Il ruggito di Forza Italia alla vigilia dei lavori per una legge elettorale proporzionale. Al Partito Democratico mancano la coalizione e le… Sardine. Baratro Cinque Stelle.
Il trenino di festa guidato da Maurizio Gasparri e Antonio Tajani dà la lettura politica della vittoria del centrodestra in Calabria. Ha trionfato la candidata Jole Santelli, ma soprattutto Forza Italia. Nel profondo sud il partito di Silvio Berlusconi ha dimostrato di poter stare davanti alla Lega e a Fratelli d’Italia, che invece lo sovrastano sul piano nazionale.
Un segnale non di poco conto, specialmente in un momento in cui ci si avvia a cambiare la legge elettorale in senso proporzionale. Una riflessione che nel centrodestra andrà fatta adesso che c’è tempo. Non si andrà ad elezioni politiche anticipate, il Governo può concludere la legislatura e quindi non c’è alcuna fretta di prendere decisioni.
A maggio si voterà in tante altre Regioni, tra le quali la Toscana e la Campania. Il voto calabrese non ha fatto registrare una grande affluenza. Non c’era l’effetto Sardine. La Calabria è una regione nella quale tradizionalmente vince lo schieramento che stava all’opposizione. Jole Santelli ha costruito un’alleanza credibile, nella quale Forza Italia è stata protagonista. La Lega e Fratelli d’Italia sono andati bene, ma senza raggiungere percentuali abituali in altre parti del Paese.
Il Partito Democratico è la prima forza politica, ma il gap che ha separato Callipo dalla Santelli è stato incolmabile. Il centrosinistra deve lavorare molto per costruire una coalizione forte e competitiva. L’Emilia Romagna è un’eccezione, dovuta soprattutto all’effetto Sardine.
Rimane il crollo del Movimento Cinque Stelle, che il 4 marzo 2018 nel sud aveva letteralmente straripato. Basta ricordare il colore giallo sulle cartine geografico-elettorali. Sarà difficilissimo per i pentastellati recuperare, forse impossibile. Il voto della Calabria dice che quei consensi sono andati al centrodestra. Anche in Emilia, dove però una parte dei Cinque Stelle ha votato per Bonaccini e il centrosinistra.