Le lacrime e gli stivali dell'onorevole Soumahoro. Sono loro a stonare, in una storia stonata di suo. Che è piena di zone d'ombra. Proprio per questo non ha bisogno né di stivali né di lacrime. Sono loro a rendere fuori posto l'onorevole
Soumahoro in lacrime: «Mi volete morto, da una vita lotto per i diritti delle persone» (Il Messaggero, 20.11.2022)
Aboubakar Soumahoro è parlamentare della Repubblica italiana. Parlamentare della sinistra (alleanza Verdi-sinistra). Si presenta in parlamento, nella seduta di insediamento, con gli stivali di gomma per ricordare lo sfruttamento degli immigrati nei campi.
Tutto bene, tutto giusto, ma se ti metti in mostra, i mostri non ti evitano ma ti investono. Se fai il paladino degli ultimi devi mettere nel conto che…
Pietro Nenni ricordava ai puri che nella vita trovi sempre uno più puro che ti epura. Robespierre che era il più virtuoso di tutti trovò qualcuno che trovò qualche crepa nella purezza e ci lasciò la testa. Se vai in Parlamento e fai il maestro, trovi sempre qualche scolaro scontento, o qualche collega con memoria.
Non insegnare a vivere
Il nostro è incappato in ricordi delle vicende legate alla coop della moglie e della suocera, la Karibu di Sezze su cui ora indaga la Guardia di Finanza per errori nei contratti e paghe non pagate a lavoratori. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 18 novembre 2022).
Scrivono i quotidiani:
Potrebbero essere ascoltate dagli inquirenti la moglie e la suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro che gestiscono due cooperative, la Karibù e la “Consorzio Aid”, finite sotto la lente della procura di Latina per eventuali irregolarità nei contratti e nei pagamenti dei lavoratori.
Io non so ne voglio sapere se è bella o brutta quella vicenda. Ciascuno risponde alla sua coscienza prima, poi alla legge degli uomini. Ma una cosa la voglio dire all’onorevole: non andare per il mondo ad insegnare a vivere ma umilmente vivi.
Ora piange l’onorevole, dice che lo vogliono morto. Tranquillo nessuno augura morte a te, anzi lunga vita. Ma di la verità: che il mondo non è diviso di netto tra nero e bianco, che non è buoni contro cattivi, ma solo confronto di diversi erranti e tu non sei esente. Se senti oggi il pianto per accuse che reputi ingiuste non farne a tua volta, potrebbero essere ingiuste.
C’è differenza con Di Vittorio
Ho indossato stivali di gomma, pulito letame, ho visto uccidere il maiale e sono stato complice. Ho fatto quel che ho potuto anche sbagliando. Cerco di migliorare ma non mi sento puro e non vado a fare il primo della classe, anzi.
Basterebbe questo. E visto che sei deputato a 14.000 euro al mese, eviterei il teatro per fare la politica. Eviterei il pianto e quell’incasso è l’evidenza che ti vogliamo vivo.
Sandro Pertini ha fatto l’operaio edile in esilio, ha lottato per i lavoratori ma non si è mai mostrato sporco di calce e con il cappello ricavato da un foglio di giornale. Giuseppe Di Vittorio ha fatto il bracciante, ma quando andava a Roma in Parlamento si vestiva con la dignità di chi rappresenta gli ultimi, lui non doveva recitare che era degli ultimi. Sapeva portare gli stivali di gomma Di Vittorio non doveva mostrarli.
I pianti? Servono alla lirica dove, per dirla con Lucio Dalla, ogni dramma è un falso.