La discussione che si è accesa in Commissione alla Regione Lazio rischia di innescare uno scontro sul nuovo Piano dei Rifiuti. Il rischio per Roma è quello di restituire il piacere fatto in questi anni dalle Province. Prendendosi i loro rifiuti.
Il grande caos dei rifiuti è dietro l’angolo. Rischia di saltare tutto ciò che a fatica è stato costruito in questi anni tra Regione Lazio e Comune di Roma. Per comprendere cosa sta accadendo è necessario premettere due cose.
La prima: in Regione è iniziata la discussione sul nuovo Piano dei Rifiuti del Lazio; si era fermato per anni per il rimpallo di accuse tra l’amministrazione Zingaretti ed il Campidoglio su chi dovesse indicare dove realizzare gli impianti di lavorazione delle immondizie e la discarica.
La seconda: è una definizione sulla quale rischia ora di incastrarsi tutto; è la definizio di Ambito e Sub Ambito; l’ambito è l’insieme di comuni vicini tra loro in maniera omogenea: Comune più, Comune meno, coincidono con le Province ed ogni ambito deve gestirsi i suoi rifiuti, dalla lavorazione allo smaltimento. Il sub Ambito è l’area della città di Roma, che fa ambito a se e quindi la obbliga a collocare sul suo territorio – non sulla provincia – impianti e discarica.
Lo scontro in Regione
La cancellazione del Sub Ambito di Roma dal nuovo piano regionale dei rifiuti è a rischio. In questo modo rischia di saltare anche il patto tra Regione e Campidoglio. Un patto che lo scorso 31 dicembre ha portato la Giunta Capitolina ad individuare la cava di Monte Carnevale come sito per la futura discarica. (leggi qui I rifiuti di Roma nella nuova discarica di Lozza. E Raggi va due volte ko).
Oggi l’assessore regionale Massimiliano Valeriani ha illustrato la sua relazione in Commissione Rifiuti alla Pisana, dove è iniziata la discussione sul testo. Ha ribadito la volontà di stralciare il Sub Ambito di Roma. Ma diversi esponenti della maggioranza, e anche qualcuno degli esponenti del Movimento Cinque Stelle, non si sono mostrati affatto concilianti con le parole dell’assessore.
“Il Sub Ambito – ha detto Valeriani – è nel piano. Però il Campidoglio ora ha indicato il sito per la nuova discarica comunale. Questo renderebbe di fatto superata la creazione del subambito di Roma”.
Sulla base di questo elemento, la giunta regionale si è riservata la possibilità di presentare un emendamento con il quale eliminare l’istituzione del sub Ato.
Fuoco di fila
Subito è partito il fuoco di fila. Innescato anche da consiglieri della maggioranza. A cominciare da Gino De Paolis della Lista Civica Zingaretti eletto a Civitavecchia. Ha detto no all’ipotesi di cancellare il Sub Ambito perché «Quando la Giunta aveva presentato il Piano Rifiuti mi aveva convinto: perchè parla di autosufficienza, prossimità e autonomia di ogni Ato. Parla di equa ripartizione degli impianti nei territori».
Il consigliere è passato ad esaminare i numeri. Dai quali risulta che Roma produce il 60% dei rifiuti, fa il 42,9% di differenziata abbassando la media regionale. «La sindaca – sostiene Gino De Paolis – è venuta in Consiglio a fare la movimentista come se anche lei non avesse contribuito a creare il problema. Individua una discarica e il giorno dopo va li’ a protestare nella discarica che ha individuato e noi per premio diciamo ‘Togliamo anche il subambito’. Non diciamo ‘Roma, che provoca tutto questo, Ato a se”.
Per il Consigliere regionale il conto non torna perché togliendo la responsabilità di Roma viene meno il cardine del piano rifiuti. E non solo: ritiene che in questo modo si vada ad innescare una una guerra tra poveri, accendendo una conflittualita’ tra Roma e le altre province. Chiede invece che si apra «un ragionamento logico che porti ogni territorio ad assumersi le sue responsabilità, anche a Roma».
I dubbi di Patane’
Dubbi sono stati espressi anche dal consigliere romano del Pd Eugenio Patane’. Ricorda che «Abbiamo fatto un patto con il Comune di Roma e si basa sull’affidabilita’ di Roma Capitale. Ho le mie riserve sul mantenimento di quel patto».
Cosa non convince il Consigliere Patane’? Proprio la scelta del sito di Monte Carnevale, che si trova nella Valle Galeria «mi fa pensare che questa parola non verrà mantenuta. Perchè scegliere per la discarica un sito in quelle condizioni, dopo che è stata chiusa da poco una raffineria e la discarica, abbiamo ancora un inceneritore di rifiuti ospedalieri, significa non volerla fare. E dare vita a una guerra civile che non finirà più».
Chiede allora di pensarci bene e mantenere l’impostazione iniziale.
Il no dei renziani
No all’eliminazione del Sub Ato anche da Marietta Tidei di Italia Viva. È pessimista. Perché «Interagiamo con attori, primo tra tutti il Comune di Roma, che hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione. Qui dobbiamo prepararci allo scenario peggiore. Concordo con De Paolis, memore dell’incapacità del Comune di Roma di risolvere i problemi».
Su cosa si basa quel pessimismo? Sulla spaccatura maturata in Campidoglio tra i consiglieri comunali del M5S. «Vediamo che sull’individuazione del nuovo sito ci sono consiglieri capitolini di maggioranza che non sono d’accordo. Quelli che hanno assunto certe decisioni sono gli stessi che poi vanno a protestare. È evidente che c’è qualcosa che non va e c’è chi non esercita fino in fondo le sue responsabilità. Non mi fido della gestione del Comune di Roma».
La soluzione migliore
Più soft ma sempre nella stessa direzione Paolo Ciani, di Centro Solidale. Sostiene che «Il subambito per i romani può essere una soluzione migliore. Per tanto tempo abbiamo trattato rifiuti non del nostro ambito».
Non solo la maggioranza, anche nel Movimento 5 Stelle c’è chi vuole che Roma costruisca nel suo territorio tutti gli impianti che le occorrono per la filiera dell’indifferenziato. A cominciare dal presidente della commissione, Marco Cacciatore: «Il 27 novembre in Consiglio regionale è stata votata in maniera trasversale l’istituzione dell’Ato a se’ stante di Roma. Non lo stiamo facendo per tifoseria ma numeri alla mano, se Roma individua una discarica e non c’è subambito né ambito quella discarica serve anche i territori limitrofi».
Cacciatore indica a sua volta quella che ritiene sia la soluzione migliore. E cioè: si’ all’Ambito a se’ stante di Roma ma senza andare, nella localizzazione degli impianti, in territori che hanno già dato il loro contributo allo smaltimento dei rifiuti di tutti. È il caso di Valle Galeria, Salario e Rocca Cencia.
Più tiepido ma non contrario al mantenimento del Sub Ambito di Roma anche il grillino Devid Porrello. Per lui «Va delineato un quadro che non deve funzionare da un punto di vista politico ma tecnico e pratico. Se questo si chiama ambito di Roma ben venga. Se però dietro non c’è una connotazione esclusivamente politica e non ci siano pregiudizi».
Il rischio del voto
La Giunta Regionale rischia di vedersi bocciare dall’Aula un pezzo della trattativa che ha portato all’accordo con la Raggi.
A quel punto la sindaca potrebbe anche decidere di togliere dal tavolo l’opzione Monte Carnevale. Tanto più che la conferenza dei servizi regionale (il tavolo dal quale devono scaturire i vari via libera per l’autorizzazione) ancora non è iniziata.
Massimiliano Valeriani però mantiene il punto. Sostiene che «La correttezza premia sempre. Il piano contiene il Sub Ambito di Roma perchè raccogliendo le istanze del Consiglio lo abbiamo non a caso messo come elemento di novità. L’obiettivo non è il subambito in se’ ma dotare tutti gli Ambiti degli impianti e delle discariche che servono».
Roma lo ha fatto, indicando dove vuole realizzare la parte di sua competenza. Per questo – ha evidenziato l’assessore – la Giunta si è detta disponibile ad eliminare il Sub Ambito.
Valeriani ha anche sottolineato un altro elemento che paradossalmente gioca a sfavore di Roma Capitale nell’eliminazione del Sub Ambito. In pratica: «Mentre il Sub Ambito prima era a tutela delle province, rispetto a una città che non decideva, togliere il Sub Ambito rispetto a una città che decide è una disponibilità ad aiutare anche i tanti territori».
Insomma se Roma si fa la sua discarica prima che le altre province facciano lo stesso, il rischio è proprio che Roma si troverà nella situazione di ricambiare il favore che per anni le hanno fatto gli altri territori del Lazio: prendersi i loro rifiuti.