Frosinone, servono gli squilli degli attaccanti

Le punte giallazzurre hanno segnato solo 4 dei 12 gol totali. Una delle percentuali più basse dell’intero campionato. A segno solo Soulé (3) e Cheddira (1). L’inesperienza il limite più importante del reparto avanzato

Alessandro Salines

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Soulé non è l’eccezione che conferma la regola perché di regola gli attaccanti devono segnare. Scusate il bisticcio di parole ma il dato che emerge dopo 9 giornate lo impone. Le punte (tranne l’argentino) del Frosinone infatti hanno ancora le polveri bagnate. Appena 4 gol sui 12 totali sono stati siglati dagli attaccanti in organico. Una percentuale tra le più basse dell’intero campionato. Peggio solo il Monza.

Insomma il reparto avanzato non ha ancora dato un contributo sufficiente alla causa in termini realizzativi. Certo l’impegno e lo spirito non mancano ma gli attaccanti per definizione devono incidere sotto porta. Serve dunque un’inversione di rotta già a partire dalla gara di domenica alle 12.30 a Cagliari contro una squadra che ha segnato la miseria di 5 reti di cui 3 firmate dal pacchetto avanzato.

A segno solo Soulé e Cheddira

Marvin Cuni

L’ex juventino ha siglato 3 gol ed è il capocannoniere della squadra. L’ultimo domenica scorsa a Bologna su rigore. Il quarto sigillo lo ha apposto Cheddira contro il Sassuolo trasformando il penalty del momentaneo 1-2. Quattro reti su 12: una percentuale del 33,3 per cento, praticamente un terzo. Il resto del reparto ancora non ha timbrato il tabellino dei marcatori. A secco i centravanti Cuni e Kaio Jorge (ha esordito domenica, per lui 5’) e gli esterni Baez, Caso, Kvernadze, Garritano (se lo consideriamo attaccante) e Bidaoui (mai in campo finora).

Giuseppe Caso

Troppo poco. Ci si aspettava di più da Cheddira che ha giocato tutte le partite ed è arrivato con una dote di 17 reti segnate col Bari. L’italo marocchino svolge un grande lavoro ma è chiaro che serve maggiore incisività in zona gol. Anche Caso, Cuni e Kvernadze, molto attesi alla vigilia, stanno facendo fatica. Ingiudicabile per ora Kaio Jorge. Mentre Baez e Garritano non hanno troppe reti nelle gambe.

Inesperienza ed il fattore centrocampisti

Eusebio Di Francesco

È innegabile che il problema principale sia la scarsa esperienza di giocatori molto giovani. Gli attaccanti in solido possono vantare poche presenze in Serie A. Alcuni (Cheddira, Cuni, Kvernadze) sono addirittura debuttanti. Il “mestiere” è fondamentale e ad alti livelli può addirittura colmare il gap di qualità. Quindi è normale un periodo di rodaggio, sperando che non diventi troppo lungo. Il campionato infatti non aspetta nessuno.

Bisogna inoltre sottolineare che il gioco di Di Francesco prevede grande movimento e scambio continuo delle posizioni. E quindi più giocatori sono coinvolti nella manovra d’attacco. E non è un caso che i centrocampisti hanno siglato 5 reti (2 Mazzitelli ed Harroui e 1 Reinier).   

Gli attaccanti del Napoli i più caldi

Matteo Politano

Le punte azzurre finora hanno segnato la bellezza di 15 gol sui 20 totali con Osimhen che ha messo a segno 6 reti. Una percentuale pari al 75 per cento. Nella speciale classifica i campioni d’Italia precedono l’Inter (14 su 20), il Milan (13 su 16), il Sassuolo (10 su 12) ed il Lecce (9 su 10). Il reparto avanzato del Monza è stato finora il peggiore del campionato con 1 gol (Colombo) sugli 8 segnati. Due reti invece per Empoli ed Udinese.