Se anche Amaseno finisce nel mirino della Corte

Dopo Frosinone e Torrice anche i bilanci di Amaseno finiscono sotto la lente della Corte dei Conti. Cosa ha rilevato. E perché il fenomeno si fa sempre più largo. Il dato sul quale riflettere

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Cosa sta succedendo ai bilanci dei Comuni ciociari? La domanda è più legittima se si legge quanto ha scritto la Corte dei Conti nella Deliberazione n. 117/2023/PRSE del 13 giugno 2023. L’ha depositata ieri ed è relativa ai rendiconti del 2018-2021 del Comune di Amaseno.

Esaminando le relazioni – questionario sui rendiconti per gli esercizi dal 2018 al 2021 del Comune di Amaseno, la Corte ha individuato alcune criticità; lo ha segnalato all’ente e dal municipio è stato trasmesso un riscontro il 13 maggio 2023.

A quel punto si è passati ad un contraddittorio con l’ente: al termine del quale il magistrato ha deferito la questione al Collegio. Perché? Individua irregolarità contabili e criticità finanziarie riferibili ai diversi aspetti: la riscossione delle entrate e gestione dei residui, la cassa  vincolata, il fondo pluriennale vincolato, la composizione del risultato di amministrazione, i rapporti finanziari con gli organismi partecipati.

COSA HA RILEVATO LA CORTE ?

(Foto: Andrea Panegorossi © Imagoeconomica)

Nelle 15 pagine della delibera è scritto che “significative criticità sono state riscontrate per la riscossione in conto residui della Tarsu – Tia – Tari, delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazione codice della strada, dei fitti attivi. E più in generale, ancora nel 2021, nel conseguimento dei risultati attesi dal recupero dell’evasione fiscale”. In pratica c’è chi non paga le tasse e non è facile recuperare quei soldi; stesso problema si registra sul pagamento delle multe e sugli affitti da pagare al Comune.

Il Comune non se n’è stato con le mani in mano. Fatti tutti i tentativi ed i solleciti ha provveduto regolarmente all’emissione degli avvisi di accertamento; dove non ha ricevuto risposte e versamenti ha emesso i ruoli coattivi. Ma anche in questo caso si riscontrano problemi ad incassare. La realtà è che con il continuo aumento delle tasse si allarga anche la fascia di chi non è in grado di pagare. È una realtà che riguarda tutti i Comuni. In teoria dovrebbero allargare la fascia di chi viene esentato. Non viene fatto perché quello che non viene pagato dagli esenti va caricato sulle bollette degli altri. Quindi: nuovo aumento e nuova gente che non riesce. Un fenomeno con il quale si stanno confrontando sempre più Comuni.

Alla base di uno degli interventi della Corte dei Conti su Amaseno c’è proprio questo. L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che una parte di quelle cartelle sono inesigibili: riguardano gente che non ha niente alla quale attaccarsi. Per effetto di quelle dichiarazioni di inesigibilità si è reso necessario procedere al riaccertamento ordinario dei residui. In pratica sono stati rivisti i conti per il 2022 cancellando crediti per euro 137.709 euro.

CREDITI VETUSTI

Foto: Darko Djurin © Pixabay

La corte ha rilevato che nel periodo dal 2015 al 2020 sono cresciuto in continuazione i residui attivi cioè proprio quelle somme che il Comune fatica a riscuotere. Tenendole in Bilancio dice nella sostanza “è vero che sto spendendo ma ho anche delle somme (i residui attivi) che posso andare a chiedere ai cittadini per poter rientrare”. Ma quando i residui attivi aumentano in continuazione significa che qualcosa non sta funzionando.

Ad Amaseno a rendiconto 2021 è emersa la presenza di numerosi crediti vetusti cioè somme da riscuotere ormai da tantissimo tempo. Al 31 dicembre 2022 risultano parcheggiati nei conti del Comune ben 4,1 milioni di euro di residui. A questi si devono aggiungere altri 3,8 milioni di euro dalla competenza; sono cioè freschi freschi. Il Comune ha detto alla Corte dei Conti di non avere il personale necessario nemmeno per avviare concretamente la ricognizione di quello che Amaseno deve avere dalla regione e quello che gli deve pagare.

COSA SI DEVE FARE?

(Foto © Imagoeconomica)

A dire cosa si deve fare adesso è stata la sezione di controllo per il Lazio della Corte dei Conti. Lo hanno fatto il presidente Antonio Mezzera ed i giudici Laura D’Ambrosio, Francesco Sucameli, Vanessa Pinto, Ottavio Caleo, Annalaura Leoni, Giuseppe Lucarini, Matteo Santucci, Giulia Ruperto.

Lo hanno scritto a pagina 15, all’esito dell’esame dei rendiconti del Comune per gli esercizi 2018-2021. Invitano ad “adottare le misure idonee a rimuovere le criticità”. Quali? Chiedono di “provvedere al costante monitoraggio della mole di residui attivi e passivi, adottando ogni misura utile a migliorare l’efficienza della riscossione delle entrate; garantire l’osservanza dei principi contabili nella gestione; assicurare la corretta composizione del risultato di amministrazione; provvedere al recupero del disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2015 e di quello emerso in sede di approvazione del rendiconto 2019; garantire la contabilizzazione e gestione delle risorse assegnate per progetti finanziati con il Pnrr.

LA RIFLESSIONE NECESSARIA

Adriano Piacentini

Amaseno è solo l’ultimo Comune in ordine di tempo a finire sotto la lente della Corte dei Conti: nei giorni scorsi era stato il turno del Comune di Frosinone, prima ancora era toccato al Comune di Torrice, ma ce ne sono anche altri in situazioni finanziarie “delicate” sotto osservazione. Il che impone un’analisi accurata sulla capacità di spesa dei Comuni della provincia di Frosinone.

In diversi casi sono in difficoltà nella gestione delle casse comunali, pur in presenza di interventi statali di ulteriore sostegno economico, su tutti le risorse del Pnrr ma anche l’aumento del Fondo di solidarietà comunale. Questo anche perché gli interventi dello Stato in favore dei Comuni si attuano attraverso processi lenti e non sufficientemente coordinati.

In massima parte, le maggiori risorse correnti rese disponibili per i Comuni sono vincolate ad “obiettivi di servizio” che impongono spese aggiuntive in alcuni campi di rilevanza sociale (asili nido, servizi sociali e scolastici).

C’è poi un aspetto per nulla secondario. Da alcuni anni lo Stato sta tagliando sempre più i trasferimenti ai Comuni: in questo modo ogni Comune deve fare fronte in maniera sempre maggiore a spese che prima divideva con lo Stato. Chi ha i capelli bianchi ricorda il periodo in cui le medicine non si pagavano e nemmeno si pagava la tassa sui rifiuti o la bolletta dell’acqua. Ricadeva tutto sullo Stato.

FENOMENO TROPPO DIFFUSO

(Foto © Capra / Imagoeconomica)

Poco alla volta i Comuni stanno arrivando a dover pagare per intero il costo dei loro servizi. C’è però l’altra faccia della medaglia: “ci sono meno contributi, ma esistono più finanziamenti a cui attingere, nel rispetto del Patto di Stabilità, senza andare a toccare la cassa” siega l’assessore alle Finanze del Comune di Frosinone, Adriano Piacentini.

 C’è un dato sul quale riflettere. È quello comunicato recentemente  dal Ministero dell’Interno: sono 120 i comuni e le province in dissesto finanziario in Italia. E 266 gli enti in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Su un totale di 7.904 comuni italiani. La percentuale degli enti in sofferenza finanziaria è pari quindi  al 4,88%. Tanti, troppi per non capire che il sistema va rivisto.