Segnali ostili per la maggioranza Fiorletta

Una richiesta di Accesso agli Atti fatta dal consigliere Berretta manda un segnale all'amministrazione Fiorletta. Potrebbe essere il primo scossone dal centrodestra. O una risposta alla foto che ritrae insieme il sindaco con il suo predecessore.

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Un atto ostile: non hanno dubbi quelli che lavorano negli uffici del Comune di Ferentino da anni. La richiesta presentata dal consigliere Maurizio Berretta viene considerata un atto ostile nei confronti della maggioranza civica della quale fa parte. Non una richiesta qualsiasi ma una Richiesta di Accesso Agli Atti.

È l’acquisizione ufficiale delle copie dei documenti relativi ad un procedimento. Chiederli significa: “Voglio vedere, avere le copie ufficiali. Per poterlo contestare”.

Legittimo. Anzi: è una delle attività del Consigliere che garantiscono la correttezza attraverso la vigilanza dell’azione amministrativa. Ma proprio per questo l’Accesso agli Atti è azione tipica dell’opposizione, non della maggioranza.

Il banco di prova

Piergianni Fiorletta ed Antonio Pompeo

Rischia di essere il primo serio banco di prova per un’amministrazione molto eterogenea, nata su un progetto amministrativo e che nulla ha di politico. Perché una parte viene dal mondo Dem ed una parte viene dal mondo del centrodestra, frantumatosi al momento di scegliere la candidatura a sindaco tanto quanto si è frantumato il centrosinistra. L’elemento aggregante è stato Piergianni Fiorletta.

Ma l’Accesso agli Atti rischia di essere il primo segnale ostile di un centrodestra che in questi mesi ha ripreso a dialogare, avviato una riorganizzazione. E che sicuramente alle prossime Comunali tenterà quello che non gli è riuscito la scorsa primavera: schierare un suo candidato unitario.

Potrebbe essere un segnale inviato al sindaco Piergianni Fiorletta. Una risposta alla foto scattata nelle settimane scorse quando ha inaugurato la nuova ala del cimitero di Ferentino. Per la prima volta dopo due anni è stato ritratto sorridente accanto al suo predecessore Antonio Pompeo mentre tagliavano il nastro insieme. La loro rottura era stata l’elemento indispensabile per creare la coalizione civica con il centrodestra.

La mozione sull’autonomia

L’altro banco di prova è la mozione depositata il 18 luglio proprio dall’ex presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo. È un grimaldello con il quale scardinare la maggioranza, dimostrare la sua contraddizione politica. È un un Ordine del Giorno con il quale dire No all’autonomia differenziata: il Governo Meloni sta varando una serie di riforme che il centrosinistra nazionale contesta. Il Partito Democratico ritiene che quelle norme divideranno il Paese creando un’Italia a due velocità una per il Nord ed una per il Sud.

È una battaglia che impegna tutto il Pd, ad ogni livello: il Segretario provinciale Luca Fantini ha esortato tutti i quadri Dem a far schierare contro la riforma i Comuni. (Leggi qui: Fantini azzera la Segreteria e vara la rivoluzione Pd).

Antonio Pompeo proponendo quell’Ordine del Giorno ha mandato in cortocircuito la maggioranza. Il sindaco Piergianni Fiorletta non può sottrarsi: è la sua ala del Pd ad avere lanciato l’appello. Ha firmato per metterlo in discussione nel Consiglio e con lui ha firmato la sua maggioranza. Ma l’amministrazione Fiorletta è sostenuta anche da consiglieri che sono iscritti a Lega e Fratelli d’Italia. Cioè forze politiche che su scala nazionale invece appoggiano quella riforma. (Leggi qui: Pompeo fa dribbling in Consiglio e manda in tilt la maggioranza)

Proprio Maurizio Berretta ha detto alla Lega che lui non voterà quel documento, altrettanto ha fatto sapere Giuseppe Virgili a FdI. Esistono due sole vie d’uscita: o Piergianni Fiorletta dichiara libertà di voto alla maggioranza o Antonio Pompeo ritira l’Ordine del Giorno. Una terza via esiste ma passa su un’intesa politica che ancora non è abbastanza robusta da sopportarne il peso: Fiorletta annuncia la libertà di voto e Pompeo ritira l’Ordine del Giorno.