Covid-19, l’onda di stupore: la stessa che investì i discepoli

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L'incredulità. Quella che ci assale di fronte alle cose straordinarie. Come i medici e gli infermieri che si lanciano contro il covid-19, gli italiani che riempiono i carrelli della spesa, gli ospedali che crescono in poche settimane. È la stessa incredulità provata dai discepoli davanti al Risorto. È paura che tutto poi torni come prima. Anche noi abbiamo bisogno di chi ci dica...

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma… per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore

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Nei racconti evangelici che narrano dell’incontro del Risorto con i discepoli c’è un ritornello, quasi ossessivo: i discepoli non riconoscono Gesù, non vedono la verità, non riescono a capire, pur avendolo di fronte, toccandolo, mangiando con lui.

Da una parte la paura, dall’altra la gioia impediscono loro di comprendere cosa sta succedendo. È qualcosa di troppo forte che impedisce a quegli uomini di avere idee chiare: o meglio, le hanno ma non ci credono. Addirittura, la stessa gioia di averlo incontrato vivo dopo lo strazio del calvario è talmente forte che non ci possono credere: è troppo bello che la tragedia si trasformi in un grande slancio di vita, che la morte sia stata vinta… Non è possibile che sia vero.

Quindi, prima, la paura li tiene incatenati e poi riconoscere il risorto diventa una cosa da evitare. Non è possibile, non succedono queste cose.

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Siamo anche noi, in questi giorni, vittime di queste due situazioni che convergono poi nella cultura della morte.

Da una parte, la paura per un’epidemia che, per i tanti sbagli commessi, ha falciato decine di migliaia di persone: ne siamo sconvolti, ci chiediamo come sia potuto accadere. Dall’altra abbiamo visto tanto eroismo, tanta solidarietà, tanta capacità di accettare sacrifici fortissimi: abbiamo visto abnegazione, coraggio, disponibilità; ci siamo accorti che questo è un Paese serio, quando vuole, solidale.

Ma, anche qui, non ci vogliamo credere; vediamo segnali preoccupanti: evasori fiscali in fila per chiedere il sostegno a quello Stato che hanno sempre ripudiato, demagoghi che da un giorno all’altro cambiano idea pur di cavalcare la rabbia popolare, approfittatori che non si fermano neppure davanti alla tragedia, pur di far soldi.

E, di fronte a questi fatti, la nostra gioia per un Paese che potrebbe cambiare, si trasforma in rassegnazione: tanto tornerà tutto come prima, tanto la sanità ricomincerà ad essere terreno di caccia per speculatori ed affaristi con il consenso tacito ed interessato di chi, invece, dovrebbe far sì che questo paese abbia cura dei propri cittadini… Pur pieni di gioia non ci crediamo…

E allora abbiamo bisogno di chi ci dica: coraggio, sono con voi, fidatevi, vi precederò in Galilea, mutate prospettiva, cambiate questo Paese!