Le trattative infinite e diritte. E quello che andrebbe fatto capovolto

La trattativa infinita. E l'equilibrio che non si trova per formare la giunta. In questi casi si cerca fuori un peso supplementare. Che potrebbe essere la presidenza dell'Ater. Intanto...

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sono passati 14 giorni, quasi mezzo mese dalla elezione del sindaco di Latina. Vincere è impegnativo, tanto impegnativo. Devi incastrare gli entusiasmi, le aspettative e devi immaginare le prospettive.

Latina il sindaco Matilde Celentano ora deve farsi la “casa nuova” evitando che “cada quella vecchia”. La casa nuova sono le idee di prospettiva: porto, palazzetto, ospedale, strade, nuova urbanistica. La casa vecchia è far funzionare i servizi ora. Chi si ammala non può riandare la cura, chi deve andare a Roma ogni giorno non può rimandare il viaggio.

Certo il vecchio non è figo, ma c’è. Il vecchio poi non attende come il nuovo ma si presenta ogni giorno, puntuale. Il tempo è l’unica cosa di cui la politica non ha disponibilità.

Campioni e mediani

La politica ha bisogno di trattative, di compromessi, di potere ma questo non esime dalle soluzioni. Serve la squadra, nessuno può far da solo, servono i campioni, ma anche i mediani. Quelli cantati da Ligabue che agli ‘uomini di fatica’ ha dedicato una delle sue più belle canzoni: “Una vita da mediano / A recuperar palloni / Nato senza i piedi buoni / Lavorare sui polmoni / Una vita da mediano / Con dei compiti precisi / A coprire certe zone / A giocare generosi

E serve la fantasia di giocare quei palloni e vedere il gol quando gli altri già si rassegnano alla sconfitta. Serve il mediano alla Gabriele Oriali ma anche Gigi Riva che la butta dentro. In una squadra dove non contano i desideri ma le abilità, le caratteristiche. Dove l’allenatore è uno come il paron Nereo Rocco, che non ha paura manco della malasorte e a chi nella finale di comma gli augura che vinca il migliore” è capace di dire “speremo de no”. Avere coscienza di sé stessi e personalità.

Mai psichedelica

Raimondo Tiero

La politica è ogni giorno e non è mai psichedelica ma gode di una lampada accesa lungo un marciapiede, più che una promessa di un ponte da qui all’eternità (perché all’eternità saremo tutti morti, per parafrasare Keynes) 

Non è un caso che il più votato a Latina sia Remo Tiero con oltre 2000 voti personali. Lui fa la politica del dappresso, di vicinato, non i voli in cieli artificiali. Se poi salvi il malato ora, potrai dirgli che prima o poi si salverà nell’ospedale nuovo. Sapendo che chi sta male non chiede strutture nuove, ma cure efficaci. Devi partire dall’uomo non dagli edifici.

A Latina ogni problema si risolve col mattone. Amiamo architetture e costruzioni che sono strumenti per le persone. E non il capovolto. Come quella canzone che qualsiasi cosa fai ti tirano le pietre. Latina deve essere orgogliosa di Tiziano Ferro e della sua musica viva non di casa dove è nato.

Nelle trattative si dovrebbe parlare di questo, sicuramente di questo si stanno parlando ma per scegliere i migliori: se navighiamo nella bonaccia non servono i lupi di mare, ma nella tempesta… 

Damiano Coletta vinse con il 75% dei voti al primo mandato scelse i fedeli, poi quando il mare era grosso si è sentito piccolo.  La storia, anche degli altri, dovrebbe insegnare. 

Il punto sulle trattative

I conti non quadrano. Gli equilibri non si trovano. Perché ognuno vuole ottenere il massimo dalla partita, perché ci sono molte bocche da sfamare politicamente e molte terga da far accomodare. In questi casi la soluzione arriva dall’esterno. Con un incarico extra consiliare.

Qui c’è da assegnare il ruolo di commissario dell’Ater ora che Francesco Rocca li ha commissariati. C’è la possibilità di mettere sul piatto quella presidenza per Forza Italia, trovando così un equilibrio. Perché lo schema disegnato a tavolino non soddisfa gli azzurri: prevede 4 assessorati a Fratelli d’Italia, 2 alla Lista Celentano ed alla Lega, 1 a Forza Italia e Udc. Forza Italia ne vuole due. L’Ater potrebbe essere merce di scambio.

Matilde Celentano già da domenica ha cominciato a mettere fretta: chiede l’elenco dei nomi degli assessori ma i Partiti attendono. Lei ha dato tempo fino a domani al massimo, meglio se oggi stesso.

La saggezza degli antichi

Per chi è di vecchia scuola, nelle trattative si sarebbe agito così. Primo, chiamare tutti gli ex sindaci: Romagnoli, Mansutti,  Zaccheo, Di Giorgi, Coletta. Per parlare, capire, del resto se lo fa il presidente della Repubblica per scegliere il capo del governo e lo fa perché chi c’è stato prima non può dettare legge ma certamente dare buoni consigli.

Poi si sarebbe chiesto ai colleghi sindaci dei comuni della provincia, perché sono una capitale. Poi ai Partiti, tutti prima e quelli della mia maggioranza poi. Perché i partiti sono la sensibilità, le sensibilità, della città, sono il plurale che nel sindaco trovano sintesi.

Infine la scelta: in solitudine ma dopo avere ascoltato tutti. Ma è teoria di chi ama la politica per la politica e che vorrebbe vivere in una città generosa di opportunità, non egoista nell’escludere. Una città di gente, non tra vuoti sassi.