Si dimette Stefano Magini, il presidente che ha 'pacificato' i rapporti tra Acea e Comuni. Al suo posto l'esperto capo delle risorse umane. Potrebbe indicare una svolta nel settore delle Energie
Stefano Magini lascia Acea: si è dimesso da presidente e consigliere d’amministrazione della divisione Ato5. Nella lettera con cui formalizza la rinuncia alle cariche non ha indicato alcuna spiegazione. È l’iter che viene seguito quando le dimissioni sono state ‘sollecitate’. Il CdA si riunisce lunedì per nominare il nuovo presidente: sarà Pierluigi Palmigiani di Castelliri, responsabile dello Sviluppo delle Risorse Umane nella capogruppo. Nessuna indiscrezione invece sul nome dell’amministratore delegato.
Chi è Palmigiani
Laureato in legge alla Federico Ii di Napoli Pierluigi Palmigiani è specializzato in Relazioni industriali. Si è specializzato con un master allo Scoa in Gestione delle Risorse Umane. Il suo primo incarico operativo è stato nello stabilimento Valeo Sud di Frosinone come responsabile della Sicurezza ed Igiene sul lavoro. Poi è passato alla Agusta Westland di Frosinone dove è rimasto per 7 anni: i primi quattro come responsabile delle relazioni industriali di stabilimento, i successivi tre come responsabile delle Risorse Umane.
Passa alla PPG di Roccasecca nel 1995 e per due anni è responsabile del Personale nello stabilimento che produce i vetri per l’automotive. Si trasferisce a Cuneo in Glaverbel e poi diventa responsabile europeo delle risorse umane di AGC Automotive. Lascia il Belgio e resta nello stesso gruppo ma come responsabile dell’Italia.
Nel 2010 arriva il momento di mettersi in proprio: fonda la Palmigiani Consulting specializzata nel recruitment e nell’alta formazione. Lo chiama Agenzia Industria Difesa, per fargli gestire il personale. È lì che gli arriva la chiamata di Acea: lo nominano presidente operativo di Acea Energia. Dopo cinque mesi si concentra sulle risorse umane ed affianca all’attività nella multiutility l’insegnamento nell’università di Tor Vergata.
Il segnale
La decisione di nominare Palmigiani alla guida di Acea Ato5 è un segnale strategico. Bisogna tenere conto di due esperienze specifiche: quella nella gestione delle relazioni e quella nel campo dell’Energia.
Acea sta diversificando e abbracciando con convinzione il settore delle energie rinnovabili e dell’economia circolare. Recentemente il gruppo ha acquisito da Eneracque SpA il 60% dell’azienda Berg SpA che a Frosinone depura rifiuti liquidi. Annunciando che «Potrà essere il veicolo per ulteriori investimenti industriali nell’area». (leggi qui Acea entra nel ramo rifiuti: acquisita Berg SpA). Oggi Acea Ato5 è concentrata solo sulla gestione del servizio idrico e di depurazione, non è escluso affatto che possa ampliare i suoi orizzonti.
Meno probabile che Palmigiani sia stato dirottato a Frosinone per gestire i rapporti con i Comuni: Stefano Magini ha già normalizzato le relazioni con le amministrazioni locali e pacificato l’ambiente; istituito una camera di compensazione con le associazioni dei consumatori per evitare le controversie.
L’eredità
Stefano Magini lascia un’eredità pesante. Era stato mandato di corsa a Frosinone nel pieno della tempesta scatenata dai sindaci: avevano avviato l’iter di rescissione del contratto che li legava ad Acea. Una rescissione costata molto all’allora manager Paolo Saccani.
Magini conosceva già il territorio, c’era stato ai tempi della presidenza di Ranieri Mamalchi: sapeva come muoversi e quali tasti toccare per ottenere la musica giusta. In pochi mesi ha riallacciato i fili del dialogo e pacificato l’ambiente, avviando una lunga serie di accordi con cui chidere vertenze lunghe e costose. È rientrato in possesso di tutti gli impianti.
Ora è a Roma, “a disposizione dell’azienda“. Pronto ad essere rimesso in campo se dovesse scatenarsi una nuova tempesta.