L’anno che ha riportato la destra in Comune a Latina

Il 2023 segna il ritorno del centrodestra al governo di Latina, con il primo sindaco donna. Un vento di cambiamento politico tanto forte quanto netto. Il centrosinistra subisce la sconfitta anche in virtù di un'ennesima spaccatura. Il centrodestra trionfa anche in altri comuni, consolidando il suo potere a livello locale.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

L’anno del ritorno del centrodestra alla guida della città. L’anno del primo sindaco donna della storia cittadina. Per Latina, il 2023 politicamente ha rappresentato questo e anche di più. Con un viatico che parte da lontano.

Tre mesi prima, con le elezioni Regionali del Lazio. Nel febbraio 2023, nella consultazione che riporta il centrodestra alla guida della Regione Lazio dopo 10 anni di Nicola Zingaretti governatore, arriva sullo scranno più alto Francesco Rocca. E le liste di Rocca, a Latina città, prendono il 67,78%: più viatico di cosi, per le comunali di tre mesi dopo… E in particolare Fratelli d’Italia prende il 32,25%, seguita da Lega (21,17%), Forza Italia (10,75%), Udc (3,80%) e via via gli altri della coalizione. Per il centrosinistra che ha governato dieci anni consecutivi (prima volta nella storia del Lazio) è un tracollo: le liste di Alessio D’Amato si fermano al 22,32% con il Pd al 10,97%.

La provincia di Latina prenderà sei consiglieri, cinque di centrodestra, uno di centrosinistra, e avrà due assessori, Elena Palazzo e Giuseppe Schiboni

Signori si cambia

Foto © Andrea Apruzzese

È con questi risultati che a maggio si torna alle urne in diversi Comuni della provincia pontina, ma soprattutto nel capoluogo, che aveva vissuto una lunga stagione di incertezza.

Dal 2016 al 2021, il civismo e Damiano Coletta avevano governato con maggioranze ampie, talmente ampie che, nei primi anni, si sarebbero potute definire “bulgare”. Poi, tra 2021 e 2022, c’era stata la stagione dell'”anatra zoppa” prima, delle dimissioni in massa dei consiglieri di centrodestra poi. Infine del commissariamento.

Nel 2023, si arriva alle elezioni. Il campo del civismo e del centrosinistra si concede alle Primarie non senza difficoltà: Damiano Coletta, in quanto sindaco uscente, civico, riteneva automatica la ricandidatura, ma alla fine partecipa. E vince, in una avventura di Primarie che spaccherà il Pd fino all’uscita di Enzo De Amicis.

Per il campo del centrodestra, stavolta, il candidato sindaco è chiaro fin dal primo momento: FdI è il Primo partito e ha diritto di scelta e indica Matilde Celentano, medico, eletta la prima volta consigliera comunale nel 2016. Coletta contro Celentano dunque, medico contro medico. Perché i candidati sono solo loro, solo due. Non ci sarà ballottaggio, dunque, si sceglierà direttamente al primo turno. E la scelta sarà netta, che più netta non si può: 72% a 28%.

Il centrodestra nel 2010 aveva sfiduciato il proprio sindaco Vincenzo Zaccheo, nel 2015 aveva sfiduciato il proprio primo cittadino Giovanni Di Giorgi, nel 2016 si era politicamente “suicidato” andando diviso con 7 diversi candidati sindaco, e nel 2021 aveva presentato Vincenzo Zaccheo con ben poca convinzione da parte dell’elettorato. nel 2023 torna prepotentemente alla guida della città, sull’onda anche del gradimento per FdI nazionale.

Svolta a destra

Gerardo Stefanelli

Negli altri Comuni al voto, è un fiorire di sindaci di centrodestra, secondo accordi che vengono da lontano. Ad Aprilia c’è Lanfranco Principi, a Terracina Francesco Giannetti. Filiera di governo dunque: FdI al Comune capoluogo, FdI alla Regione Lazio con Francesco Rocca, FdI al Governo nazionale con Giorgia Meloni. Con l’unica eccezione alla Provincia, guidata da Gerardo Stefanelli, ex Udc degli anni di Armando Cusani, poi una stagione nel Pd, e oggi renziano doc.

Vero, la Provincia è ente di secondo livello, e dunque si giova di dinamiche politiche proprie, ma di fatto Stefanelli può governare in via Costa con un’ampia coalizione che va dal centrosinistra a pezzi di centrodestra come FI. Una maggioranza figlia, nel 2021, dell'”anatra zoppa” del capoluogo, con FI che allora era ago della bilancia di coalizione miste. 

Nel capoluogo, la Celentano si adopera subito per far quadrare gli equilibri di giunta. Alla fine, saranno nove assessori, in cui spicca un’esterna: Ada Nasti, già dirigente tecnico al Comune di Terracina e già subcommissaria del commissario Carmine Valente, va al Bilancio. Gli altri otto nomi sono quelli politici: FdI ne ha tre (Gianluca Di Cocco, Michele Nasso, Andrea Chiarato); la Lega ne prende due, Massimiliano Carnevale e Francesca Tesone, con in più il ruolo di vice sindaco per il primo. Fare Latina, con Annalisa Muzio, prende l’Urbanistica. Uno per l’Udc, Franco Addonizio, già assessore ai tempi di Zaccheo; uno per FI, il giovanissimo Antonio Cosentino. A loro spetta affrontare la crescita della città nel 2024.