Quando la cultura fa litigare

Come i duelli tra Ungaretti e Bontempelli. Meno sanguinosi. E per ragioni meno elevate. Ma è chiaro che in questo caso la Cultura non stia unendo

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

La cultura dovrebbe unire e creare ponti tra pensieri diversi. Soprattutto se ti candidi come Capitale italiana della cultura: un’occasione in cui tutte le idee potrebbero confrontarsi e fondersi. Invece a Latina si litiga, a suon di comunicati da una parte e dall’altra, in cui maggioranza e opposizione si accusano anche di avere alzato troppo i toni. Addirittura parlando di «aggressioni verbali» in occasione della riunione che avrebbe dovuto sancire una condivisione del percorso.

Ormai i termini sono prossimi: il 27 il dossier di candidatura deve essere depositato al ministero della Cultura. Quel dossier che la maggioranza di governo del capoluogo pontino tiene secretato. E che non ha mostrato all’opposizione neanche al chiuso della riunione di due giorni fa. (Leggi qui: Il dossier Cultura ed i dubbi di una presentazione segreta).

Giuseppe Ungaretti

Intendiamoci, in nome della cultura ci si è sempre confrontati. Con duelli all’ultima rima, ma anche con duelli al primo sangue in nome della poesia. Come quello – arcinoto – tra il poeta Giuseppe Ungaretti e lo scrittore surrealista Massimo Bontempelli, a casa di Luigi Pirandello. Per il quale si scelse la spada come arma dell’onore: per la cronaca, vinse Bontempelli con ferita all’avambraccio di Ungaretti.

Ma era il 1926, altri ardori animavano la scrittura in particolare e la cultura in generale. Tempi – e ardori – che a Latina, evidentemente, non sono ancora passati.

ANTEFATTO

Il tutto nasce dalla candidatura di Latina a Capitale italiana della cultura per il 2026, decisa dalla nuova giunta di Matilde Celentano non appena insediatasi tre mesi fa. Una disfida anche casalinga, dato che in provincia si candida pure Gaeta (che si è mossa molto tempo prima).

Annalisa Muzio

La giunta recluta esperti, nomina una coordinatrice nella persona dell’architetto Daniela Cavallo, convoca tavoli sulla storia della cultura, dell’urbanistica e del sociale della città. Ma – lamenta l’opposizione – non condivide con la minoranza, che pure vorrebbe apportare idee e contributi. Il tempo stringe. La giunta – guidata per questa candidatura dall’assessore Annalisa Muzio – predispone un dossier che, rende noto l’amministrazione, resterà secretato per non dare vantaggi ai concorrenti, altri 25 Comuni che si contendono il titolo.

Due settimane fa, in commissione Cultura, scoppia la polemica: «Siamo consiglieri comunali, siamo tenuti al segreto quando richiesto su temi specifici». Ma le Commissioni sono per legge pubbliche: si possono tenere a porte chiuse solo in un caso eccezionale, quando si debba parlare di eventuali colpe di singole persone, o addirittura ipotesi di reato, o singoli casi sensibili. Così, si opta per la riunione a porte chiuse. Che si svolge giovedì scorso. 

SCONTRO

L’opposizione giunge al confronto con idee e proposte, ma per prima cosa chiede di visionare quanto fatto finora. Niente. La maggioranza ribadisce che il dossier non può essere mostrato.

«Non c’è stata possibilità di confronto», lamentano alla fine tutti i gruppi di opposizione, precisando che «nonostante l’indirizzo di apertura annunciato dalla Sindaca e dal Presidente del Consiglio, dare un contributo fattivo. Il massimo dell’apertura concessa (per usare un eufemismo) è stata quella di consigliarci di inviare contributi come fatto da tutte le realtà coinvolte tramite la manifestazione d’interesse. Inoltre, difronte alle nostre richieste, l’Assessora ha avuto una reazione scomposta alzandosi scontrosamente ed abbandonando il tavolo senza confronto».

A quel punto, secondo le indiscrezioni, si sarebbero alzati i toni. E, sempre stando alle fonti, ad alzarli di più tra le fila di minoranza sarebbe stato Dario Bellini. Passano un paio di giorni, e arriva la reazione della sindaca Celentano: «Ancora una volta l’opposizione ha preteso copia dell’offerta del Comune di Latina per la partecipazione alla gara nazionale, tacciando l’amministrazione di scarsa trasparenza e criticando il metodo utilizzato per la redazione del dossier: ebbene, sappiano che a oggi nessun Comune concorrente ha divulgato il proprio dossier».

Inoltre, secondo la prima cittadina, «la contestazione dell’opposizione ha assunto durante la riunione toni inaccettabili, rivolti con estrema veemenza all’indirizzo dell’assessore Muzio. Un’aggressione verbale, da parte di un componente dell’opposizione, per giunta nella sede comunale, assolutamente da condannare, che ha spinto la mia delegata ad abbandonare il contesto».

DIVULGAZIONE IL 27

Ma l’opposizione non ci sta: «Non c’è stata alcuna aggressione verbale, ma solo toni accesi, da tutte e due le parti». E citano un «evidente imbarazzo: visto che ormai non era più possibile porre domande alla professoressa Cavallo, non più collegata, l’assessore Muzio ha pensato bene di alzarsi e sciogliere unilateralmente la seduta del tavolo. A quel punto, ovviamente i toni si sono esacerbati».

E, alla Celentano che la metafora di Italo Calvino ne “Le città invisibili”, sul dialogo tra Marco Polo e Kubilai Khan su ponti e pietre, la minoranza ribatte: «Il ponte su cui ci stiamo avviando, pietra dopo pietra, appare quanto mai traballante».

«Il progetto “Latina26” ha sempre messo in pratica la partecipazione e condivisione dal basso, basti pensare che sono arrivate oltre 100 proposte, la maggior parte spontanee. Non si è mai voluto calare nulla dall’alto», ribadisce la sindaca, che conclude: «Dopo il 27 settembre, comincerà il lavoro di divulgazione strategica del progetto».