Cala il sipario sulla convention annuale di Antonio Tajani. Alla fine Silvio Berlusconi non è andato. Lasciando il dubbio che non volesse parlare della cena con Gelmini. Il clima di smobilitazione. La Vuitton di Sperduti. Ed il tacco rotto di Chiusaroli
Mara Carfagna
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Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.
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La doppia frattura nel Centrodestra. Perché Berlusconi non va con Lega e FdI. Non solo la necessità di dialogo sulle concessioni tv. Ma anche avviare la costruzione di un nuovo centro.
L’europarlamentare rimane il più strenuo difensore di Silvio Berlusconi e non si cura di chi ha preso strade diverse. Ma sa che sul progetto riciclato dell’Altra Italia c’è la firma di Nicola Ottaviani, ora sindaco della Lega.
Quasi duemila persone al Brancaccio per la Convention di Toti. Nessuna scissione, nessun addio a Berlusconi. la rivoluzione si è interrotta dopo il confronto di ieri con il Cav. Chi c’era e chi no. Cosa ha detto. E cosa accadrà
Il Governatore della Liguria avverte Berlusconi: “Il partito si sta sciogliendo, serve una nuova apertura mentale”. In Ciociaria Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli sono pronti a guidare l’esodo. Il 6 luglio il convegno al Brancaccio.
Tajani resta in corsa per la poltrona di presidente del Parlamento Europeo. Il summit slitta dal 2 al 3 luglio. Ma se non dovesse centrare la conferma, allora tornerebbe prepotentemente in corsa per la guida di Forza Italia. Giovanni Toti non si fida e i leader del territorio si guardano intorno.
Oggi il Tavolo delle regole. I candidati alla segreteria nazionale di Forza Italia sono già tre. Tutti mantengono la guardia alta: per paura di una contro-strambata
Anche in provincia di Frosinone è cominciato il riposizionamento nel partito in vista delle primarie per il congresso nazionale. Tra certezze e scenari dati per scontati con troppa facilità potrebbero essere delle sorprese. E poi c’è sempre Claudio Fazzone
Il presidente Berlusconi ieri sera ha nominato Toti e Carfagna coordinatori della transizione verso il Congresso. I dubbi di Fazzone. E Ciccone. Una mossa per prendere tempo, scommettere sulla crisi, evitare le riforme. Il ruolo di Verdini.