Attenzione e cinismo, la doppia svolta-salvezza

Di Francesco ha vinto la battaglia sull'equilibrio, la dimostrazione nelle ultime 4 partite: ognuna ha permesso di schiudere la finestra sulla successiva. Il Frosinone deve evitare pericolosi cali di tensione negli spiccioli di secondi finali, dal Genoa al Torino potevano costare cari. Con la Salernitana senza motivazioni eccessive per vincere

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Quattro pareggi pesanti nelle ultime partite. Quattro punti di snodo fondamentali per il Frosinone. Come nel gioco delle scatole cinesi nella narrativa (nell’alta finanza le scatole cinesi sono tutt’altra cosa), dove una dopo l’altra raccontano un’opera a livello crescente. La possibilità di leggere quella successiva ti è data dalla assoluta necessità che tu abbia letto con profitto quella precedente. Ci sono rimpianti perché almeno 1 di queste 4 partite avrebbe potuto regalare una vittoria. Ma il pareggio in casa del Genoa ha aperto la porta alla prova con il Bologna, il pari con i rossoblu ha schiuso la possibilità di giocarsi con una buona dose di morale la sfida con Napoli e il pareggio con gli azzurri ha portato alla prestazione autorevole e al pareggio in casa del Torino. Rimpianti? Certamente. Lo ha ripetuto come un mantra lo stesso Di Francesco, anche nel post-gara dell’Olimpico Grande Torino. E’ vero che è mancata ancora una volta la vittoria. La vittoria che ti fa fare il salto in alto.

Eusebio Di Francesco

La vittoria che lancia segnali alla classifica. Quella che vale come un pieno di benzina nel serbatoio. La vittoria che il Frosinone ha cercato di costruire con il gioco. Anche se in ognuna di queste 4 partite i giallazzurri hanno rischiato di perdere tutto nei secondi di recupero: a Genoa dopo il rigore non concesso al Var, calo di tensione e il salvataggio di Romagnoli ha evitato la beffa; in casa col Bologna Turati formato-monstre e poi il tiraccio alto di Ndoye idem come sopra; a Napoli Simeone non arriva sull’illuminazione di Osimhen a spiccioli dalla fine e dulcis in fundo al 50’ di Torino ancora Romagnoli decisivo. Quei secondi fuggenti sono costati troppi punti (Cagliari, Lecce e Juventus docet su tutte). Di Francesco che ha vinto la battaglia dell’equilibrio, adesso deve vincere quella dell’attenzione a tutto tondo e del cinismo sottoporta. Vale la salvezza.

Un miniciclo diviso in due

Brescianini e Coulibaly (Foto © Mario Salati per Alessioporcu.it)

Il miniciclo di 5 partite del Frosinone è da scomporre in due parti: Salernitana in casa ed Empoli fuori il primo blocco, poi Inter in casa, Monza fuori e Udinese all’ultima in casa. Un’altra scatola cinese, nell’accezione migliore del termine. Alla fine c’è la sorpresa. Speriamo tutti positiva. Si dice anche che chi ben comincia è a metà dell’opera. E allora bisogna tornare a vincere e per farlo bisogna battere subito la Salernitana nell’anticipo di venerdi sera. Con l’obiettivo di non farla ‘entrare in campo’, nel senso prettamente calcistico del termine.

La squadra di Stefano Colantuono – ex giallazzurro alla fine degli anni Novanta quando il calcio a Frosinone era solo ‘pane, amore e tanta fantasia’ – non ha nessuna intenzione di fare le funzioni dello scendiletto, come è giusto che sia. E allora la Salernitana va battuta senza spingere come forsennati sul pedale dell’acceleratore, senza attingere ad eccessive dosi di motivazioni supplementari ma con la capacità tecnica, fisica e mentale che il Frosinone ha saputo esprimere nelle ultime 4 partita. Che ci hanno lasciato con un po’ d’amaro in bocca sia per l’epilogo ma soprattutto per quello che poteva essere e non è stato nel lungo percorso dei giallazzurri.

Il trionfo dell’Inter

L’attaccante della Lazio Castellanos (Foto: Claudio Peri © Ansa)

La settimana di calcio che porterà alla disputa della 34.a giornata si è aperta con la semifinale di ritorno di Coppa Italia: la Juve si qualifica perdendo 2-1 in casa di una Lazio brillante, trascinata dalla doppietta di Castellanos e dal solito Felipe Anderson. Allegri muove le pedine nel finale e Milik segna il gol-qualificazione (stasera l’altra semifinale, Atalanta-Fiorentina). Tornando alle partite di campionato giocate, nella notte del ‘Meazza’ l’Inter batte il Milan 2-1 e conquista scudetto e seconda stella al termine di una stagione praticamente senza rivali. Per i neroazzurri l’unico vero rimpianto è probabilmente la Champions League che avrebbe permesso il salto di qualità.

Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter (Foto: LPS / Marco Iorio / DepositPhotos)

In casa Milan è aperto già il dopo Pioli (Lopetegui l’obiettivo ma spuntano Tedesco e Conceicao) anche se il tecnico emiliano, con un anno di contratto in tasca, ha tutta l’intenzione di voler rispettare le firme e non cedere al primo corteggiamento del Napoli che a sua volta ha già aperto il casting per il dopo Calzona (in lizza la colonia di italiani che va da Pioli a Italiano passando per Palladino ma il nome nuovo è Rose del Lipsia). Nel primo posticipo di lunedi, colpo grosso del Bologna che sbanca l’Olimpico e costringe la Roma ad andare a -7 dal quarto posto. I giallorossi, che giovedi saranno di scena a Udine, non hanno più così salda la quinta posizione.

Grinta ed episodi spingono il Cagliari

Claudio Ranieri, allenatore del Cagliari

La 33.a giornata si era aperta con la vittoria della Lazio, di misura, sul campo del Genoa. Gol di Luis Alberto, assist di Kamada, pallone filtrante di Felipe Anderson. In sostanza, alla partita abbastanza autorevole della squadra di Tudor, la ciliegina sulla torta l’hanno messa i tre giocatori con la valigia in mano. Nella serata di venerdi la Juventus veniva surclassata per trequarti della partita dal Cagliari, sotto due gol (entrambi su rigore, tocco di braccio da parte di Bremer con molti punti interrogativi) e con Szczesny protagonista.

Vlahovic, bomber della Juve

Poi la sveglia suonata da Allegri, il gol di Vlahovic che accorcia le distanze e sui titoli di coda l’autogol di Dossena che lascia la squadra di Ranieri a quota 32 ma con la possibilità di chiudere i giochi con 4 punti. Alla resa dei conti manca un rigore alla Juventus (sic!) per una gomitata di Mina ad Alcaraz in piena area di rigore dei sardi. Sullo 0-0. E il tocco di braccio di Bremer in area è nettamente involontario. Dopo il gol del 2-2 al ‘Meazza’ con l’Inter realizzato da Viola dopo un fallo di mano di Lapadula, c’è il bis.

Punti pesanti di Empoli, Verona e Lecce

Aurelio De Laurentiis (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Sabato l’Empoli aveva battuto il Napoli 1-0 con un gol di Cerri (che poi si fa male) ma soprattutto batte il Napoli peggiore degli ultimi 10 anni, con giocatori in campo per conto loro. Patron De Laurentiis aveva lasciato lo stadio già al termine del primo tempo. In territorio Champions l’Atalanta passa 2-1 a Monza col brivido finale del palo dei brianzoli a tempo scaduto mentre la Fiorentina accelera nella ripresa e vince 2-0 in casa di una Salernitana ad un passo dalla retrocessione aritmetica.

Suslov del Verona (Foto: Emanuele Pennacchio © Ansa)

Colpo gobbo del Verona in casa con l’Udinese (1-0), gol di testa a tempo scaduto del difensore Coppola che si era catapultato in area. Tre punti che portano la squadra di Baroni a quota 31 e lasciano l’Udinese a 28 punti, con 18’ da recuperare giovedi sera con la Roma. Paga la sconfitta il tecnico Cioffi, anche per l’avvicendamento al 1’ di recupero di Lucca (doveva starci lui su Coppola) con Success. Crollo casalingo del Sassuolo, il Lecce vince 3-0 e spreca almeno altri 3-4 gol. Emiliani penultimi a -1 dal Frosinone. Quel rigore sbagliato al 90’ da Kaio Jorge ancora grida vendetta. Due punti in meno al Sassuolo e 1 in più al Frosinone e la classifica avrebbe regalato un’altra prospettiva.