Top e Flop, i protagonisti di sabato 30 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 30 marzo 2024.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 30 marzo 2024.

TOP

SABRINA PULVIRENTI

Sabrina Pulvirenti

Silenziosa, come una goccia d’acqua; che però alla lunga buca la pietra. Discreta, come le figure sullo sfondo; che però se guardi bene sono quelle che reggono lo scenario. Sabrina Pulvirenti non ama i riflettori, sta lontana dai microfoni, evita situazioni in cui si fanno troppe fotografie: a lei piace il profumo del napalm e della polvere da sparo che si respirano in prima linea.

Con quella passione e quelle repulsioni, il Commissario della Asl di Frosinone nelle ore scorse ha portato la Sanità Ciociara ad uno strategico traguardo sul fronte dell’efficienza. «Abbiamo in lista d’attesa solo pazienti del 2023 e del 2024»: in pratica ha ‘dato una bella botta‘ alle file di chi attendeva la chiamata per un intervento chirurgico, una visita specialistica, un esame di laboratorio. Come ha fatto?

Semplicemente ha fatto il conto di chi c’era e lo ha messo a fare ciò per cui era pagato, lasciandosi alle spalle antichi privilegi baronali che risalivano ai tempi in cui nelle corsie si muovevano le suore ospedaliere della Compagnia Figlie della Carità con il caratteristico cappellone. Un esempio? Prima dell’arrivo di Sabrina Pulvirenti le sale operatorie al sabato erano chiuse: adesso si opera anche di sabato.

Nei primi mesi del 2024 sono già 1069 in meno i cittadini in fila per essere chiamati a visita o ad intervento programmato. I tempi d’attesa si sono ridotti dell’81% nel polo ospedaliero Frosinone – Alatri, giù del 40% al Santissima Trinità di Sora e del 10% al Santa Scolastica di Cassino. Stando ai numeri della Asl, tranne per le Tac al torace tutto il resto ora si riesce a fare nei tempi. Senza annunci, senza selfie, senza fanfare.

La cura per chi cura.

GIANLUCA FORMENTI

Gianluca Formenti

È diventato amministratore delegato di Shell Italia dal marzo 2023 e in un anno ha già messo la prua della parte di azienda che gli è stata affidata sulle nuove rotte dell’energia. Gianluca Formenti aveva ed ha una mission perfettamente delineata fin da quando, già nel 2020, le sue skill emersero. Al manager toccherà guidare il business B2B dell’azienda offrendo soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide ambientali lanciate dalla transizione energetica.

E proprio in queste ore sta trapelando la notizia per cui entro il 2025 Shell chiuderà 1.000 stazioni di rifornimento. Questo allo scopo di espandere la rete di ricarica dedicata ai veicoli elettrici. Il discorso per l’Italia è molto più delicato e quella di Formenti è molto più che una già titanica sfida logistico-organizzativa, come ad esempio accadrà in Cina.

L’Italia e l’elettrico: non solo gioie
(Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Il nostro Paese è atavicamente indietro sulle nuove sfide energetiche e con il Pnrr conta di mettersi in pari, ma con la farraginosità che le cose italiche non sembrano mai voler abbandonare. Per questo Formenti è di fatto un pioniere di grana finissima. Dal canto suo Shell ha cominciato già “ad installare punti di ricarica per auto elettriche, offrendo stalli anche di altri fornitori”.

In Cina ad esempio ha scelto BYD, che ha anche un manager frusinate per la sua parte italiana. E “con abbonamenti per i clienti europei e cinesi del marchio”. Il dato chiave è che Shell sta attuando in questi mesi l’Energy Transition Strategy. Si tratta di una nuova strategia che punta a “soddisfare le esigenze dei clienti di veicoli a batteria”. Una nota aziendale spiega: “Stiamo aggiornando le nostre stazioni di rifornimento con nuovi stalli di ricarica richiesti da possessori di auto elettriche”.

L’uomo tricolore di Shell

Prevediamo di cedere 500 stazioni Shell all’anno nel 2024 e nel 2025”. Ecco, Formenti è l’uomo tricolore della multinazionale petrolifera e toccherà a lui individuare anche sul nostro territorio quelle strutture strategiche già esistenti. Saranno quelle dotate di servizi di ristorazione e vendita al dettaglio. Step perfettamente settati “per chi viaggia con auto elettriche ed è ‘costretto’ ad attendere la ricarica del proprio veicolo”. Contando che in Italia si è “costretti” sempre un po di più qualche aspetta Formenti è la cosa più simile ad un’impresa apparsa da tempo sul nostro suolo.

La nuova frontiera.

FLOP

MAURIZIO LEO

Maurizio Leo (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Lo aveva detto a chiare lettere e con un tono che pareva non ammettere repliche: “Dopo aver ridotto l’Irpef al ceto medio-basso dobbiamo pensare a quelli con un imponibile oltre 50 mila euro”. Insomma, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo aveva idee chiare e soprattutto una verve comunicativa e pubblicistica di grana finissima.

Roba cioè utile se i sondaggi sono con te, ma molto meno se poi i sondaggi smentiscono esattamente quello su cui avevi messo la grancassa legittima della politica. Leo aveva citato i cittadini che, “tra aliquota del 43% e addizionali, pagano più del 50%. Ridurremo loro l’Irpef in relazione alle risorse disponibili“. Tutto bene dunque e vai di proposito belluino contro il gravame fiscale? Macché. Parrebbe proprio di no, a sentire gli ultimi sondaggi economici prima di Pasqua.

Il report prima della Pasqua

Secondo quei report la maggioranza assoluta, “pari al 58,8% degli italiani boccia la politica economica del governo guidato da Giorgia Meloni”. Per moltissimi italiani ed al netto dei proclami, in cui Leo è molto più attivo del “superiore” Giancarlo Giorgetti, le cose non vanno fatto bene fiscalmente.

Non ci vanno talmente tanto che molti media hanno parlato di “doccia gelata per la presidente del Consiglio e per l’intera maggioranza di Centrodestra”. In particolare un sondaggio realizzato per Affaritaliani da Roberto Baldassari, direttore generale di Lab21.01, disegna tinte poco rosee. “A promuovere le scelte economiche dell’esecutivo solo il 41,2% del campione”. E ancora: “La priorità degli italiani in tema economico è la riduzione della pressione fiscale. La pensa così il 30,1% del campione delle persone interpellate. Al secondo posto, con il 21,6%, gli incentivi per il lavoro”.

E il dato è evidente: la combo dei due flussi di dati non restituisce un Governo sul pezzo. E di conseguenza non restituisce un Leo credibile. Non del tutto almeno.

Per adesso è un “no”.