C'è un legame fortissimo tra la terra dei Lepini e la cultura ebraica. Storie di carciofi e di eroismo. Da non dimenticare. E che oggi ci portano a dire che i ragazzi uccisi da Hamas sono sangue nostro
Israele è sotto attacco. E quando attaccano gli ebrei temo che in gioco ci sia la libertà: la libertà di tutti, anche mia. Per questo sto con Israele: con chi ha amato Dio pensandolo in mille modi diversi ma sempre uno. Oggi credo doveroso ricordare a me stesso la storia ebraica della mia gente, quel legame profondo che mi fa quel che sono.
Quella storia che è scolpita nei cognomi dei fratelli maggiori che stanno a Portico d’Ottavia che si chiamano: Piperno, Terracina, Di Segni, Fondi, Di Veroli, Pontecorvo, Sermoneta, Roccasecca. Testimonianza di secoli di convivenza, di vita comune, di sofferenze comuni. Poi il cimitero ebraico di Sezze, l’unico nel Lazio oltre Roma, la sinagoga di Sermoneta, la Giudecca di Fondi.
La terra ed i carciofi
Quell’amore per la nostra terra in quello scambio incredibile di dare loro i carciofi e loro ci hanno donato mille modi per farli più buoni. La fame era la stessa, noi ci abbiamo messo la zappa loro la sapienza. Di quel carciofo che un poco è come noi: noi cristiani di Marittima e Campagna, noi ebrei di Marittima e Campagna. Che rinasciamo sempre dalla stessa pianta, che non abbiamo semi, ma la pianta che rinasce da se stessa, testardi come nessuno.
Noi siamo eredi di Quirino Ricci di Sezze detto Cucchiarone che ospitò a casa sua in palude, insieme ai suoi figli anche i bimbi ebrei E quando i tedeschi gli chiesero: ma di chi sono questi bimbi? Lui rispose “i me, tuchi i me’ “. Sono tutti i miei. E diceva la verità. Perché gli ebrei di Sezze erano setini che pregavano diverso, non setini diversi dai setini: loro aspettavano ancora uno che per gli altri era già venuto.
Per salvare loro mise a rischio i suoi di sangue, ma per lui erano figli, erano bambini, erano creature di Dio e davanti agli orchi devi avere la forza di essere uomo. (Leggi qui: E Cucchiarone disse ai tedeschi: “Sono figli miei, tutti”).
La verità dei fatti
Quando a Roberto Ricci, il figlio di Cucchiarone, i ragazzi delle scuole gli chiedevano di ricordare lui diceva: “ma io dicevo la verità, papà mi aveva detto di dire che erano fratelli nostri ed erano fratelli nostri. Noi dicevamo la verità“
“Tata ci dicive di dice che n’erno frachi, e erno frachi, nu non dicevamo le bucie”
Ecco a chi chiede: di chi sono i ragazzi di Israele uccisi da Hamas: io rispondo come ha fatto Cucchiarone “i nostri”.
Oggi abbiamo paura di perdere, ma io sono con i fratelli maggiori: senza di loro non saremmo liberi.