Top e Flop, i protagonisti del giorno: 25 maggio 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

ROBERTO SAVIANO

Roberto Saviano (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Due condanne e un’assoluzione per le minacce allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione fatte in aula durante il processo di appello Spartacus a Napoli ai boss dei Casalesi nel 2008. Questo il verdetto della quarta sezione penale di Roma che ha inflitto un anno e mezzo di carcere per il capoclan Francesco Bidognetti e un anno e due mesi per l’avvocato Michele Santonastaso. Assolto per non avere commesso il fatto il terzo imputato, l’avvocato Carmine D’Aniello.

L’accusa nei loro confronti è minacce aggravate dal metodo mafioso. Alla lettura della sentenza era presente lo scrittore Roberto Saviano. Che ha detto: “Questo processo non risarcisce, ma è stata una lunga battaglia che ha dimostrato come il clan dei Casalesi non sia invincibile. E’ stato un processo delicato che ha raccontato come un clan abbia cercato di intimidire chi scriveva del suo potere. Una sentenza che mi dà speranza, ma che non mi restituirà i 13 anni di dibattimento e i 15 anni di vita sotto scorta. Vivere sotto protezione vuol dire perdere la propria vita. Sono contento anche per Rosaria Capacchione, vittima di anni ferocissimi e sottoposta ad attacchi. Sono contento, infine, che questa sentenza sia stata pronunciata a Roma perché dimostra come il problema della criminalità non riguardi solo il Sud”.

Roberto Saviano ha dedicato la vita alla denuncia di un sistema camorristico spietato e ramificato. La sentenza di oggi dimostra che il suo impegno non è vano.

C’è un giudice a Berlino.

MAURIZIO STIRPE

Maurizio Stirpe (Foto: Federico Proietti / Giornalisti Indipendenti)

Il vicepresidente di Confindustria nelle ore scorse, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, aveva detto: “Il ministro Orlando ci ha ripensato, forse sollecitato dai Soliti Noti ai quali fa proprio fatica a dire di no, ed ha messo in discussione la decisione assunta a fine marzo sul blocco dei licenziamenti che aveva trovato, con grande fatica, anche la nostra adesione. Era stato detto che a fine giugno questo divieto non sarebbe stato prorogato. Ora nel decreto Sostegni bis c’è uno slittamento a fine agosto. Non va: non solo per il merito, ma per il metodo e per l’affidabilità dei rapporti tra noi e il ministro”.

Stirpe ha la delega per le Relazioni industriali, ma ultimamente è lui ad esplicitare la linea di Confindustria. Ha voluto far capire che la scelta di andare avanti con la misura del blocco dei licenziamenti per le aziende che utilizzano la cassa Covid non era la soluzione migliore per Confindustria.

Per Maurizio Stirpeè una fonte di incertezza per le imprese, rallenta quei processi di riorganizzazione e riposizionamento essenziali per tornare ad essere competitive sui mercati, dopo questa crisi così pesante”. Una presa di posizione durissima, quella di Maurizio Stirpe.

In serata la notizia che il blocco dei licenziamenti non verrà prorogato e resterà in vigore fino a giugno.

Potente.

FLOP

ANDREA ORLANDO

Andrea Orlando

La notizia, nuda e cruda, è questa: il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno. È saltata la proroga al 28 agosto per le aziende che avessero chiesto la cig Covid dall’entrata in vigore del decreto Sostegni bis entro la fine del prossimo mese. Confermata invece la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l’impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono.

La posizione del ministro del lavoro Andrea Orlando è stata polverizzata. Nel pomeriggio il segretario del Pd, Enrico Letta, era intervenuto per blindare il ministro Orlando. Dicendo: “Sulla questione cruciale del blocco licenziamenti e della cig ho letto critiche superficiali e ingenerose nei confronti del ministro Andrea Orlando, che lavora, su tema delicato per milioni di italiani, con tutto il nostro sostegno e apprezzamento”.

E in una nota congiunta i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, avevano scritto: “Non possiamo assolutamente permetterci il rischio della perdita di ulteriori centinaia di migliaia di posti di lavoro. Riteniamo inaccettabile e socialmente pericolosa la posizione della Confindustria che si ostina a rifiutare la proroga del blocco dei licenziamenti in questa fase, tanto più alla luce dei finanziamenti di carattere sia generale sia specifici, destinati alle aziende e mai selettivi”.

Non si tratta di una situazione di secondo piano. Andrea Orlando è stato platealmente sconfessato. E con lui il segretario del Pd Enrico Letta. La seconda volta in pochi giorni. Magari con le dimissioni Andrea Orlando avrebbe fatto capire che il Pd è stufo di perdere per… senso di responsabilità. Fare finta di nulla non aiuta. Sconfitto nella partita decisiva.

Dite qualcosa di sinistra.

MASSIMILIANO CAPITANIO

Massimiliano Capitanio (Foto: Alessia Mastropietro / Imagoeconomica)

Apprendiamo oggi che la Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte “Fedez”, in relazione all’illecita diffusione dei contenuti dell’audio e alla diffamazione aggravata in danno della società e di una sua dipendente avvenuti in occasione del concerto del Primo Maggio‘”. Lo ha annunciato Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e capogruppo in Vigilanza Rai, in merito alla risposta alla interrogazione in Vigilanza sulle polemiche legate al concerto del Primo Maggio.

Aggiungendo: “Si tratta di un atto dovuto e doveroso  perché su temi fondanti della nostra democrazia, come la libertà di espressione e il rispetto della persona, non è possibile scherzare né tantomeno organizzare show per un pugno di like. Noi speriamo solamente che emerga la verità: non abbiamo sete di vendetta e ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in audizione in Vigilanza. Quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi, sarebbe offensivo del nostro ruolo fare finta di niente”.

Quella sera, del Primo Maggio, le parole di Fedez erano rivolte soprattutto alla Lega per le posizioni sul ddl Zan. Ora, è una regola basilare della comunicazione, politica e giornalistica, non creare il “martire”. Perché in quel modo si finisce con il mettere benzina nel motore di chi la pensa diversamente. Senza entrare nel merito di quello che è stato detto in quell’occasione, Fedez ha espresso un’opinione. La Lega, annunciando che la Rai ha deciso di procedere per vie legali, ha compiuto un atto di estrema debolezza politica.

Autogol da antologia.