La scossa di Stirpe: “Dispiace per Nesta ma basta alibi”. Arriva Grosso

Il presidente del Frosinone ha spiegato i motivi del licenziamento del tecnico. "Nelle ultime due partite ci sono stati segnali preoccupanti ma il problema non è solo l'allenatore". Domani sarà ufficializzato il nome del successore. Salvo clamorosi colpi di scena sarà l'ex Bari e Verona, anche lui campione del mondo nel 2006. Ma il patron ha anche messo in discussione il suo futuro nel club: "Inizia una fase di valutazione, in questo periodo mi sono sentito molto solo".

Alessandro Salines

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Ci mette la faccia come ha sempre fatto nei suoi 18 anni di presidenza del Frosinone. Soprattutto nei momenti difficili Maurizio Stirpe non si nasconde. E lo fa anche stavolta quando c’è da annunciare l’esonero del tecnico Alessandro Nesta dopo quasi due stagioni e una finale playoff persa contro lo Spezia. Fatali i risultati deludenti (2 vittorie in 18 partite) e la posizione in classifica (12° posto a 6 lunghezze dai playoff).

Stirpe insomma è in prima linea pronto ad assumersi le sue responsabilità ma anche a rispondere alle critiche fin troppo feroci.

Fabio Grosso

Al posto di Nesta è in arrivo un altro campione del mondo, ovvero Fabio Grosso, l’autore del primo gol nella semifinale contro la Germania e del rigore decisivo nella finale con la Francia. Firmerà fino a giugno con opzione per il prossimo anno. In carriera ha allenato la Juve Primavera, il Bari, il Verona, il Brescia ed il Sion nella Superleague svizzera dove è stato esonerato qualche giorno fa.

Prima di Grosso erano circolati altri nomi come quelli di Aurelio Andreazzoli, Gian Piero Ventura e Cristian Bucchi.

IL RAMMARICO DI STIRPE

Stirpe non avrebbe mai voluto prendere questa decisione. D’altronde non è stato mai un mangiallenatori. Nesta è soltanto il sesto tecnico licenziato in 18 anni di presidenza. Il suo rammarico è sincero.

Ma le scelte a volte sono dolorose anche se necessarie. “A me dispiace esonerare Nesta – sostiene il presidente nel corso di una conferenza stampa straordinaria – ma non è solo lui il problema. Non voglio dare più alibi all’ambiente che da tempo chiede la testa dell’allenatore. All’ambiente chiedo di valutare gli accadimenti. I responsabili sono quelli che sono andati via, sia per loro volontà ma anche per comportamenti maleducati e insopportabili”.

Maurizio Stirpe

Chi non c’è ha sempre torto. Chi rimane e ci mette testa, cuore e portafoglio forse merita più rispetto. Per cui noi esoneriamo l’allenatore anche se lui ha una parte di responsabilità. La parte maggiore l’ha invece chi è andato via, basta rileggersi il film degli ultimi tre anni. E ognuno potrà fare le sue valutazioni e considerazioni. E poi la parte di responsabilità l’hanno quelli che sono rimasti. Da oggi quindi non ci sono più alibi. La squadra lo farà da condizione di ritiro da domenica prossima con un nuovo allenatore, a tempo indeterminato e fino a quando il Frosinone non riuscirà ad uscire dal campo in un modo dignitoso e quindi i risultati non determineranno il contrario”.

 

LA SCOSSA

Il presidente Stirpe entra nel cuore della decisione. E lo fa senza sconti. “Noi in questo Frosinone ci mettiamo testa, cuore e portafoglio. Altri ci mettono solo la lingua per fare polemiche – afferma il patron – Ritengo quindi, decisione per me molto sofferta e sono stato molto combattuto dal prenderla ma dico che c’è bisogno di una scossa. La squadra e l’ambiente non debbono avere più alcun tipo di alibi. Perché quando una Società difende un allenatore, come ha fatto il Frosinone con Nesta, lo fa sulla base dei numeri”.

Ma Nesta è un allenatore che non ha mai potuto applicare il suo sistema di gioco perché non c’era la disponibilità dei giocatori ad attuarlo oppure diciamo che c’era una inadeguatezza in caratteristiche di taluni. Nesta è partito male la scorsa stagione, ha dovuto gestire le tossine di una retrocessione. C’era gente che voleva andare via a fronte di nessuna richiesta, gente che non ha la sensibilità di capire che c’è qualcuno che ti paga e soprattutto che esistono dei rapporti tra club che debbono essere salvaguardati. La società ha supportato Nesta, a volte bene, altre meno bene”.

Alessandro Nesta

Stirpe ripercorre il cammino dell’ormai ex allenatore. “Dopo un avvio non soddisfacente la scorsa stagione, tutti abbiamo trovato un equilibrio prima del lockdown – ricorda il presidente – C’è stato il Covid, lo stop dei campionato e tutto questo non è stato metabolizzato bene lo scorso anno e quest’anno”.

Significa che abbiamo una scarsa personalità. Perché giocare senza nessuno allo stadio fa prevalere solo chi riesce ad estraniarsi anche senza la presenza del pubblico, chi ha una forza mentale importante. Gli acuti li abbiamo fatti a fronte di gamba e forma giusta di alcuni giocatori. Altre volte abbiamo rimediato una brutta figura per le motivazioni dette in precedenza, la mancanza di quella famosa forza mentale. Anche quest’anno siamo ripartiti allo stesso modo”.

GLI ULTIMI SEGNALI

Ma l’esonero di Nesta è soprattutto figlio di alcuni segnali che il presidente ha percepito nelle settimane scorse. (Leggi qui Un palo di Tribuzzi e poi a Frosinone gioca solo il Lecce).

Innanzitutto dobbiamo ripartire dalla posizione di classifica rispetto agli obiettivi prefissati – sottolinea Maurizio StirpeIn tempi non sospetti dissi che dovevamo stare dalla parte sinistra della classifica per poi capire a poche giornate dalla fine della stagione se ci sarà la forza per competere all’obiettivo playoff. Ma se analizziamo l’andamento della stagione, fino al 18 dicembre possiamo dire che la squadra stava facendo meglio degli obiettivi prefissati, eravamo terzi”.

Poi è arrivato il Covid che ci ha colpito in un modo molto severo, con tanti contagiati. Tutto questo e gli infortuni hanno influito dal 20 dicembre fino al termine del girone di andata. Il potenziale è chiaramente rimasto inespresso. A febbraio e poi è proseguito anche a marzo c’è stato un andamento preoccupante: 10 punti in 11 partite nel girone di ritorno, con 2 vittorie, 4 pareggi e altrettante sconfitte. Alcune di queste immeritate, altre meritate”. 

Frosinone-Lecce Foto: Mario Salati per Alessioporcu.it

Ed ecco i segnali che hanno fatto accendere la spia. “Mi riferisco – scende nel dettaglio – al secondo tempo della gara col Chievo, nel quale si sono mostrate fragilità importanti: abbiamo avuto il modo di chiudere la partita e di farlo con un avversario che te lo consente e se non lo fai, questo è un grave punto di demerito. Denota qualche scricchiolio nei meccanismi. E poi non mi è piaciuto il secondo tempo della gara col Lecce. Non ci sta a dover perdere in quel modo dopo un primo tempo importante, di andare sotto di un gol nella ripresa, subire un rigore e pararlo: quella di solito deve essere la spinta, la molla che ti fa ripartire e che ti dice di provarci fino alla fine. Invece non è successo assolutamente niente. La somma di due tipi di fragilità mi hanno fatto molto pensare”.

IL FUTURO

Nella conferenza stampa Stirpe non ha nascosto un certo disagio che ha avvertito. In questi ultimi tempi si è sentito un uomo solo al comando per parafrasare la famosa frase del radiocronista di ciclismo Mario Ferretti.

Il presidente annuncia l’inizio di una fase di valutazione. “Queste ultime due stagioni sono state molto difficili, dal punto di vista economico e finanziario – spiega Stirpe – Senza ricevere nemmeno una telefonata di incoraggiamento da parte di nessuno. Sembrava quasi fosse un dovere fare queste cose (il presidente non lo dice ma probabilmente si riferisce anche alle Istituzioni, ndr). Questo mi fa riflettere. Non tutto deve essere dato per scontato. E tutto deve essere messo in armonia col resto dell’ambiente”.

Maurizio Stirpe Foto: Imagoeconomica / Rocco Pettini

Io faccio il calcio perché voglio dare qualcosa alla gente del territorio ma non deve essere un obbligo bensì un piacere perché immagino che dall’altra parte c’è gente che ha piacere di ricevere questo sforzo allo stesso modo. Se dovessi accorgermi che questo piacere non è più reciproco e lo valuterò attentamente, sarò il primo ad alzare il sedere dalla sedia. Parte così anche una fase di valutazione e riflessione il cui esito non è scontato. Ne parleremo a fine stagione, ne parleremo qualora dovessimo riuscire a trovare lo spirito giusto che ci ha portato fin qui e che qualcuno ha dimenticato. Questa cosa mi dà molto fastidio. Debbo dire la verità, in tante situazioni mi sono trovato in una grande condizione di solitudine. Penso che il calcio così non valga la pena farlo.

L’OBIETTIVO DI STIRPE

Il presidente è rimasto deluso soprattutto dall’incapacità della squadra di sapersi adattare alla nuova condizione determinata dal Covid. “Secondo me, dal punto di vista emotivo subiamo di più questa situazione rispetto ad altre squadre. Magari anche del nostro stesso livello”, puntualizza.

Ma Stirpe non getta la spugna. Non è abituato a farlo ed è convinto che il Frosinone possa rialzarsi. “Se l’obiettivo è di stare dalla parte sinistra e giocarsi le chances per i playoff, il Frosinone non è lontano, non siamo nel disastro. Siamo a -2 – continua Stirpe – Ma non è una situazione soddisfacente che ci lascia tranquilli. E per questo, faremo tutto quello che si può fare per modificare l’andamento di questa inerzia. Però valgono le considerazioni che ho fatto prima: bisogna capire quale era l’obiettivo e come siamo posizionati in classifica”.

Maurizio Stirpe

Stirpe infine difende le ultime scelte di mercato: “La campagna acquisti? Vediamo allora chi è andato via e chi è arrivato e a quel punto dico che la squadra non è stata indebolita – chiosa Stirpe – Ripeto: chi è andato via era perché voleva farlo oppure non c’erano più le condizioni ambientali per rimanere. Se la gente non si mette in testa queste cose e soprattutto che la coerenza nel breve non paga mai. Esattamente come l’essere leali, inflessibili e rigorosi su certi princìpi nel breve periodo non paga mai. Stranamente paga sempre nel medio e lungo periodo. Quando magari uno non si ritrova più le cose che aveva ma quando va a fare il paragone con le cose che ha dice: forse stavo bene quando stavo meglio”.