Nessuna invasione di campo. Nicola Zingaretti non mette piede sul terreno di gioco delle prossime elezioni comunali. Né a Cassino né altrove.
Chi si aspettava fosse venuto a Cassino per battezzare e benedire Marino Fardelli , consigliere della sua maggioranza, in vista della sfida al sindaco Giuseppe Golini Petrarcone è rimasto deluso. Durante le tre ore trascorse nel giardino di Exodus per parlare di sviluppo nel Lazio, le parole ‘elezioni‘, ‘candidatura‘, ‘comunali‘ non sono mai state pronunciate. Né dal governatore né dal consigliere.
Bandite. Cancellate dal vocabolario. Vietato pronunciarle. Nemmeno quando Marino Fardelli, durante il suo intervento dal palco, ha un lapsus: sta parlando degli interventi della giunta Zingaretti sui trasporti ferroviari, in favore dei pendolari e dice “… tra poco tornerò a fare il pendolare per riprendere servizio in quell’ufficio che a Roma ho lasciato per andare a fare il consigliere regionale“. Subito, chi stimola il dibattito coglie la palla è chiede “Ci sta dicendo che non si ricandida alle prossime regionali?“Ma Marino viene dalla scuola di Cesare Fardelli, l’uomo che condizionava i risultati di tutti i congressi provinciali della Democrazia Cristiana prima di ritirarsi a fare il presidente della Saf: a bruciapelo risponde “Mio padre mi ha insegnato che la politica non è per sempre e bisogna avere sempre in mente che si deve tornare al proprio lavoro“. Se voleva annunciare la candidatura il momento era quello.
Lo farà oggi? Ne parliamo in un altro articolo facendo il punto sulle candidature a Cassino (clicca qui per leggere). Quello che è chiaro però è che Nicola Zingaretti non vuole intromettersi nelle questioni politiche locali. Ma tenersene alla larga. Nei mesi scorsi, a Ceccano e Pontecorvo ha capito subito che nella provincia di Frosinone è benefico stare a chilometri di distanza dalle lotte interne al Pd.
Perché occuparsene, oltre ad essere una perdita di tempo, sarebbe anche inutile.