo una coalizione analoga a quella che ha vinto le elezioni in Sardegna.

Dove sta il bivio e cosa può portare il Partito Democratico su uno o sull’altro punto di approdo? Prima va fatta una premessa. Germano Caperna è stato fin dall’inizio nel Partito, poi ha seguito Matteo Renzi in Italia Viva e ne è stato per un periodo il Coordinatore provinciale, ora sta al Regionale a Roma. Ha parlato a lungo la stessa lingua dei Dem, li ha rappresentati come Consigliere Provinciale, riesce tuttora a comprendere quel sistema politico ed ha con lui una innegabile capacità di dialogo. Anche per questo da molti veniva considerato l’erede naturale del sindaco uscente di Veroli Simone Cretaro.

Con Germano o contro Germano

Francesco De Angelis

Quali sono i punti che possono determinare il posizionamento del Pd a sostegno di Caperna o come alternativa a lui? Nelle sessioni informali della settimana scorsa Francesco De Angelis ha stabilito un primo punto di sintesi: il Pd intende partire dalla attuale coalizione di governo, allargata ad altre espressioni della città di Veroli. Il secondo punto: nessuno accordo tra il partito Democratico ed i Partiti del centrodestra.

Nelle settimane scorse però Germano Caperna ha avuto diversi incontri con gli esponenti del centrodestra cittadino e tutti o quasi sarebbero disposti ad appoggiarlo. La soluzione sta nel percorso che questa sera il Direttivo vorrà definire. Perché se Germano Caperna intenderà partire dalla coalizione della quale oggi è uno dei pilastri senza allargarla a Partiti del centrodestra, i Dem saranno al suo fianco.

E se invece di Partiti del centrodestra ci fossero formazioni civiche provenienti da quell’area? Tamquam non esset, i civici non sono né di centrosinistra né di centrodestra. Ma sono, appunto, civici. Quindi il problema politico non si porrebbe.

C’è poi la questione della visibilità per il Partito Democratico. Che fino ad ora ha dovuto incassare una serie di No. Nei mesi scorsi aveva proposto le Primarie per definire il nome del candidato sindaco erede di questa amministrazione: No. Aveva proposto di esprimere il candidato sindaco della città: nemmeno questa ipotesi è stata accolta. A questo punto il Pd chiede una visibilità prima del voto: poter esprimere il vicesindaco ed andare alle urne con un ticket: Caperna + vicesindaco Pd.

L’ipotesi alternativa

Germano Caperna, Simone Cretaro ed Antonio Pompeo

Sul punto nel Pd ci sono ora due scuole di pensiero: una vorrebbe che si scendesse in campo con un ticket definito dall’inizio esprimendo da subito il nome che affiancherebbe Caperna in caso di elezione. L’altra vorrebbe che si fermassero le bocce all’accordo per dare il vicesindaco al Pd, lasciando poi che siano le urne a definirne il nome.

Se salta questo quadro politico, il Pd allora potrebbe decidere di costruire un cartello alternativo plasmato sullo stesso schema che ha portato alla vittoria alle Regionali sarde di una settimana fa. Un cartello che lo metterebbe insieme ad altre forze civiche ed al Movimento 5 Stelle.

Lezioni sarde

Alessandra Todde ed Elly Schlein

La questione fondamentale è che le elezioni regionali di una settimana fa in Sardegna hanno portato alla scoperta dell’acqua calda. E cioè che dividere le forze avvantaggia l’avversario. E questo a prescindere dagli appena 1600 voti di scarto con i quali oggi è stato certificato che la pentastellata Alessandra Todde ha battuto Paolo Truzzu. Perché il principio è che le partite non si vincono 1-0 se sei uno squadrone di dimensione nazionale.

Il Pd di Elly Schlein ha messo a nudo i limiti di un modello che nei mesi scorsi ha portato a lasciare il Partito figure come Germano Caperna ma anche Massimiliano Quadrini ad Isola del Liri, Adamo Pantano a Posta Fibreno, Luigi Vacana a Gallinaro. E gli esempi potrebbero continuare. Sono figure che hanno un radicato consenso territoriale, fondamentale in chiave strategica se si esce dal ristretto scenario comunale.

Le loro decisioni hanno lasciato il Pd con una serie di interrogativi e sfide da affrontare, specialmente nelle candidature per le elezioni comunali di Veroli e Isola del Liri. A Veroli, Simone Cretaro ha governato una coalizione dove il Pd e la civica di Caperna hanno lo stesso peso: dividersi comporterebbe uno scenario come quello a cui si è assistito un anno fa alle Regionali del lazio quando il M5S ha dichiarato la fine del Campo Largo. Nei fatti quella scelta ha consegnato la Regione al Centrodestra.

Che nelle settimane scorse ha avuto la capacità di costruire un dialogo con Germano Caperna capitalizzando l’egoismo di alcuni settori Dem nel tentare di emarginarlo. Le elezioni sarde sono state una doccia di realismo per tutti. L’unico che aveva visto tutto in anticipo è stato Francesco De Angelis: ha decifrato prima di chiunque altro i segnali verolani e cercato di costruire un ponte. Che assomiglia in larga parte a quello che ha portato Piergianni Fiorletta a stravincere le Comunali a Ferentino: una coalizione civica con ampi settori di centrodestra e centrosinistra uniti intorno ad un progetto amministrativo.

La via del Regionale

Massimiliano Quadrini e Germano Caperna

Al tempo stesso, conferme ad un quadro politico in evoluzione arrivano da Isola del Liri dove la ricandidatura di Massimiliano Quadrini è una certezza e dove il Segretario provinciale Luca Fantini ha blindato il quadro. Questa volta non ci saranno dolorose lacerazioni tra le componenti Dem a differenza di 5 anni fa: il Congresso unitario ha dichiarato le Comunali come una sorta di ‘Zona Franca’. (Leggin qui: Isola del Liri, le Comunali si fanno con la Realpolitik).

Con Quadrini ci sarà la componente maggioritaria di Pensare Democratico, mentre la componente legata all’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo sarà attestata intorno alla figura di Antonella Di Pucchio. Sarà la riedizione di un antico derby ma qualunque sarà il risultato almeno non avrà conseguenze sugli equilibri provinciali.

È la saggezza introdotta dal Congresso Regionale di un anno fa. Che ha posto il Pd di fronte a una serie di interrogativi sul proprio percorso e sulle scelte strategiche adottate fino a questo momento. L’eterna conta non è convenuta. A nessuno: si perde insieme, si vince insieme. La perdita di figure come Caperna e Quadrini solleva domande sulle opportunità offerte all’interno del Partito pre Congresso regionale e sulla sua capacità di mantenere unita una coalizione. Quel modello ha portato alla divisione nelle scorse Regionali ed alla perdita davanti alle urne.