Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 15 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 15 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 15 novembre 2023

TOP

MATTEO RICCI

Matteo Ricci (Foto: Marco Cremonesi © Imagoeconomica)

Quella di Matteo Ricci del Pd non è mai una scure, semmai uno scudiscio sottile. Ed è esattamente questo il motivo per cui a volte il sindaco di Pesaro a trazione Dem fa più male di tanti altri che mulinano armi “erculee. Perché lui, Ricci, tende sempre ad equalizzare il suo ruolo con il suo credo. E va a colpire esattamente dove le due funzioni vanno a sintesi. In questo caso e secondo Ricci a stortura palese. Quale?

Quella legata al contenuto della Manovra economica licenziata dal Governo e passata alle Camere. L’antefatto è noto: l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha messo in piedi una legge di Bilancio ritenuta debole e per molti disorganica nelle cose serie ed organica nelle faccende di spot mirato. In particolare quello che ha rilevato Ricci, che è coordinatore dei sindaci Pd e presidente ALI-Autonomie Locali Italiane, è un dato. Il dato in negativo tutto rappresentato dai “tagli agli Enti Locali per 250 milioni. Inaccettabile, daremo battaglia”, come ebbe a dire dando la prima scudisciata già al summit di Genova del 24 ottobre scorso, l’assemblea Anci alla quale Giorgia Meloni non aveva potuto partecipare di persona.

La polemica non è morta affatto, anzi, in queste ore ha trovato nuova polpa: “Non bastava lasciarci scoperti sui costi di energia ed emergenze varie. Tagliano ancora i servizi sulla pelle dei cittadini. E ancora: “Quel che è avvenuto sabato scorso, in piazza, a Roma, è fondamentale. Da anni non si vedeva una piazza così piena, tutti hanno chiesto alle forze di opposizione di mettersi insieme. Ma Pd e M5S non avranno un vantaggio se arriveranno divisi: la linea dovrà essere quella della competizione cooperativa“.

Ricci sa benissimo che se c’era una cosa che il Governo non deve mai fare è “inimicarsi” gli enti locali. Perché nei Comuni vige una regola di opportunità che spesso scavalca le adesioni partitiche e mette alla berlina anche chi in casa tua ti ha dato cassa smilza. Ricci lo sa e lo usa, invocando il campo largo che fu. E che dovrebbe tornare ad essere.

Matteo vede lungo.

DOMENICO CONDELLO

L’economia circolare rappresenta un potenziale presidio di legalità, i rifiuti che non vanno in discarica ma diventano nuovi materiali non rischiano di finire nel circuito delle ecomafie. Dove c’è lavoro e dove c’è etica si vince sulla criminalità: è la vera sfida del futuro perché quando aggrediamo ciò che è o può diventare capitale della criminalità togliamo il pane alla delinquenza”.

Il questore Domenico Condello sta diventando il primo testimonial dello Stato sul territorio della provincia di Frosinone. Ha cominciato un paio di mesi fa sul terreno più frequentato: mandando un segnale attraverso i tifosi, sia quelli di casa e sia a quelli che vengono da fuori. Zero concessioni. Ed una settimana dopo le prime gazzarre all’esordio nel Campionato di Serie A aveva già nomi e volti degli autori. Per loro sono scattati divieti, denunce penali, accertamenti di polizia che hanno dato il chiaro segnale di cosa intendesse con zero tolleranza.

Poi ha proseguito sulle città più difficili: Sora e Alatri. Con bar troppo movimentati chiusi d’autorità, divieto d’accesso, qualche denuncia ed un po’ di arresti, controlli a valanga del Reparto Prevenzione. Ora il questore di Frosinone passa allo step successivo.

Domenico Condello sta andando nelle fabbriche. Non perché sia improvvisamente diventato appassionato di percorsi industriali e tecnologie di processo. Ma perché i numeri sulla sua scrivania parlano chiaro: la Ciociaria è una gigantesca tavola imbandita alla quale le nuove mafie si vogliono accomodare con i loro capitali. Senza raffiche di mitra, senza bombe come usava una volta: assegni e bonifici fanno meno rumore e sono più efficaci. Il rischio è che aziende locali sane si ritrovino nel mirino delle mafie finanziarie. Per questo l’allora prefetto Ignazio Portelli aveva iniziato a fare pulizia applicando le interdittive Antimafia.

Se con lo sport il motto è stato Tolleranza Zero ora con i capitali mafiosi è Da qui non si passa. Per questo Domenico Condello ha mandato un chiaro segnale di legalità. Iniziando il tour delle aziende più rappresentative insieme alla presidente di Unindustria Miriam Diurni. Ha toccato per primo lo stabilimento Saxa Gres di Anagni dove vengono prodotti in fabbrica sampietrini e pietre da esterno in maniera green e senza consumare le montagne. Ed impiegando una parte di ceneri d’altoforno che finora venivano sotterrate occupando suolo.

Il presidente del gruppo Saxa Gres Francesco Borgomeo, presidente di Unindustria Cassino, ha ribadito che “l’economia basata sul recupero dei materiali è un percorso obbligato in una realtà dove le risorse non bastano più per tutti” ed ha confermato le sue preoccupazioni sul nuovo rialzo dei prezzi del gas per le industrie. Per il gas se la dovrà vedere il governo. A tenere al caldo le industrie dalle infiltrazioni della criminalità organizzata ci pensa la polizia del questore Condello.

Non passa ill camorrista.

FLOP

ANDREA ABODI

Andrea Abodi (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Sul tema scottante del calcio scommesse, tema sommerso dal mainstream in questi giorni, servivano temi forti. E dirompenti più in punto di merito che di retorica. E Andrea Abodi non pare sia riuscito ad uscire dalla palude delle dichiarazioni scontate. Il ministro dello Sport del governo Meloni ha perso l’occasione di passare alla storia. Di farlo come il primo membro di un esecutivo a denunciare la liaison irrituale e surreale tra sponsorizzazioni mirate e gioco.

Tradotto: serve a poco dire cosa devono o non devono fare i calciatori se poi si accetta che le squadre abbiano spesso come sponsor proprio le società di gaming online. E serve poco farlo se poi i calciatori più rinomati, quelli che centinaia di migliaia di ragazzini seguono perfino nel tipo di calzini, sono essi stessi testimonial.

Abodi si è accontentato invece di un brodino propositivo tiepido. Ed ha detto: “Per evitare equivoci vorrei che insieme al contratto il calciatore si impegnasse a firmare una carta dei valori con 4 cose chiare. Quali? “Non ci si dopa, non si scommette, non si prendono soldi in nero. E non si guardano partite sulle piattaforme illegali. Risolveremo il problema? No ma toglieremo gli alibi a tutti.

E ancora: “Comunque vada il caso scommesse lo considero un alto tradimento dei sentimenti, perché il calcio vive di passioni e sentimenti, oltre che di credibilità”. Giusto ma poco severo, il ministro ha incalzato: “Perché i ragazzi sanno che non devono scommettere mai sul calcio”. Solo per timida chiosa: ma il ministro Abodi lo sa che in Italia dalle posizioni spinose ci si esce in due modi?

O con il suo, che è quello della condanna retorica e delle ricette etiche. O con quello di chiunque il problema lo volesse resettare davvero. Cioè con indirizzi e scelte impopolari, ma che alla lunga faranno la storia.

Per i posteri però, e qui casca l’asino. Perché in Italia ogni governante vuole salvare la sua integrità più di quanto non voglia preservare quella di chi dopo di lui viene.

Sportivo sì, ma a tempo.

I LEONI DA TASTIERA

Bruno Scittarelli

La libertà di dire ciò che si pensa è sacra in Italia: ci abbiamo fatto una guerra civile per ottenerla, togliendoci di torno un regime che sotto questo aspetto per vent’anni era stato liberticida. Ma la libertà di dire la propria opinione non significa libertà di dire tutto ciò che passa per la testa. Perché la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri. E la libertà di pensiero finisce lì dove comincia la libertà di non essere offesi.

Lo ha ribadito il tribunale di Cassino condannando un cittadino cassinate per ciò che aveva scritto su Facebook commentando un’indagine che vede coinvolto l’ex sindaco Bruno Scittarelli. Non un commento piccante ma pertinente, non un giudizio ruvido ma continente: offese gratuite con cui ledere il decoro e la reputazione ha stabilito il tribunale. Condannando l’autore del post: 400 euro di multa più 3.000 euro di spese legali.

In un’altra Aula, il sindaco in carica Enzo Salera ha citato in giudizio un altro cittadino. Anche lui accusato di avere la tastiera facile. Per ricordare che si è sempre responsabili di quello che si dice. Alla tastiera si può anche ruggire: ma poi bisogna anche saperne rispondere.

Parole (troppo) in libertà.