Il modo giusto per fare il bene

Foto 8c) lalesh Aldarwish / Pexels

Anche nel modo in cui facciamo il bene può insinuarsi il maligno. A cosa bisogna stare attenti. In che modo va fatto il bene. Cosa si nasconde dietro alle semplici parole sull'acqua fresca da donare ai piccoli

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa.

*

C’è modo e modo di fare il bene: in queste settimane di pandemia in tanti si sono dati da fare. È un vanto degli Italiani, un’attestazione onorevole, un’ulteriore affermazione della bontà dei sentimenti che albergano nel cuore di tutti noi. Ma anche nel fare il bene può insinuarsi il maligno: può valere la volontà di mettersi in evidenza, di far vedere agli altri quanto siamo bravi, quanto abbiamo fatto per aiutare. Noi sì che siamo bravi, non quegli altri.

Le parole dell’evangelista Matteo, nell’apparente semplicità dell’affermazione, ci rivelano il criterio necessario nel fare il bene, nel compiere azioni buone. Offro un bicchiere d’acqua, ma quest’acqua deve essere fresca: non bisogna essere approssimativi, disordinati nel fare il bene, bisogna farlo con gentilezza,  anche con efficienza, capendo bene le conseguenze dei gesti che mettiamo in opera.

Ecco perché il bicchiere deve essere di acqua fresca: in quell’aggettivo c’è il rispetto per gli altri, la cura degli altri, la volontà di essere al loro fianco e non di dimostrare la propria superiorità o ancor peggio di evidenziare quanto siamo bravi nell’aiutare le persone.

La beneficenza deve essere gratuita e non reciproca: non bisogna aspettarsi qualcosa in cambio. Foto © Andrea Piacquadio da Pexels

Come ci  dà fastidio tante volte la palese pubblicità di azioni che sembrano essere di beneficienza ma che poi si rivelano iniziative commerciali se non addirittura politiche con esponenti di Partito che, senza alcuna remora, senza vergogna,  dicono: ecco, guardate quanto noi siamo solidali, come se la solidarietà non sia un dovere financo prescritto dalla Costituzione della nostra Repubblica.

L’evangelista poi fa aggiungere a Gesù un altro elemento essenziale nel paradigma delle generosità: bisogna essere generosi con i piccoli, con coloro che non possono contraccambiare, che non possono votarci, che non possono comprare i nostri prodotti perché siamo diventati più buoni e simpatici.

Purtroppo la tentazione può giocare brutti scherzi alla nostra coscienza anche quando facciamo il bene…

Stiamo attenti e saremo ricompensati.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright