Isola sì o isola no: ma a Latina i conti si fanno con l’oste-Soprintendenza

Il nodo dell'isola pedonale in un centro che ormai non è più centrale. Molto si è trasferito, molto è stato depotenziato. Maggioranza e opposizione la vogliono. Ma in modi diversi

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Isola si, isola no, isola forse. Isola 2.0, isola più larga. Facendo i conti con l’osteria. Ovvero, con la Soprintendenza. Ma come? A una settimana di distanza da una lunga seduta di Consiglio comunale di Latina una cosa è emersa. Apparsa a metà tra un dialogo tra chi non vuole ascoltarsi o non vuole capirsi e chi ha idee confuse o magari le ha chiare ma non sa esporle. L’isola pedonale del centro storico del capoluogo pontino resterà.

Sei giorni di riflessione. Poi il gruppo consiliare di maggioranza dell’Udc con in testa il coordinatore provinciale Alessandro Paletta chiede però che intanto si assuma una decisione. Quella di riaprire il centro.

La centralità espulsa dal centro

E questo perché “il centro storico ha una residenzialità marginale, la funzione della formazione è stata completamente cancellata. Vale lo stesso per la funzione finanziaria (Banca d’Italia, Agenzia delle Entrate, chiusura di numerosi sportelli bancari). Gli uffici comunali sono stati espulsi dal centro, alcuni enti ridimensionati negli accessi del pubblico (Provincia, Camera di Commercio, Asl), trasferite le commissioni tributarie”.

E, senza interfaccia pubblica, anche gli studi professionali si sono trasferiti in periferia. La mobilità da Latina verso la sua naturale area metropolitana è stata trasferita oltre la seconda circonvallazione (terminal bus). Il tutto con ricadute forti sulla funzione commerciale e di intrattenimento. Anche i soggetti erogatori di servizi (telefonia, gas, acqua, elettricità, dati) hanno decentrato”.

Per questo crediamo in un progetto complessivo di rigenerazione di questa parte della città con la creazione di uno spazio pedonale servito da aree sosta, arredi, eventi, nuovi spazi commerciali (mercato annonario). Implementazione delle attività ludico-culturali (musei, teatro)».

Isola si, dunque.

Il tutto chiuso non funziona

Nel frattempo la proposta dell’Udc “è la riapertura del centro storico al traffico veicolare dal lunedì al venerdì pomeriggio e chiusura nei festivi e nei fine settimana. E’ necessario riportare “traffico” in centro, poi va attivato un piano di riallocazione di uffici pubblici, al fine anche di non lasciare abbandonato un patrimonio immobiliare di pregio (ex Intendenza di Finanza, Catasto, Mercato Annonario)”.

E questo perché, dicono i consiglieri scudocrociati, ora il tutto chiuso non funziona, come non funzionerebbe il tutto aperto. Ma l’apertura nei giorni feriali e la chiusura nei fine settimana sarebbe utile per avere il tempo necessario a fare del centro cittadino di nuovo il salotto buono della città”.

L’isola la vuole da sempre l’opposizione: vorrebbe restasse da subito. E la vuole – a quanto dichiarato – anche la maggioranza. Che intende però stoppare la sperimentazione attuale. E avviare un progetto più organico e complesso di concerto con i vari Piani del traffico, dei Parcheggi, della Mobilità Sostenibile, del Commercio.

I vincoli che sono un “ma” per l’iniziativa

Gianluca Di Cocco e Mauro Visari

L’assessore alla Mobilità e Trasporti, Gianluca Di Cocco, è stato chiaro: “Ora ci sono le commissioni, siano questi organi a dare l’indirizzo di come si vuole l’isola. Se serve tempo per decidere, sono pronto a dare una proroga alla sperimentazione, ma massimo di tre mesi”.

Ed è emersa anche un’altra circostanza: la maggioranza sarebbe pronta anche a estenderla ad altre vie e strade limitrofe. Attualmente, l’isola pedonale è relativa solo all’ultimo tratto di corso della Repubblica verso piazza del Popolo. Poi parte della piazza stessa, primo tratto di via Diaz, e tratti di via Pio VI e via Eugenio di Savoia. E la maggioranza di centrodestra che governa in piazza del Popolo vorrebbe ampliare questa che viene definita la “croce” di queste strade perpendicolari tra loro. Magari anche alla limitrofa via Costa, o arrivando anche a piazza San Marco. Includendo quindi un ulteriore tratto di corso della Repubblica.

Ma c’è un ma: il centro storico di Latina è quasi interamente sottoposto a vincolo storico paesaggistico.

La Soprintendenza: andrebbe anche bene, però…

Giovanni Di Giorgi

La vicenda della pavimentazione, unita a quella della ztl, è remota. Nasce quasi dieci anni fa, il 4 marzo 2015 con l’approvazione da parte della giunta, in epoca del sindaco Giovanni Di Giorgi, per creare quello che sarebbe dovuto diventare un salotto: via le strade, via l’asfalto, e realizzazione di pavimentazione, panchine, alberi, arredi urbani. L’asfalto sarebbe stato ricoperto di pietra basaltica, e sarebbe stato azzerato il dislivello strada-marciapiede.

Un iter che prevedeva, necessariamente, il parere della Soprintendenza, proprio per il vincolo cui è sottoposta l’area. Soprintendenza che, dopo lunghi confronti con l’amministrazione comunale, disse in maniera esplicita: concettualmente, il progetto va prima inquadrato in un contesto molto più ampio della semplice “croce”. Rispettoso del contesto storico e dei colori e atmosfere originarie, e le opere potranno poi procedere a stralci.

Riprendere oggi in mano il progetto e ampliarlo significa una sola cosa: ripassare per la Soprintendenza, il cui parere è obbligatorio. A quanto si apprende, un incontro tra questa e l’amministrazione, sarebbe già avvenuto nei giorni scorsi. E il concetto è stato ribadito: il progetto deve essere organico e il parere è necessario. Con tempi che rischierebbero anche di allungarsi ulteriormente.

E con un dubbio finale: ma storicamente l’asfalto, su quelle strade, non c’è sempre stato fin dalla nascita di Littoria?