
Nel giorno finale della campagna elettorale il segretario del Partito Democratico sposta l’asticella e rilancia la sfida del futuro. Appellandosi agli elettori dei Cinque Stelle per il voto disgiunto. E “chiamando” Forza Italia di Silvio Berlusconi.
Nel giorno della chiusura di una delle campagne elettorali più difficili e delicate degli ultimi anni, il segretario del Pd Nicola Zingaretti alza l’asticella e sposta il baricentro di quella che sarà la sfida del futuro.
Lo fa dicendo: «Abbiamo preso lezioni e oggi il Pd è il Partito più unito di tutta la compagine governativa. Perché noi corriamo non solo per crescere, ma forse per diventare il primo Partito italiano. Far diventare il secondo Partito la Lega è un obiettivo a portata di mano. Sarebbe molto importante e sarebbe un altro passo in avanti nella costruzione di una prospettiva politica per il nostro Paese».

Significa che il segretario Dem guarda già oltre l’election day. Anche se poche ore fa, in una manifestazione elettorale in Toscana, Zingaretti ha affermato: «La mobilità dell’elettorato è valore aggiunto, ricchezza della democrazia. L’appello che faccio è che si può rimanere delle proprie opinioni. Ma a poche ore dal voto è chiaro che l’unica candidatura che può fermare la destra e i neofascisti è quella di Eugenio Giani».
E poi ha insistito su questo punto invitando gli elettori «a unirsi nella difesa di una tradizione che va ben oltre i confini politici. Mi rivolgo anche agli elettori moderati – ha concluso –. Ho un immenso rispetto di figure come Silvio Berlusconi e del lavoro che sta facendo per mantenere un profilo europeista. Ma che cosa c’entra un elettore moderato con chi fa propaganda con ‘Boia chi molla’ o sventolando la bandiera dello scetticismo e del negazionismo sul Covid? Non mi aspettavo che in Toscana si mettesse in lista chi usa tutto questo, ma è accaduto. E ora dobbiamo difendere questa regione». (Leggi qui Zingaretti, più orgoglio che rabbia: “Solo il Pd contro le Destre”).
Zingaretti oltre il voto

Non è soltanto un appello al voto disgiunto, rivolto principalmente agli elettori del Movimento Cinque. E’ anche un ponte lanciato nei confronti di formazioni centriste e moderate come Forza Italia.
Ma non tanto per questo appuntamento elettorale, quanto per i prossimi. Per i quali il numero uno del Partito Democratico ha individuato bene il terreno del confronto: Europa sì o Europa no. I finanziamenti del Recovery Fund e del Mes rappresentano una mole di risorse irripetibile, che mai l’Italia aveva avuto a disposizione.
Allora la sfida diventa tra chi vuole spendere i soldi europei (e quindi sostenere l’Unione) e chi invece quei soldi non li vuole (e contrasta l’Unione). Un terreno completamente nuovo, nel quale i Cinque Stelle potrebbero ritrovarsi con la Lega. E il Pd con altri alleati.
Ma la vera posta in palio è economica e finanziaria: senza i soldi europei dove si prendono i finanziamenti per rilanciare il Paese?.