di Lucio MARZIALE
Opinionista
Controcorrente
Ora che la rabbia per il massacro di Emanuele è ancora viva ma in compagnia del buonsenso, ora che la collera è con il ciglio asciutto, c’è spazio per una considerazione. Che fatta subito sarebbe apparsa solo una provocazione irriguardosa.
Un avvocato difende i colpevoli, mica le brave persone.
Le brave persone, che sono la stragrande maggioranza, non hanno bisogno degli avvocati. Ovviamente si parla degli avvocati penalisti, e – fra loro – di quelli che più specificatamente si occupano del “carcerario”, il girone infernale della nostra bella società.
Questi avvocati sono quelli che vanno a far visita al “ragazzo” nel momento più buio; quel momento dove il portone del carcere si è chiuso; quando padri e madri e mogli vengono tenuti lontano; dove il telefono è un ricordo lontano e l’unica compagnia è una branda in una cella del reparto “nuovi giunti”.
Giunti in carcere.
Sono un volto amico e una voce serena in un momento di sconvolgimento totale. L’unico aggancio possibile al mondo di fuori, quando si è finiti dentro un sistema sconosciuto e ostile: un carcere.
Minacciare un avvocato, violarne la libertà di azione, mina la base stessa della moderna civiltà.
Ogni epoca ha avuto giudici, ma non ogni epoca ha avuto la garanzia che un Giudice possa aver deciso ascoltando anche le ragioni e i motivi del colpevole. E tali ragioni e tali motivi costituiscono proprio il lavoro di questo Avvocato. Che difenderà persino chi ne avrà ucciso uno, piangendo in silenzio il collega nel suo cuore.
Difendere gli innocenti è ovvio; difendere i colpevoli è da Avvocati.
Chi tocca un Avvocato, tocca la chiave di volta, ma le pietre finiranno per cadergli in testa.
Ed il bello è che ci sarà sempre un Avvocato a difenderlo in un Tribunale.
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