DOMENICO TORTOLANO per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE
Pesante tegola sulle anemiche casse del Comune di Cassino condannato a pagare dal tribunale, con sentenze definitive, a due cittadini e a una società petrolifera la cospicua somma complessiva di tre milioni e 200mila euro.
La batosta finanziaria arriva a fine anno con il Comune che va avanti da alcuni mesi con le anticipazioni di cassa arrivate alla quota massima consentita di circa 12 milioni di euro. Tanto che il sindaco Carlo Maria D’Alessandro ha ipotizzato, nel Consiglio comunale di giovedì sera, un eventuale ricorso nel 2017 al dissesto finanziario.
La causa del deficit deriva dalle minori entrate dei tributi comunali e dai ritardi nei trasferimenti statali. Ed anche perché risultano non ancora sbloccati presso Poste italiane, per pignoramenti passati, circa 900mila euro. Tanto da passare da un positivo di due milioni a giugno scorso fino alle anticipazioni di cassa schizzate in sei mesi al massimo. Un rientro che potrà iniziare, ma senza grosse prospettive, nel 2017, con nuove entrate degli utenti per i servizi erogati e per il pagamento di tributi e di quelli in fase di recupero da parte di due società esterne.
Intanto c’è sofferenza di cassa e i tre creditori milionari dovranno aspettare ancora; intanto, maturano gli interessi. Il Comune dovrà pagare a due cittadini i terreni espropriati diversi anni fa per costruire le case popolari. Somme all’epoca non pagate e ora salite attraverso una serie di ingiunzioni e cause perse a un totale di un milione e 500mila euro. Un proprietario dovrà incassare 700mila euro, mentre l’altro 800mila. Per queste due somme il comune potrà contrarre un mutuo con la Cassa depositi e prestiti. L’ennesimo mutuo che si aggiunge agli altri contratti dal Duemila in poi per il pagamento di espropri e debiti per opere pubbliche e incarichi professionali.
Per la società di petroli di Frosinone, trattandosi di un risarcimento danni per una mancata autorizzazione ad installare un distributore di carburanti sulla superstrada, nel territorio di Cassino, il Comune dovrà pagare direttamente con le proprie casse che ora, però, sono vuote. La somma quantificata dai periti tecnici nominati dal tribunale è pari a un milione e 700mila euro per mancati guadagni.
Il Comune ha vinto la causa contro il richiedente la licenza, condannato a pagare appena seimila euro, mentre ha perso contro la società distributrice.
L’elenco infinito degli espropri non pagati a suo tempo non è ancora terminato perché altri sono in arrivo. Somme che negli anni si sono moltiplicate con notevoli esborsi. Una maggiore oculatezza nelle spese e nelle assunzioni era stata sollecitata all’Amministrazione comunale nel Consiglio comunale dell’altra sera dal consigliere di opposizione Giuseppe Sebastianelli e anche dal consigliere Enzo Salera durante la discussione sulla variazione di bilancio (spostamenti di somme da un capitolo a un altro).
Il documento è passato con il voto contrario dei consiglieri del Pd. Secondo Salera l’equilibrio finanziario è a rischio e pertanto bisognerà tenere un monitoraggio continuo sull’ufficio tributi. E sulla criticità della situazione finanziaria è intervenuto in aula il sindaco Carlo Maria D’Alessandro il quale non ha nascosto i problemi e annunciato un eventuale dissesto finanziario nel 2017.
Foto: copyright Michele Di Lonardo, per gentile concessione dell’autore