Il responsabile tecnico di Anagni vince un concorso e va a Tivoli. Giusto nelle fasi cruciali della riqualificazione urbanistica fiore all'occhiello della giunta Natalia. E in perfetto trend con altri abbandoni eccellenti.
Le domande da farsi sono (almeno) due. La prima è: perché? La seconda è: che cosa succede adesso? Ad Anagni fa discutere la notizia della partenza di Vincenzo Maia, il responsabile del settore urbanistica dell’ufficio tecnico del comune di Anagni. Una partenza legata alla nomina a dirigente presso il Comune di Tivoli, dopo un concorso vinto. E fin qui nulla da eccepire. Chiaro che scegliere tra un incarico ex art.110 (cioè fiduciario e legato pertanto al gradimento del referente politico, dunque precario per definizione) e la vittoria in un concorso pubblico, con tanto di nomina e relativo scatto economico dirigenziale, è abbastanza scontato.
Però alcune domande vanno fatte. Poniamole.
Quattro domande quattro
1– L’addio di Vincenzo Maia ad Anagni è soltanto legato al concorso vinto? Secondo alcune indiscrezioni trapelate dal Comune, più di qualcuno avrebbe, negli ultimi tempi, espresso qualche riserva sul conto del tecnico. Riserve, si badi bene, non legate alla preparazione tecnica di Maia, quanto piuttosto alla sua scrupolosità nello svolgimento delle pratiche. Che per i profani si traduce in una ‘lentezza‘ nei tempi.
Lentezza che, per qualcuno, avrebbe potuto mettere in difficoltà il progetto di riqualificazione complessiva della città ormai in dirittura d’arrivo. Progetto che dovrebbe rappresentare l’inizio della seconda parte della consiliatura. Cioè il punto di svolta dell’era Natalia, ed il biglietto da visita per la futura riconferma a sindaco.
Queste perplessità potrebbero aver creato qualche dissapore? Al momento non è dato saperlo. Ma nemmeno escluderlo.
Vita dura da quelle parti…
2– Perché è così difficile ad Anagni la vita dalle parti dell’Ufficio Tecnico? L’ufficio tecnico cittadino non ha mai potuto avere una direzione stabile. A partire dal caso Salvatori, l’ingegnere che vide bruscamente troncato il suo operato all’epoca della giunta Basetta. Questo per motivi che non sono mai stati completamente chiariti.
È ancora fresco il caso di Calcagni, il responsabile del settore andato via (anche lui) dopo aver vinto un concorso (ad Ardea in quel caso).
Il ripetersi della trafila dimostra che, evidentemente, un problema c’è. Del resto, dopo l’addio di Calcagni, il comune aveva penato parecchio per trovare un nuovo responsabile di settore. Per un certo periodo si era anche parlato dell’assunzione a scavalco di un tecnico di un paese limitrofo. Tecnico che però avrebbe rifiutato per non rimanere impelagato nelle beghe della città dei papi.
3– Si dice; manca, nell’organizzazione interna, la figura dirigenziale solida che consentirebbe una maggiore stabilità. Ecco perché si deve ricorrere agli ex 110. Obiezione corretta. Ma la replica lo è ancora di più. Un’amministrazione come quella di Natalia punta a durare nel tempo, ed ha ambizioni di riconferma.
Perciò non sarebbe stato il caso, già da tempo, di creare una struttura più stabile e dunque più efficiente?
Rigenerare nel concreto
4– Forse la più importante: cosa succede adesso?
In linea di principio, tutto dovrebbe essere già a posto. Il Consiglio sulla rigenerazione urbana (che dovrebbe approvare il nuovo piano urbanistico) è stato già fissato entro una settimana al massimo. Il lavoro articolato da Maia dovrebbe essere portato a termine da Berardi. (e comunque, lo stesso Maia potrebbe essere trattenuto per il tempo strettamente necessario a completare il tutto).
Resta il fatto che un piano urbanistico non va solo ratificato, ma anche reso concreto. Un lavoro che presuppone un ufficio tecnico stabile, solido e nella pienezza delle proprie funzioni.
Esattamente quello che sembra mancare ad Anagni. Almeno oggi.