Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 7 giugno 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 7 giugno 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 7 giugno 2023

TOP

LUCA ZAIA

Luca Zaia (Foto: Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Da tempo ormai le sue uscite a metà strada esatta fra saggezza spicciola, capacità amministrativa ed afflati prog in punto di norma non stupiscono più. Luca Zaia a volte è talmente avanti la linea avanzata del suo Partito che insinua nelle menti il dubbio che lui con quel partito non c’entri nulla. L’equivoco è stato già sanato perché da tempo la Lega non è più quella di Bossi e Miglio, né quella di Salvini, ma un Partito che negli ultimi anni ha espresso una classe dirigente a volte coi fiocchi, specie sui territori. E prendendola dai territori: all’ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani sta venendo l’abbronzatura a furia di stare sotto i riflettori Sky, Mediaset e Rai per spiegare l’economia secondo il nuovo Carroccio.

Tuttavia ogni volta che Zaia arriva puntuale a confermare questo assioma un po’ di stupore limbico affiora comunque. Poi arriva il compiacimento sincero che si riserva a chi il cervello lo usa e il più delle volte lo fa bene. Ecco, in ordine alla tragedia in Emilia Romagna ed allo sfascio dell’alluvione per Zaia è ora di pensare ad una polizza nazionale contro le catastrofi naturali.

Roba semplice a ben vedere, ma che salverebbe due cose. La prima: le casse dello Stato quanto deve intervenire a riparare danni monstre. La seconda: il bisogno di chi quei danni li ha subiti di vedere quanto prima le cose messe a posto. Ecco perché il presidente della Regione Veneto invita a riflettere. Innanzitutto sul fatto che non sarebbe certo il primo caso, come ha ricordato Zaia, anzi, l’Italia ove la adottasse troverebbe già molte altre nazioni.

Ecco come la pensa lui: “Si dice che ogni anno in Italia mediamente vi siano danni da maltempo per un paio di miliardi euro”. Perciò Zaia ha spiegato: “Allora una polizza catastrofale nazionale, come altri Paesi fanno ed è un aspetto sul quale riflettere perché i cittadini prima o poi dovranno essere aiutati“.

Ma come siamo messi a livello privato ed in un Paese che con le catastrofi naturali ha antica e triste consuetudine? Meno del 5% delle abitazioni italiane è protetta da una polizza contro le catastrofi naturali. E questo avverrebbe malgrado “il 75% degli immobili sia esposto a un rischio significativo in questo ambito”. Lo aveva rivelato una indagine condotta dall’Ania nel 2022 e che segnalava come da una parte “i rischi ai quali è esposto il bene più importante per le famiglie italiane, dall’altra la difficoltà crescenti per i conti dello Stato, che difficilmente potrà intervenire in caso di danni gravi”.

Insomma, Zaia come sempre ha indicato un futuro razionale attingendo ad un passato irragionevole. E questa skill non gliela toglie nessuno. Nemmeno le uscite del suo “capo” sul Milan nelle ore del disastro.

Concreto.

IL NICOLUCCI E LO SCIENTIFICO

Gli studenti del Nicolucci Reggio premiati

È di idee che ha bisogno la provincia di Frosinone. Di chi sappia generarle e chi sappia applicarle. Perché sono le idee nuove a tracciare le soluzioni nuove per i problemi che i tempi moderni ci mettono di fronte.

Facciamo un esempio: il programma Gpt-3 è in grado di scrivere un tema, una tesi, un articolo di giornale, un discorso da tenere a Montecitorio. Tutte cose già sperimentate ed applicate. Chi spera di fermare il vento con le mani vuole vietarlo agli studenti: i professori svegli hanno capito che siamo di fronte alla stessa rivoluzione innescata dalle calcolatrici portatili. Quindi? Vanno cambiati i compiti a casa: non più ‘fare le equazioni’ ma ragionare per capire come si arriva ad impostare un’equazione, poi i calcoli li farà Gpt.

Ci sono scuole che questi passi in avanti li hanno già fatti. Allevando studenti che non chiedono a Gpt3 di fare i compiti ma ormai padroneggiano le sfide del futuro. Non è un caso che Francesco Simeoni, studente dell’Istituto Nicolucci-Reggio di Isola del Liri, sia stato premiato ai Campionati dell’imprenditorialità per essersi distinto nella sua creatività e nella costruzione della rete professionale. E per capire la dimensione della cosa bisogna pensare che il premio gli è stato consegnato nell’Aula magna dell’Università Bocconi di Milano nel corso della più grande manifestazione d’Italia a favore delle idee imprenditoriali degli studenti delle scuole superiori.

Tra i 60 finalisti ci sono solo 7 laziali e tra loro risulta anche la squadra inventrice di Growmate dal Liceo scientifico di Ceccano: un sensore per le rilevazioni di aria, terreno ed energia nei terreni, in contrasto ai maxi sprechi delle produzioni agricole.

Ora, se questi ragazzi stanno ancora al liceo cosa saranno in grado di dare al territorio una volta passati all’università e messa a punto la loro attuale preparazione? Nulla se il territorio continuerà a dargli buone motivazioni per scappare. Il futuro se gli darà una sola buona ragione per restare.

Piccoli geni crescono

FLOP

RAFFAELE FITTO

Raffaele Fitto

La croce e delizia del Pnrr sta diventando ossessione un po’ per tutti. Per l’Italia che lo deve applicare. Per l’Europa che ci guarda severa e ragioniera mentre lo applichiamo. E per chi fattivamente ha il compito di applicarlo. Ecco, qui Raffaele Fitto procede a scatti. A volte si mette in arcione ad un possibilismo cauto che cozza con le granitiche certezze della premier Meloni sul tema. Altre fa il nido negli ambiti bizantini in cui, se le cose andassero bene ma non benissimo, di qualcuno colpa sarà pure. Basta che non sia sua.

E il dato è che adesso Fitto si è messo anche a lanciare messaggi alle toghe, per far capire che tutto dovrà andare alla grande e che bisogna avere atteggiamenti positivi sul tema. Premessa: quello che ha voluto dire Fitto lo abbiamo capito benissimo, ma lui lo ha detto per tutti e non tutti potrebbero capire il giusto. Specie se un ministro della Repubblica si interfaccia con la Corte dei Conti. E le detta la linea.

Come? Così: “Nei prossimi mesi partiranno le rendicontazioni di molti progetti e di molti interventi, sarebbe auspicabile un approccio costruttivo della Corte dei Conti”. Ora, messa così sembra che Fitto abbia detto ai giudici contabili di non fare i grulli e di smussare gli angoli della propria ruvidezza procedurale su un tema dove spaccare il capello può essere discrimine fra successo e debacle.

Ovviamente non è proprio così, ma Fitto l’ha detta e fatta passare ai media tanto male che quell’impressione è stata difficile da cancellare. L’approccio a cui allude “potrebbe supportare tutti i soggetti attuatori nella fase di rendicontazione, di campionamento, e di verifica del raggiungimento dei risultati, elaborando format, sistemi di autocontrollo che semplificherebbero i compiti dei singoli soggetti attuatori“.

Insomma, nella seconda parte il titolare dell’attuazione è stato più tecnico e l’ha messa di fino. Ma non ha resettato del tutto, nei più, la sensazione sgradevole di aver detto alla Corte dei Conti di essere più talpa che aquila in quanto a diottrie, altrimenti quello su cui il Fondo Monetario Internazionale ha sollecitato l’Italia se ne andrà in vacca.

Il ministro per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr ha chiosato scout: “In tal senso quindi i controlli non si sovrapporrebbero e il sistema sarebbe in grado di rispondere più efficacemente alle richieste europee. Lavorare insieme, lavorare costruttivamente, lavorare bene“.

Se avesse detto “ragà o ne usciamo insieme o non ne usciamo” avrebbe risparmiato circa 271 parole, abbiamo fatto i conti. Quelle e un certo alone di ipocrisia barocca.

Fitto al cuore.

BENEDETTO LEONE

Benedetto Leone

La verve e la passione sono elementi fondamentali in politica. Altrimenti non c’è battaglia che possa essere affrontata e non c’è speranza di avere consenso. A prescindere da torti o ragioni e da quale sia la tesi migliore, il modo di esporre nel Foro è decisivo per infiammare le masse e spingerle a scendere in piazza. A Benedetto Leone quell’estro e quel brio dialettico non mancano, sono spesso unite ad una sincera convinzione. Il che non toglie che più di una volta si sia lanciato lancia in resta contro i mulini a vento.

Come avvenuto con la battaglia sull’isola pedonale di Cassino. E sia detto con chiarezza: sull’isola e non contro l’isola. Perché il consigliere comunale di opposizione, già vicesindaco con Carlo Maria D’Alessandro, ha sempre detto che trasformare Corso della Repubblica in isola pedonale all’interno di un vasto progetto di riqualificazione urbana è cosa buona. Anche se la sta facendo il centrosinistra del sindaco Enzo Salera.

Allora perché ha spinto l’opposizione a presentare un esposto alla Procura della Repubblica ed uno al ministero della Cultura? Perché secondo lui le autorizzazioni non stavano in ordine. E se ad un povero cristo che sta facendo una cantina a casa arriva l’ispezione e non ha tutto in regola scattano i sigilli con tanto di processo per abuso edilizio. Quindi anche il Comune di Cassino ed il suo governo di centrosinistra dovevano attenersi alla leggi, come ogni buon cittadino.

Peccato per lui che il Comune di Cassino le leggi le avesse rispettate tutte. Ed a dirlo sia stato lo stesso Ministero al quale Leone si era appellato confidando nella vicinanza politica con il titolare del dicastero, Gennaro Sangiuliano. Hanno mandato a dire che le autorizzazioni invocate da Leone non servivano perché il Comune aveva avviato solo la parte di interventi per la quale non erano necessarie; e comunque sono gli stessi lavori fatti nella confinante piazza Diamare, autorizzati e realizzati con soddisfazione unanime. Insomma, il Comune ha solo cercato di non perdere tempo. (Leggi qui: Il ricorso al ministero è un buco nell’acqua: via libera al Corso).

Ecco, oltre alla verve ed alla passione è indispensabile un’altra cosa: la sostanza. Altrimenti quelli che si sollevano sono solo pretesti: buoni per arruffare il popolo. Mentre governare e fare opposizione è altro.

Tanto rumore per nulla.