Sei sindaci a caccia dei candidati da mettere in lista

Il totale dei candidati sindaco a Cassino per ora è sei. Ma tutti sono alle prese con la realtà dei fatti: trovare gente da mettere in lista. Le difficoltà caso per caso.

Pare di camminare nella Foresta dei pugnali volanti. Il clima politico di Cassino è degno del celebre film d’azione: bisogna prestare la massima attenzione a non restare colpito da qualche coltellaccio o freccia che taglia l’aria ad altezza spalla. O anche più giù, sotto la cintura.

Una vera e propria guerra quella che si sta consumando tra isole pedonali, bar del centro e di periferia, dietro porte chiuse e dentro sedi aperte, tra un caffè e un aperitivo. Tutti annunciano di avere liste e compagini pronte a scendere in guerra che neanche gli spartani alle Termopili. Grandi strategie, grandi condottieri, coraggio a vagonate.

Ma la realtà sussurrata racconta ben altro.

La fuga dei candidati

Enzo Salera

Racconta di liste che si sfilano i candidati come neanche nel peggior romanzo rosa: a suon di promesse e di minacce. Telefonate pungenti che “ricordano” gli aiuti arrivati in questi anni. Proposte quasi obbligate a scegliere un simbolo di Partito perché più conveniente dell’altro. Un vero ballo convulso di candidati che si ritrovano a saltare da una parte all’altra, da una coalizione all’altra. Salvo poi accogliere candidature a sindaco che spuntano come funghi nel sottobosco umido. Un vero e proprio caos che ben sintetizza quello che Cassino è diventata da tempo.

L’alibi è il peso forte delle lobby, oppure quello dei dei pezzi da novanta che “contano” e che sposterebbero grandi flussi di voti. La realtà è che il mondo è cambiato, la gente è diversa, non esiste più la grande corsa verso le liste come se fossero diligenze lanciate verso le miniere d’oro. A svuotare le pensiline dove un tempo si aspettava la diligenza elettorale sono state un po’ la disillusione, un po’ la consapevolezza che le elezioni si vincono con i voti, non con le chiacchiere né con i like.

La conseguenza è palpabile. Il sindaco Dem uscente Enzo Salera si “vende” come Serse. Le sue grandi armate si muovono, diverse anime che fanno capo a diverse menti: per qualcuno una squadra imbattibile. Una vittoria scritta, si dice. Ormai con il sorriso fisso sul volto, se ne va in giro probabilmente sperando che questi due mesi finiscano il prima possibile. La tensione notata in questi giorni? Salera viene da lontano ed ha visto cose che voi umani

No liste no party

(Foto © Andrea Apruzzese)

Ad esempio ha visto la gioiosa macchina da guerra di Occhetto infrangersi sull’esordiente Berlusconi. Ed ha visto l’altrettanto solida corazzata del sindaco Petrarcone fallire la rielezione nonostante un vantaggio considerato incolmabile dagli avversari. Sa più di tutti che questo clima di rilassatezza è pericoloso: nelle votazioni mai qualcosa è scontato.

La conferma delle difficoltà viene da tutti quelli che in queste ore sono alle prese con la formazione delle liste. Barbara Di Rollo sembra aver perso la leggiadria della danza, Luca Fardelli è più nero della mezzanotte, Rosario Iemma sembra un trattore ingolfato in salita, Monica Capitanio che corre da una parte all’altra cercando candidature di livello. L’unico comune denominatore da destra a sinistra è che si fatica a comporre le liste. No liste non party, e se non party non arrivi.

A sinistra come a destra

Arturo Buongiovanni ed Antonio Cardillo

Se Sparta piange, Atene non ride. La questione è la stessa anche nelle file della coalizione di centrodestra dell’avvocato Arturo Buongiovanni. Vestita a festa, mostra le scarpe lucide: la realtà anche qui è che di compatto per ora c’è solo la cagliata sopra sopra. Perché sotto c’è ancora molto da lavorare per capire di che formaggio morire.

Il giovane – non giovane Buongiovanni ha accontentato il cerchio di consiglieri che lo assiste ed ha cacciato un po’ di cazzimma: ha alzato i toni e cominciato a graffiare. Per la gioia del pubblico qualche fendente ora arriva pure da colui che ha iniziato la campagna elettorale a suon di aneddoti dai vangeli e parabole varie. Potrebbe essere un Virgilio al contrario e dal paradiso finire all’inferno, magari passando per “quel monte a cui Cassino è ne la costa”.

La grande incognita è per ora la lista di Fratelli d’Italia. Dicono che ad assemblarla dovrebbe essere Gabriele Picano. Ma fino a poche ore fa gli adempimenti formali non risultavano ancora avviati. A Frosinone prima di formalizzare vorrebbero vedere i nomi dei candidati e capire quanto siano stati rispettati gli equilibri politici. Ma ad ora non c’è certezza. L’ex portavoce Angela Abbatecola attende di sapere quanti nomi dovrà esprimere e di quale genere. Il dirigente provinciale Antonio Cardillo altrettanto ma osserva e tace: non tanto per rispetto di Picano e della vecchia guardia ma perché pare i conti voglia farli dopo lo spoglio.

La selezione di Sebastianelli

Giorgio Di Folco e Giuseppe Sebastianelli

Meno problemi in questa fase pare averli Giuseppe Sebastianelli con il suo polo dei Primaristi. A differenza di centrosinistra e centrodestra non aveva promesso 8 liste a proprio sostegno. Giocherà sulla task force e non sulla flotta. Ma cerca nomi di qualità, capaci di rappresentare tutte le aree. Attende anche lui. Cosa?

Ad esempio di sapere che fine farà il ‘sindaco di Sant’Angelo‘ Franco Evangelista. ‘Scomunicato’ dal candidato sindaco di centrodestra Arturo Buongiovanni che l’accusa di intelligenza con il sindaco Salera. Ma Gabriele Picano un giorno dice che lo mette in lista ed altro giorno assicura che non lo metterà. Né lui né Michelina Bevilacqua: entrambi uscenti, entrambi eletti nella Lega e poi transitati in FdI, entrambi messi nel limbo. Sebastianelli sa aspettare.

In questo limbo del candidato perduto gravitano adesso i Liberi e Forti dell’ex sindaco di centrodestra Carlo Maria D’Alessandro, sedotti e abbandonati da Enzo Salera. Sembra infatti che i due candidati messi sul piatto, Enzo Parmisano ed Emilia Ferraro siano risultati “indigesti” alla coalizione di Centrosinistra. Eppure – assicurano i bene informati – era stato lo stesso Salera a sceglierli, senza immaginare che avrebbero provocato irritazione tra i suoi.

Tre donne all’improvviso

Nei giorni scorsi, così all’improvviso, è arrivata la candidatura alla fascia di Maria Palumbo: un volto nuovo ha detto qualcuno. Qualche dubbio sulla novità è sorto a chi invece Maria la conosce non solo per la passione per la corsa, ma anche per i ruoli che negli anni ha avuto nella segreteria del Pd. Una candidatura annunciata alla stampa senza una dichiarazione della candidata sindachessa. Che a qualcuno avrebbe detto di “essere stata messa da altri e di essere pronta a farsi da parte” ma che poi invece pare aver fatto già qualche chiamatina alla ricerca di voti.

Ora per Maria è tempo di correre e pure veloce. Un quadro da surrealismo, dove davanti a una candidatura si legge questa non è una candidatura. Anche Magritte avrebbe avuto dubbi.

E la corsa certa al momento sembra essere a quattro. A questo poker si aggiunge la finestra aperta di Paola Polidoro e Barbara Alifuoco. Polidoro avrebbe ricevuto la proposta del Cristo risorto e ufficialmente ancora ci sto pensando. Un pensiero piuttosto lungo per lei che è abituata a non mandarle a dire. E questa valutazione potrebbe rappresentare di tutto. Con un post sui social ha annunciato una decisione che arriverà a breve con una squadra che sembra uscita da un film di Tarantino. La presentazione è annunciata per le 18.30 di oggi giovedì in un locale del centro.

Ne potrebbero uscire delle belle, Ezechiele 25-17 “E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te”.

L’ora di passare all’Azione

Alessio D’Amato

Barbara Alifuoco ha la sua Azione in tasca, un’azione finora poco attiva. Che ha in programma una conferenza stampa sabato mattina con i vertici: ci sarà il Consigliere regionale Alessio D’Amato per fare il punto sulle elezioni comunali. Una squadra che raccoglie ex sindaci, volti nuovi ma già noti, qualche professionista della città e qualche incognita. Che ha provato a giocare su più tavoli, restando senza posto e senza turno. Ma che potrebbe cacciare il coniglio dal cilindro. O restare col cappello in mano.

E il quadro cambierebbe, sei candidati, tre uomini, tre donne, per una mole di aspiranti che di fatto farebbe paura al peggiore degli eserciti. Che se solo ognuno donasse dieci euro alla causa, Cassino potrebbe costruire un principato e staccarsi dal resto d’Italia vivendo di rendita. Cosa farà mai ai cassinati la campagna elettorale? Quelle seggiole dell’aula Di Biasio sono così ambite da causare litigi, notti insonni, discussioni e rotture familiari e di amicizie lunghe una vita. E aprile vola via, verso un maggio turbolento che si concluderà con un giugno di sangue.