L’attrezzatura nuova c’è, i medici non si trovano

Milioni di euro investiti per le attrezzature sanitarie. Ma mancano i medici per usarle. Nel Sud Lazio, esiste una carenza critica di medici specialisti. Nonostante gli sforzi per il reclutamento, la sfida rimane l'attrazione di candidati qualificati

Antonella Iafrate

Se è scritto chiaro si capisce

Decine di milioni di euro investiti per comprare apparecchiature nuove, moderne, di ultima generazione: capaci di scovare la malattia nel nostro organismo fin dal primo indizi. Ma mancano i medici e gli specialisti che possano manovrarli e fare la diagnosi. Immaginate di avere una potentissima batteria di cannoni capaci di fermare tutti i nemici o quasi. E poi di non avere gli artiglieri necessari nemmeno per accendere la miccia. È quello che sta accadendo nella Sanità del Sud Lazio.

Lo aveva segnalato nei giorni scorsi il dottor Fabrizio Cristofari di Frosinone dove è presidente dell’Ordine dei Medici. Lo ribadisce ora da Latina la dottoressa Silvia Cavalli, Direttore generale della Asl.

Senza artiglieri

L’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone (Foto: Archivio Zeppieri)

Lo dice analizzando la situazione: i soldi sono stati investiti, sono concrete le ristrutturazioni ed innovazioni tecnologiche nell’ambito sanitario. Stanno delineando una prospettiva ambiziosa per le Case di Comunità, per gli Ospedali di Comunità, e le apparecchiature di ultima generazione potranno fare la differenza. Tuttavia, un ostacolo cruciale si presenta sotto forma di carenza del personale medico, soprattutto di medici specialisti come radiologi e anestesisti.

Silvia Cavalli lo ha detto con chiarezza durante una conferenza dei sindaci sulla sanità, convocata nelle ore scorse dal sindaco di Latina Matilde Celentano. La Dg della Asl pontina ha presentato le principali linee guida per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria nella provincia, delineando tre tipologie di strutture di prossimità territoriale: Casa della comunità, ospedale di comunità e centrale operativa territoriale (Cot). Mentre significativi finanziamenti sono stati stanziati per queste strutture, con interventi previsti in diverse località, emerge una lacuna critica: la disponibilità di medici specialisti.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato fondi considerevoli per queste iniziative, tra cui 15 Case di comunità, 5 Centrali operative e 4 Ospedali di comunità, con un investimento totale di oltre 20 milioni di euro. Tuttavia, la questione della mancanza di personale medico, evidenziata dai sindaci durante la conferenza, getta un’ombra sul successo di questi progetti.

I medici non li abbiamo

Inoltre, il finanziamento ottenuto dal Giubileo 2025 è stato destinato a interventi nei quattro ospedali provinciali, compresi adeguamenti tecnologici e razionalizzazioni dei Pronto Soccorso. Questo finanziamento, che ammonta a diversi milioni di euro, mira a migliorare l’efficienza e la capacità di risposta delle strutture sanitarie.

La direttrice Cavalli ha affrontato le richieste e le preoccupazioni espresse dai sindaci, sottolineando gli sforzi dell’azienda nel reclutamento di personale medico attraverso concorsi pubblici. Tuttavia, ha evidenziato la sfida di attrarre candidati qualificati, specialmente per ruoli critici come gli anestesisti. Non ci sono. Ne sono stati formati pochissimi. Stiamo già attingendo dall’estero. Prima che la situazione si normalizzi anche da queste parti occorrerà rivedere la politica del Numero Chiuso nelle facoltà di Medicina e nelle Specializzazioni. Se si partisse domani mattina occorrerebbe una decina di anni.

Senza contare poi il drammatico calo di iscrizioni a Medicina. I ragazzi non vogliono più fare il medico. Prima veniva visto come un ‘mettersi a disposizione degli altri‘. Ora predominano le aggressioni, le tribù di studi legali specializzati nei risarcimenti in Medicina: facile sentirsi come un fagiano nel periodo della caccia. Meglio rinunciare, hanno pensato in molti. O andare all’estero. Come hanno fatto tanti nel Lazio.

Adeguamenti necessari

Foto: Stefano Scarpiello © Imagoeconomica

La conferenza ha toccato anche temi cruciali come l’adeguamento sismico degli ospedali, l’implementazione di tecnologie avanzate (angiografi, tac, risonanze magnetiche) e l’espansione delle reti di assistenza domiciliare integrata. Le richieste dei sindaci per una maggiore attenzione ai territori, una gestione oculata delle risorse e il ripristino dei Piani di Pronto Intervento (Ppi). Tutti temi che riflettono la necessità di un approccio equilibrato tra infrastrutture e risorse umane.

Il cammino verso una sanità efficiente ed equa sembra intrinsecamente legato non solo a investimenti nelle strutture, ma anche a soluzioni mirate per affrontare la carenza di personale medico, garantendo così un servizio di qualità per la comunità.