La rivincita di Franco Fiorito va in scena nel Palazzo di Giustizia di Roma. Non era lui a mangiare ostriche e champagne pagando con i soldi dei cittadini, macchina nuova e ‘vacanzone’ in Sardegna non li aveva pagati usando denaro pubblico. Alla fine la magistratura ha dovuto riconoscere che le spesse pazze ipotizzate dalle indagini le aveva sostenute per lo più di tasca sua. Sul suo conto giudiziario sono rimasti i tre stipendi al mese che riscuoteva: uno da consigliere regionale del Lazio, uno da presidente della Commissione Bilancio, uno da capogruppo del PdL. E per questo adesso la Corte dei Conti reclama quasi un milione di euro indietro. Ma la vera rivincita è un’altra: ai giudici aveva raccontato che era costretto ad andare in ufficio di notte per evitare i consiglieri che si appostavano sul pianerottolo per reclamare soldi del gruppo. “Mi avevano scambiato per un bancomat” aveva detto. Ora la procura della Repubblica ha concluso le indagini sulle spese compiute dal Gruppo. Ed il sostituto procuratore Alberto Pioletti ha chiesto l’apertura di un processo a carico di otto persone. Ipotizza il reato di peculato.
La richiesta di processo riguarda gli allora consiglieri regionali del gruppo PdL Carlo De Romanis, Lidia Nobili, Stefano Galetto, Romolo Del Balzo, gli imprenditori che – secondo la ricostruzione dell’accusa – gli avrebbero fornito le pezze d’appoggio di comodo con cui giustificare le loro spese: Mauro Borrelli, Paolo Campanelli, Emanuele Occhipinti, Renato Salvato.
La procura ha esaminato tutte le loro spese ‘istituzionali’ e verificato se rientrassero tra quelle che la legge regionale ammetteva al rimborso in quanto ‘attività finalizzata al rapporto tra elettore ed eletto’. Alla fine dei conti, tracciata la linea dei totali, la Procura ipotizza che abbiano sperperato 300mila euro. In particolare ipotizza che siano discutibili 85mila euro spesi da Stefano Galetto di Latina al quale contesta il finanziamento regionale dato al suo circolo del rugby (Unione Rugby Pontina) con l’appoggio di Renato Salvato in qualità di legale rappresentante; per gli inquirenti il consigliere avrebbe fatto arrivare all’associazione sportiva di Latina 90 mila euro di finanziamenti, ma 85 mila euro sarebbero finiti nelle sue mani e in quelle di un dirigente, che avrebbe poi cercato di dimostrare di aver speso quel denaro per il rugby, ricorrendo però a falsi documenti. All’ex sindaco Romolo del Balzo di Minturno vengono contestate spese per poco meno di 40mila euro: rimborsi sulla scorta di documenti che la procura ritiene “generici, avendo in realtà speso molto meno di quanto ricevuto”. Ci sono poi i 139.208 euro spesi dalla consigliera Nobili, che aveva giustificato la spesa con la causale «la Regione Incontra Rieti», mentre per la procura «si trattava di spese pertinenti a eventi volti a pubblicizzare la candidatura della Nobili alle elezioni comunali di Rieti nel 2012». Ci sono infine i 29mila euro spesi dall’ex vice capogruppo regionale Carlo De Romanis, accusato di avere dirottato i contributi del Pdl ai “Giovani del Ppe”, lasciando intendere che si trattasse di esborsi a fini politici: ma le indagini hanno ipotizzato invece che ci fosse altro; i sospetti sono concentrati su «spese dichiarate per 98 mila euro, ma sono state prodotte ricevute giustificative per soli 24 mila euro». A conti fatti, De Romanis aveva dichiarato al Partito di avere speso 98mila euro, Fiorito gliene aveva riconosciuti solo 54mila, ma ai magistrati sono state esibite fatture per giustificarne appena 24.220, con uno ‘scoperto’ da giustificare che ammonta a 29.780 euro. Nell’elenco delle spese pazze non è finita la celebre festa ispirata all’antica Roma, quella con ancelle poco vestite e consiglieri travestiti con teste di maiale. Non è finita nell’elenco perché – come molte delle spese di Fiorito – non è stata pagata con soldi pubblici.
Il giudice delle udienze preliminari deciderà venerdì se aprire o meno un processo. Gli indagati respingono le accuse difesi dagli avvocati Madia, Cardillo Cupo, Zanotti, Grigoli, Censi, Signore. E Franco Fiorito? Per lui sta per iniziare il processo d’appello. Al termine del primo grado di giudizio è stato condannato a 3 anni e 4 mesi.