L’antipasto è stato servito in sordina: i bocconi amari sono attesi per il mese di agosto. Terminate le celebrazioni in onore della Madonna di Canneto scatterà la seconda ondata di trasferimenti nella diocesi di Sora – Cassino. Quella con cui il vescovo Gerardo Antonazzo rivoluzionerà buona parte della geografia ecclesiastica nella sua giurisdizione.
La prima serie di trasferimenti è stata comunicata ieri ma non tocca posizioni strategiche. Gli addetti ai lavori la bollano come “robetta”.
I bene informati dicono che invece i trasferimenti di agosto andranno a toccare i ‘santuari’. Cioè situazioni immobili da troppi anni. Ed è noto che al monsignore arrivato da santa Maria di Leuca non piacciano, per principio, i pastori che stanno troppo a lungo nello stesso gregge. In quell’occasione si vedrà la vera fusione tra le diocesi di Sora e Cassino, con spostamenti che porteranno sulle sponde del Liri chi ormai era abituato ai climi Cassinati, mentre chi da troppo tempo respira l’aria della Valcomino andrà in pianura.
Discorso a parte per il ‘santuario’ vero: quello di Canneto. Da tempo il sindaco di Settefrati chiede la testa del rettore. Ottenendo però solo l’effetto contrario: ‘Non possumus’ avrebbe detto il vescovo per non lasciar passare l’immagine di una chiesa sottomessa al municipio. Così, Riccardo Frattaroli si sta rivelando il migliore alleato del suo parroco. Creando anche qualche imbarazzo in Curia perché la sede di Canneto è stata sollecitata già da tempo a monsignor Antonazzo, attraverso suppliche e preghiere che giungono sempre più insistenti da ambienti qualificati.
Suppliche e preghiere al vescovo poi si sono moltiplicate da quando Gerardo Antonazzo ha lasciato intuire che dopo il primo periodo di assestamento avrebbe iniziato i trasferimenti tra Cassinate e Sorano. Molti tremano. Temono di dover pagare la loro posizione troppo vicina all’abazia e di finire sui monti al confine con l’Abruzzo. E si appellano in alto. Ma il monsignore è sordo da quell’orecchio, soprattutto gode di molta stima presso la Nunziatura (il che gli assicura ampi margini di manovra) ed ha già detto: “Il sacramento dell’ordine ci “incardina” nella vita della Chiesa particolare e non in una singola o esclusiva comunità parrocchiale. E’ una questione di fede!”
Quali sono le prime pedine mosse. In apparenza, tutti vengono premiati. In alcuni casi è vero. Ma in alcuni c’è chi è convinto che sia stata applicata la regola non scritta del ‘Promoveatur ut amoveatur’: promossi solo per essere spostati.
In ogni caso, andrà a respirare aria vaticana il parroco di Isola del Liri don Mario Santoro che il primo luglio inizia il servizio temporaneo presso il “Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione”, quale collaboratore nella preparazione, svolgimento e chiusura del Giubileo straordinario della misericordia (termina con l’inizio della quaresima del 2017); continua a svolgere il ministero di parroco a Isola del Liri e il servizio di Cancelleria in Curia nei giorni di lunedì e sabato. In parrocchia gli darà una mano il vicario don Giuseppe Basile.
Promozione a vice rettore del Leoniano per don Giovanni De Ciantis che inizia il servizio di formatore presso il Seminario regionale di Anagni; frequenterà anche la Scuola di specializzazione in Psicologia presso l’Università salesiana
Promozione per don William De Cicco che diventa Pro-Rettore del Seminario diocesano, con l’aiuto di don Tomas Jerez in qualità di “Collaboratore della pastorale vocazione del Seminario”. Don William assume anche l’incarico di Cerimoniere vescovile.
L’apprezzato monsignor Alfredo Di Stefano, attuale direttore dell’Ufficio Liturgico nonché parroco della Cattedrale di Sora e rettore del Seminario della diocesi, viene ora nominato dai Vescovi del Seminario di Anagni Vice-direttore dell’Istituto teologico leoniano.
Don Cristiano Kpodzro (in servizio pastorale in diocesi) diviene collaboratore pastorale di don Salvatore Papiro nella Chiesa Madre di Cassino.
Don Giansandro Salvi è nominato responsabile del Diaconato permanente
Don Fabrizio Caucci è nominato parroco di Santopadre mentre don Ercole Di Zazzo è nominato parroco di Broccostella
Ma il vero segnale della rivoluzione è nel decreto che Gerardo Antonazzo ha firmato. Innanzitutto perché tocca il tema del rapporto tra denaro e chiesa, e poi perché il testo è frutto del confronto con i suoi colleghi Ambrogio Spreafico (vescovo di Frosinone sempre più considerato negli ambienti vicini a Papa Francesco) e Lorenzo Loppa (vescovo di Anagni, diocesi che si sta studiando se mantenere autonoma o fondere con Frosinone nei prossimi anni).
I tre vescovi hanno individuato una linea comune per disciplinare la questione delle offerte dei fedeli. Ne è nato un decreto nel quale si ribadisce – semmai ve ne fosse bisogno – che i sacramenti e le Sante Messe sono gratuiti, se i fedeli vogliono lasciare offerte ben vengano. Si pagano solo gli atti di cancelleria, né più né meno di quello che accade nei normali uffici burocratici dello Stato Italiano o di qualsiasi altro Paese. E le tariffe non vengono stabilite dal parroco: per evitare richieste di donazioni troppo generose è stato fissato il tetto massimo di spesa.
Il decreto entra in vigore dal primo settembre e stabilisce che il contributo di Curia per la vidimazione delle pratiche matrimoniali è fissato in 30 euro per i matrimoni celebrati in parrocchia e in 50 euro per i matrimoni celebrati fuori parrocchia. Il contributo “è destinato per il 50% alla Curia diocesana e per il 50% alla parrocchia dove fu istruita la pratica”.
Le offerte per la redazione di certificati di qualunque tipo non sono determinate e sono lasciate alla libertà dei fedeli.
Le offerte in occasione della celebrazione di Battesimi, Prime Comunioni, Matrimoni ed Esequie non sono determinate e sono lasciate alla libertà dei fedeli. Il celebrante “può trattenere per sé da eventuali offerte solo l’intenzione per la Santa Messa, mentre il rimanente deve essere destinato alla cassa parrocchiale”.
C’è poi la questione delle chiese storiche: esempi d’arte antica che sempre più sposi scelgono come location in cui celebrare il loro matrimonio anche se si trovano al di fuori della loro parrocchia. La manutenzione di quelle chiese sta incidendo in maniera importante nei bilanci della Diocesi. E allora, in caso di “nubendi che provengono entrambi da parrocchie diverse da quella dove avviene la celebrazione del matrimonio, il parroco propone agli stessi nubendi un contributo congruo per la manutenzione dell’edificio sacro, e comunque non superiore a € 200 (duecento).
Le offerte in occasione della celebrazione delle Cresime sono lasciate alla libertà dei fedeli. Il parroco “provvederà a trasmettere le offerte al Vescovo, il quale ne deciderà la destinazione”.
L’offerta per la celebrazione e applicazione di Sante Messe è determinata in base a quanto deliberato dalla Conferenza Episcopale Laziale, fermo restando che è consentito al sacerdote accettare una offerta data spontaneamente, maggiore o minore di quella stabilita e che è vivamente raccomandato celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta.
Nel decreto “si rammenta che ogni parroco è tenuto a celebrare la S. Messa pro-populo la domenica e negli altri giorni festivi”.