Ecco cosa è la Saggezza

Cosa è la saggezza? Non è intelligenza, né buon senso o filosofia. E perché uomini considerati saggi, talvolta commettono errori spaventosi. Ecco qualche risposta

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

 venne in me lo spirito di sapienza.

La preferii a scettri e a troni,

stimai un nulla la ricchezza al suo confronto – Sap 7, 7-8

Timor Dei initium Sapientia

Soldi o saggezza? Un dilemma che accompagna la riflessione di tutte le civiltà, in ogni periodo storico, e che trova la sua sintesi mirabile nella Parola, sia nella tradizione dell’Antico Testamento, sia nell’insegnamento di Gesù che arriva addirittura a definire il danaro come la divinità alternativa a Dio, “non si può servire due padroni, Dio e Mammona come si legge in Luca 16,13.

Ma cos’è la saggezza? Se non facciamo attenzione, rischiamo di confondere la saggezza con l’intelligenza magari, o con la filosofia, o, ancor peggio, con il buon senso

La cultura occidentale ha riflettuto molto sulla capacità dell’uomo di ragionare, portando fino alle estreme conseguenze questa critica, tanto da arrivare a dire che non c’è possibilità di essere “saggi”

Una tale analisi porterebbe molti  ad interrogarsi sul fatto che la saggezza possa essere l’elemento più importante della vita.  A volte, lo verifichiamo anche personalmente, persone molto sagge fanno errori spaventosi. Nel passato  hanno condizionato intere generazioni, hanno imposto regole di vita terribili.  E’ necessario perciò  capire  cosa sia effettivamente questa  saggezza che dobbiamo preferire a tutte le ricchezze che un uomo possa desiderare. 

Cos’è la Saggezza

(Foto: Varun Kulkarni / Pixabay)

Sempre nel  Libro della Sapienza, si può leggere un versetto che  Borromini volle inciso sulla cupola di S. Ivo alla Sapienza, appunto: Initium sapientiae timor Dei est L’inizio della saggezza è il timor di Dio.

L’inizio, nella concezione biblica, è il fondamento di ogni cosa,  il principio, ciò su cui si basa tutto il ragionamento successivo. Ma  l’altro termine è più spigoloso a causa del  significato contemporaneo della parola timore,  che nella nostra mentalità indica un atteggiamento di subordinazione e di incapacità di essere se stessi, in quanto condizionati appunto dalla paura.  

Il timor di Dio invece, nella concezione biblica, è il riconoscere la presenza del Signore nella nostra vita, è il sentirci creature nei confronti del Creatore, e quindi ammettere che tutte le nostre decisioni devono fare i conti con Dio. 

Qui, appunto, inizia la Sapienza perché nel momento in cui io sono capace di confrontarmi con Dio, di mettermi di fronte a lui, di discutere con lui, di litigare con lui, non farò stupidaggini,  non sarò sottomesso alle passioni, non sarò condizionato dalla ricerca di soddisfazioni immediate ma avrò un punto di riferimento assolutamente stabile, un centro di gravità permanente come dice Battiato, che richiede la libera adesione alle sue proposte.

Non siamo noi a decidere cos’è il bene o il male, a noi spetta scegliere di fare il bene o di non farlo. Questo è il timor di Dio

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).