Nuove elezioni ad ottobre, gli sconfitti locali sentono aria di rivincita

Il dibattito nazionale ed i suoi riflessi su scala locale. Un governo di scopo per riformare la legge elettorale riporterebbe al voto molto presto. Punto interrogativo, a quel punto, sul futuro ruolo di Nicola Zingaretti

Primo contatto tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per cercare di definire il quadro delle presidenze delle due Camere. Ma sicuramente c’è di più, perché il leader della Lega non vuole neppure sentir parlare del piano di Silvio Berlusconi di un’alleanza con il Pd.

Nemmeno il Partito Democratico sembra voler prendere in considerazione soluzioni di intese con Forza Italia o con i Cinque Stelle.

I vincitori della tornata elettorale sono Luigi Di Maio, che guida il primo Partito italiano, votato da un elettore su tre, e Matteo Salvini, che ha portato la Lega dal 4% al 17%, battendo nettamente Forza Italia e relegando Berlusconi ad un ruolo secondario. Di Maio e Salvini potrebbero accordardarsi su un governo di scopo che cambi la legge elettorale e che riporti il Paese al voto ad ottobre, fra sette mesi.

Non ci sono però soltanto le strategie nazionali, ma pure quelle locali. Nel Partito Democratico Francesco De Angelis, Francesco Scalia, Maria Spilabotte e Nazzareno Pilozzi sognano già la rivincita. Anche Mario Abbruzzese non vedrebbe l’ora di avere una seconda possibilità a pochi mesi di distanza.

Rimane da vedere se Pd e Forza Italia ricandideranno gli stessi o se invece punteranno su altri.

Punto interrogativo grandissimo anche per quanto riguarda il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il quale, più ancora del segretario del Pd, potrebbe interpretare alla perfezione il ruolo di candidato alla presidenza del consiglio, come “federatore” di un centrosinistra nuovo che torna all’antico. Cioè allo schema dell’Ulivo. Come ha fatto per due volte alle regionali del Lazio.

Se Zingaretti dovesse scegliere questa strada, anche alla Regione, magari non con la stessa coincidenza di tempi, si aprirebbero le porte ad elezioni anctipate.

Insomma, il 4 marzo abbiamo scherzato? Naturalmente no, ma il ritorno alle urne in tempi rapidi è una possibilità reale.