Il prete e il comunista: il Papa e il Presidente

Il gesto compiuto da papa Francesco. Il Papa ha visitato il comunista Napolitano ma ha rispettato, lui testimone di Fede, i dubbi dell'altro non si è fatto il segno della croce, non ha benedetto

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

È andato, unica auto bianca tra mille auto scure, a salutare un comunista nei palazzi dei poteri laici italiani. Lui è un prete. Papa Francesco si alza in piedi e tace davanti al comunista quello delle fede come oppio dei popoli, lui che aveva l’eredità delle crociate contro i senza fede.

Ma ora in questo momento sono due uomini. Uno che ha finito il tempo suo e uno che sta ancora nella storia. Un prete che viene dalla fine del mondo, un comunista che viene dall’ultimo uomo del mondo.

Ma tutte e due queste famiglie del mondo avevano il senso dell’umiltà, dell’uomo come creatura di dio o come figlio dell’evolversi delle cose della natura.

La differenza con il mondo di oggi

(Foto: Vatican News)

Ecco la differenza tra il mondo senza cultura di oggi e quello di una cultura fin troppo ferma di ieri. Il Papa ha visitato il comunista ma ha rispettato, lui testimone di Fede, i dubbi dell’altro non si è fatto il segno della croce, non ha benedetto ha solo “testimoniato”  una delle più grandi creazioni di dio o della natura fate voi, il rispetto delle diversità dell’ uomo.

Non sono comunista, lo era mio padre, mio nonno; non sono cattolico lo era, tanto, mia nonna. Ma dentro, un pezzo di me sta in queste famiglie per rafforzare la mia.

Ah, dimenticavo, i due sono Papa Francesco e Giorgio Napolitano. Ieri sono stati uomini, questo nulla toglie ad una vita da Papa o da Presidente della Repubblica italiana.