Nuoto e piscine, è ora di cambiare… stile

Nel Lazio poche e fatiscenti strutture e tante difficoltà ma il potenziale socio-economico del settore resta enorme. Grande l’impegno delle società sportive che chiedono alle Istituzioni maggiore attenzione e collaborazione. Turismo sportivo legato alle manifestazioni, impianti aperti tutto l’anno, project financing ed un contraddittorio costruttivo con gli enti sono i punti cardine per fare il salto di qualità. Il parere del dirigente e consigliere regionale Fin De Vita

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Parola d’ordine, o meglio sarebbe dire magica: sistema. Fare sistema intorno al nuoto e alle piscine per regalare valore, civiltà, benessere e cultura al territorio. Ma in Italia stiamo indietro e manca una progettualità su un settore dalle grandi potenzialità. E nel Lazio la situazione è ancora peggiore se si tiene conto di un dato: secondo l’ultimo studio di “Sport e Salute Spa” nel Centro del Paese si trovano solo il 22% delle strutture pubbliche e private d’interesse pubblico contro il 52% del Nord ed il 26% del Sud. Ma le associazioni sportive non demordono, sperano in un cambio di rotta, chiedono alle Istituzioni maggiore attenzione e collaborazione. Fare appunto sistema.

“Come dicono i numeri, il quadro non è dei migliori. Gli impianti natatori sono pochi e in molti casi vetusti con seri problemi strutturali – ha sottolineato l’avvocato Emanuele De Vita, consigliere regionale della Federnuoto e dirigente del Centro Nuoto Roma e del Centro Nuoto Anagni che gestiscono una serie di piscine tra Roma e Frosinone – Credo che bisogna cambiare mentalità e valorizzare il lavoro delle società sportive che devono essere centrali e considerate delle vere proprio imprese. E poi bisogna avere il coraggio d’investire sullo sport che significa investire sul benessere della città”.

Turismo sportivo

Lo Stadio del Nuoto di Frosinone

Puntare sulla base e su impianti a misura d’uomo. Organizzare gare provinciali e regionali con maggiore frequenza in modo tale da creare un vero e proprio flusso turistico legato alla manifestazione sportiva. Con indubbi vantaggi per il territorio che deve rispondere offrendo un’accoglienza all’altezza della situazione. Insomma fare rete tra le varie componenti per sentirsi protagonisti di un progetto.

“I grandi eventi sono importanti ma si svolgono una volta ogni 4 anni come i Mondiali – aggiunge l’avvocato De VitaLe mega-strutture spesso diventano delle cattedrali, difficili da gestire per tutti. Quindi credo che la Federazione ed i Comitati regionali debbano puntare su manifestazioni regionali e provinciali da ripetere spesso durante l’anno. Valorizzando gli impianti medio-piccoli. Si creerebbe un bel movimento turistico con un ritorno non indifferente per l’indotto. Centinaia di atleti, tecnici, dirigenti e familiari si muoverebbero da Civitavecchia a Cassino.  Ad Anagni organizziamo gare propaganda (10-18 anni ndr) di livello regionale ed in tanti approfittano per visitare le bellezze della città. Creando anche un indotto commerciale”.

Strutture aperte tutto l’anno

Foto: Anastasya ln

Per De Vita altro passo fondamentale per il settore nuoto sarebbe quello di creare una rete di piscine funzionanti 12 mesi. Questione di stretta attualità con l’avvicinarsi dei mesi caldi. Al chiuso in autunno, inverno e primavera per svolgere gare, corsi, ginnastica per anziani e chi ne ha più ne metta. All’aperto in estate per dare un punto di aggregazione ai cittadini ed organizzare i centri estivi per i bambini, Un servizio indispensabile per tante famiglie che con la fine della scuola non sanno dove lasciare i propri figli.   

“Noi ci stiamo provando con le nostre piscine scoperte a Morolo, San Vito e Fiuggi – osserva De Vita L’apertura tutto l’anno degli impianti o la creazione di una rete tra i vari comuni è fondamentale dal punto di vista sociale. Ma anche per le associazioni che avrebbero garantita la continuità gestionale da gennaio a dicembre. Credo inoltre che i Comuni dovrebbero investire sulle strutture outdoor o consentire alle società di costruire impianti tramite lo strumento del project financing”.

Lascia perplessi ad esempio come Anagni non abbia una piscina scoperta e lo Stadio del Nuoto di Frosinone non sia provvisto di una vasca all’aperto. “Al Comune di Anagni ho proposto la realizzazione di un impianto ludico-ricreativo attraverso un project – continua l’avvocato De VitaUn investimento sostenibile per la nostra associazione che può diventare strategico per lo sport e la socialità anagnina”.  

Più project e rigenerazione che Pnrr

La piscina di Alatri

Settecento milioni per l’inclusione sociale e lo sport stanziati grazie al Pnrr. Ma finora il Piano nazionale ripresa e resilienza non ha scommesso sul settore. Gli operatori sono pessimisti (“I progetti rimangono tali”, dicono a denti stretti). Il Pnrr dunque poteva essere un’occasione epocale ma finora l’interesse è stato tiepido. Per colmare quindi il gap strutturale non resta che recuperare gli impianti esistenti. Potrebbe essere già un passo importante. 

“Fondamentali sono l’efficientamento energetico, l’utilizzo di materiali consoni e la modernizzazione delle piscine – sottolinea il consigliere regionale e dirigente – Lo strumento del  project financing può essere la strada maestra: le società svolgono i lavori in cambio di una gestione che consenta loro di rientrare dell’investimento. Le difficoltà burocratiche verrebbero ridotte”.

Cosa occorre allora. “Serve un contraddittorio costruttivo con le amministrazioni che devono avere visione a lungimiranza. Investire sullo sport ha un ritorno sociale senza eguali. Per i giovani un’opportunità per svolgere un’attività sana e stare alla larga da situazioni pericolose. Un modello di vita distante da quello offerto da Suburra, Gomorra, Romanzo Criminale e via dicendo”.

Caso-Stadio del Nuoto

La situazione dello Stadio del Nuoto di Frosinone è l’emblema della precarietà in cui vive lo sport in provincia. Si tratta di un impianto moderno, costruito nel 2009 in occasione dei Mondiali di Roma. Ha grandi potenzialità inespresse con una vasca da 33 metri omologata per la pallanuoto internazionale e per il sincro. Inoltre l’impianto è dotato di una piscina più piccola, una palestra ed un punto di ristoro.

Ma il problema resta la gestione. Il Comune non sembra avere le idee chiare ingabbiato da logiche politiche che stridono con le esigenze di un impianto così importante e che potrebbe abbracciare un bacino d’utenza enorme. Fino al 24 agosto verrà gestito dalla Federnuoto. Poi chissà. Si continuerà con le solite proroghe? Si parla di un’interlocuzione tra l’Amministrazione comunale e la Fin per una conduzione congiunta dell’impianto ma in altre città l’operazione non ha funzionato per gli eccessivi costi a carico del pubblico.

Quale soluzione? “Credo nella gestione privata – chiosa l’avvocato De Vita Tramite una gara d’appalto la struttura verrebbe affidata ad una società che avrebbe tutto l’interesse per renderla efficiente al massimo e portarla a pieno regime. Credo che questa sia l’unica strada percorribile per garantire allo stadio una continuità gestionale senza rischiare quelle chiusure che in passato hanno danneggiato gli sportivi”.

Parola d’ordine: sistema.