Scuole, via a venti tagli: ecco dove e come

Via al Piano Regionale di Dimensionamento Scolastico. La Regione Lazio ha cancellato 20 scuole, risparmiandone 17 grazie al decreto Milleproroghe. Dove si taglia e soprattutto cosa.

Effetto culle vuote o se preferite cicogna assente: venti scuole sono state cancellate questa mattina dalla Regione Lazio. Dovevano essere 37 quelle da tagliare o accorpare. In diciassette si sono salvate grazie al decreto Milleproroghe approvato dal Governo Meloni il 28 dicembre scorso.

La Giunta regionale del Lazio ne ha preso atto e questa mattina ha varato il ‘Piano di dimensionamento delle Istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2024/25‘. Lo ha plasmato tenendo conto dei singoli piani provinciali per la riorganizzazione della rete scolastica pervenuti alla Direzione Regionale. Sono state inoltre considerate le proposte di accorpamento degli Istituti scolastici del territorio formulate dall’Ufficio scolastico regionale per il Lazio. Soprattutto sono stati applicati i parametri indicati dal Decreto Ministeriale in materia e quanto introdotto con il decreto Milleproroghe 2024 approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 dicembre 2023.

Effetto Milleproroghe

Una seduta del Consiglio dei Ministri

L’effetto più concreto del Milleproroghe per il Lazio è il salvataggio di 17 scuole e la riduzione di di sole 20 autonomie scolastiche invece delle 37 inizialmente previste. Chi si salva?

Le zone svantaggiate, quelle che erano finite nella forbice solo in base ad un criterio matematico: cioè quello che dice sotto un certo numero di bambini l’istituto va chiuso. Ma la politica fa ragionamenti non soltanto matematici. Per questo è scattato il no alla soppressione di scuole sulle isole o nelle aree montane soggette a spopolamento.

L’esempio concreto è Colle San Magno dove la matematica imponeva a settembre scorso la soppressione delle scuole di primo grado con il loro accorpamento a Roccasecca. Ma chiudere significa spopolare ulteriormente, invitare i giovanissimi ed i loro genitori ad ammassarsi ancora di più nei grandi agglomerati.

Le procedure di dimensionamento varate oggi dalla Regione Lazio salvaguardano l’autonomia delle Istituzioni scolastiche ubicate nelle piccole isole, nelle zone particolarmente isolate e nei territori del cratere sismico del 2016. E non modificano l’identità storico culturale e territoriale delle istituzioni scolastiche coinvolte comportando unicamente lo spostamento delle sedi di dirigenza. All’atto pratico: soppressione di presidi e segretari, accorpamento sulla carta con altre presidenze, banchi e lavagne invece restano dove sono.

Dove si taglia e cosa

Tutti i plessi scolastici alla fine rimarranno funzionanti e operativi nei territori in cui sono oggi. Si va verso l’accorpamento delle scuole che hanno una popolazione scolastica inferiore ai 900 alunni. Significa che gli istituti perderanno la loro autonomia decisionale (cioè il preside che decide cosa fare e come farlo); i dirigenti scolastici dovranno gestire più scuole insieme.

Gli interventi di riorganizzazione della rete scolastica deliberati oggi prevedono l’istituzione di 2 nuovi istituti comprensivi nella provincia di Frosinone. Qui Serrone viene accorpata con Piglio o detta in maniera più precisa viene creato un nuovo Comprensivo aggregando la scuola di Serrone con la Bottini di Piglio. Stessa cosa accade a Monte San Giovanni Campano dove gli attuali due comprensivi vengono uniti in uno soltanto dando vita ad una nuova realtà.

L’istituzione di un nuovo istituto di istruzione superiore nella provincia di Latina. Di un nuovo istituto comprensivo nella provincia di Rieti e di uno nella provincia di Viterbo. Dove si taglia? Ci saranno 15 interventi nella Città metropolitana di Roma Capitale.

«È stata una scelta complessa, sotto alcuni aspetti drastica, figlia di un iter complicato segnato da tempi contingentati e dettami ministeriali in costante evoluzione» ha spiegato l’assessore Regionale alla Scuola Giuseppe Schiboni.

L’assessore ha spiegato che la Regione avrebbe preferito «un maggiore livello di partecipazione con tutti i territori e i soggetti interessati». Ma il piano di dimensionamento ha dovuto tenere conto di «quanto previsto dal quadro normativo nazionale nonché alla comunicazione della Corte Costituzionale».

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