Serve qualcuno che dica “Pace a voi”

Cristo venne tradito, lasciato solo, rinnegato: ma quando apparve proprio a quelli che l'avevano abbandonato non disse parole di vendetta, bensì 'Pace a voi'. Quelle parole che ora nessuno pronuncia

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

 venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!»  (Gv 20,19)

È quello che vorremmo tutti in questi giorni: che quel Gesù in cui Ucraini e Russi credono, che onorano, pregano con le stesse parole, gli stessi riti, per cui furono perseguitati durante il comunismo sovietico, nel cui nome tutti si segnano la fronte e le spalle, appaia in mezzo a loro e dica quella parola che sembra essere scomparsa dal vocabolario di tanti: Pace, fermatevi, basta.

Proviamo ad immaginare quel momento, nella collina meridionale di Gerusalemme, il Monte Sion. Lì un gruppo di uomini e qualche donna è chiuso dentro per la paura di fare la stessa fine del loro capo. Loro stessi lo hanno abbandonato con una fuga precipitosa qualche giorno prima, vergognandosi del suo nome, negando di averlo mai conosciuto, sconvolti dal terrore per il loro futuro, frustrati per i tanti progetti che avevano riposto in quell’uomo che aveva loro cambiato la vita, con cui erano stati insieme per tre anni. Ma non avevano capito nulla.

Nessuna vendetta ma solo ‘Pace a voi’

Rifugiati ucraini a Korczowa (Foto: Bartosz SIEDLIK © Imagoeconomica)

La mattina, poi, le donne avevano detto loro di aver trovato il sepolcro vuoto: non si erano fidati, erano andati a vedere. Era vuoto, il lenzuolo funebre ripiegato, le bende della sepoltura riordinate. Ma non avevano visto, lui. Ed ora cosa accadrà? Hanno paura di credere in quello che hanno visto, non è possibile… Dov’è il maestro? E se fosse vero che è vivo, che cosa ci dirà? L’abbiamo abbandonato, l’abbiamo tradito, tutti.

E invece quell’uomo si presenta  loro. Invece di rimproverarli, di insultarli per la loro codardia, per la mancanza di amicizia, di riconoscenza, per la loro fede insignificante, dice una parola semplicissima ma straordinariamente importante: pace.

Ci sono certamente i colpevoli, coloro che hanno ingannato, coloro che hanno tradito, ci sono i sacerdoti e gli scribi, i romani, c’è Pilato, c’è la gente curiosa che è andata a vedere lo spettacolo… Ci sono le donne che piangono il condannato innocente, ci sono quei pochi amici che lo seguono da lontano, ci sono i soldati che non capiscono quello che avviene ma obbediscono agli ordini, ci sono gli altri condannati alla stessa sorte, alcuni imprecano, alcuni cominciano a capire… Ma sono quelle parole che cambiano tutto: Pace a voi.

La speranza che nessuno crede possibile

Papa Francesco (Foto: Paul Haring / Via Imagoeconomica)

Nessuna parola di vendetta, nessun rimprovero, nessun tribunale, soltanto speranza, sguardo al futuro, voglia di ricostruire…

Pace a voi, bisogna gridare in ucraino e in russo. Anche lì c’è l’aggressore e l’aggredito ma anche lì non si può continuare sulla strada della vendetta e della rivalsa perché in mezzo ci sono donne, bambini, anziani, malati. Nessuno si aspetta quelle parole, come i discepoli nel cenacolo, nessuno crede che sia possibile. Troppe parole di guerra lasceranno segni indelebili fra quelle popolazioni. Ci vuole chi dica: Pace a voi! 

(Leggi qui qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).