Top e Flop, i protagonisti di sabato 6 gennaio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 6 gennaio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 6 gennaio 2024.

TOP

MONSIGNOR ROBERTO REPOLE

Roberto Repole

Ci sono Elly Schlein con i suoi alleati di sinistra, c’è un Carlo Calenda battagliero come non mai, c’è il M5s e c’è Maurizio Landini. E poi c’è lui, monsignor Roberto Repole. Anzi, l’arcivescovo di Torino c’era prima e c’era meglio, sulla tormentata vicenda della galassia Stellantis che ha un’eco buia anche nel Cassinate. Repole ha fissato due incontri con la politica “su temi sociali”.

Quali e su quali temi? Il 16 gennaio sarà ad un dibattito pubblico con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. E tutto sull’onda di poche parole ma durissime e nette, con cui il 2024 esordisce giusto poche ore prima del turno unico a Piedimonte San Germano. “A tutti i livelli delle istituzioni e della società civile Torino sente il bisogno di parole chiare sui progetti del gruppo automobilistico”.

L’alto prelato ha calato una briscola legittimista e pop come poche. “Credo che sia giusto chiederle. Cosa significa la campagna di prepensionamenti, la chiusura della sede di Grugliasco, la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori? Poco inciderà, in termini di occupazione, l’apertura del nuovo hub per il riciclo delle vecchie auto”.

L’impianto di Grugliasco

Insomma, Repole è uno che fa anche analisi, oltre che a deprecare in punto di etica, e le sue parole sono merce rara, rara e pesante come piombo. “Per questo mi rivolgo con fiducia ai responsabili di Stellantis, perché partecipino alla vicenda di Torino offrendo innanzi tutto un chiarimento sui loro progetti: rilancio o ridimensionamento?.

Rompere il silenzio non è a tutti e sull’ex Fiat finora aveva parlato chiaro solo Calenda, che però non ha la tonaca. Monsignor Repole ha già ricevuto i rappresentanti sindacali della Lear di Grugliasco, fornitrice del gruppo Stellantis.

Ma non si è fermato a quella confusa ed ambigua metamorfosi. Ha chiesto lumi anche su Te Connectivity di Collegno ed in merito alla vicenda del feltrificio Fir di Sant’Ambrogio. Ed ha creato un ponte fra le faccende di spirito ed i guai della carne, perché sa benissimo che nelle ambasce degli ultimi essi convergono.

Il sindacalista di Dio.

DOMENICO BECCIDELLI

Domenico Beccidelli

I sogni scendono dall’alto. Ed è bello perché ci si ritrova ogni una volta con il naso in sù a guardare le nuvole e scrutare l’orizzonte. Succede quando guardi l’arcobaleno e ti scopri ad aspettare che spunti da un momento all’altro un liocorno bianco con le ali. O fissi le montagne nell’ultima fase di dicembre e speri di vedere arrivare di gran carriera le renne mentre trainano nel cielo la Slitta con babbo Natale. I sogni non hanno età.

E talvolta prendono sostanza. Come ha fatto ancora una volta Domenico Beccidelli con il suo gruppo industriale specializzato nella manutenzione elicotteristica avanzata. I suoi tecnici girano il mondo per assicurare il funzionamento dei velivoli ad ala rotante impiegati nelle zone più complesse. Ad Anagni c’è un polo al quale fanno riferimento le flotte di molte delle Forze armate nazionali.

Ma ogni anno, nel giorno dell’epifania, uno dei suoi elicotteri fa sognare i bambini: atterra nella sua base sorvegliato centimetro per centimetro da una torre di controllo totalmente automatizzata. Ed una volta a terra consegna i regali a tutti, soprattutto a quelli che meno ne hanno avuto durante l’anno. E fino qui è la parte pubblica.

Poi c’è la parte privata. Quella che non si sa e che Beccidelli vorrebbe non si sapesse. Ma ogni anno c’è un ospedale pediatrico, un centro di ricerca oncologico, un’associazione di disabili, che riceve un sostanzioso contributo alle sue attività e che i Beccidelli pretendono resti cosa riservata. Quest’anno la befana riservata è passata dall’Associazione Donatori di Midollo Osseo con un sostegno che faccia volare uno dei suoi progetti. E restituisca i sogni a qualcuno dei bambini che ora li vede sbiaditi a causa della malattia. Perché i sogni scendono dal cielo e talvolta prendono sostanza.

L’uomo che accompagna i sogni dal cielo.

FLOP

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni

Della recente e lunga conferenza stampa di Giorgia Meloni queste colonne si sono già occupate. Stabilendo che la premier ha la capacità di mettere in campo una ruvida concretezza che piace e la rende empatica molto più delle inutili danze del ventre inscenate nel passato da intere generazioni di politici. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di venerdì 5 gennaio 2024).

Ma la capacità di entrare in sintonia con gli italiani è cosa diversa dalla capacità di risolvergliene anche i problemi. Come dimostra proprio la conferenza d’inizio anno tenuta l’altro giorno. Ha parlato di tutto, rispondendo a tutti per più di tre ore. Ma un tema è rimasto fuori dalla porta. Ed è il tema di cui spesso piace occuparsi a questo giornale: la politica industriale e le prospettive di crescita che è capace di innescare per le tasche degli italiani.

Perché tra il tutto e di più dell’altro giorno non ci sono stati spazi per temi cruciali come l’industria dell’acciaio, l’edilizia, l’Automotive. Eppure siamo ad un passo da un’ulteriore svolta per la siderurgia nazionale. Siamo ad un passo dal dover mettere mano alla tragedia nazionale di un’industria automobilistica ceduta ai francesi, facendo di ciò che era Fiat ed Fca una Stellantis francese con stabilimenti anche in Italia. Il tavolo Stellantis presieduto dal Ministro Adolfo Urso si riunirà all’inizio di febbraio per decidere in che modo contribuire alla sfida della transizione verso la mobilità elettrica, che minaccia di scomporre l’intera filiera automobilistica italiana. (Leggi qui: Stellantis i lavori a Cassino e le vitamine del Governo. E leggi anche Stellantis, l’anno difficile aspettando la ripresa).

Il silenzio attorno a questi cruciali temi industriali pesa come un macigno. La mancanza di una chiara direzione politica in questo settore potrebbe rivelarsi un ostacolo nell’affrontare le sfide economiche e occupazionali che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni.

Amnesie pericolose.

EMANUELE POZZOLO

(Foto via Imagoeconomica)

Il Flop etico e di buon senso gli spetta in mood oro zecchino da giorni, ma quello politico gli è arrivato nella mattinata di ieri. Quando cioè Emanuele Pozzolo è stato ufficialmente messo in predicato di sospensione da Fratelli d’Italia. La decisione era nell’aria, ma specie in politica c’è sempre una bella differenza tra le cose date per imminenti e le cose attuate. A segnare quel distinguo ed a superarlo a pie’ pari è stata la premier Giorgia Meloni, che il provvedimento lo aveva annunciato nel corso della conferenza stampa di giovedì mattina.

Pozzolo ha portato una pistola al cenone di San Silvestro organizzato in un paesino dalla sorella sindaca del sottosegretario Andrea Delmastro. E quasi certamente con quella ha esploso un colpo accidentale. Colpo che ha ferito il congiunto di un uomo della scorta di Delmastro che a sua volta ha denunciato penalmente il “fratello pistolero”.

Le parole di Giorgia Meloni sul caso ed in risposta ad una domanda attesa da tutti sono state chiarissime. E più che doverose. “La questione è che chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodirla con serietà e responsabilità, e per questo c’è un problema con quello che è accaduto”.

La risposta statutaria di Meloni

Quindi? Qualcuno non è stato responsabile, e questo è chi detiene l’arma: questo per me non va bene per un italiano qualunque, per un deputato e figuriamoci per un deputato di Fratelli d’Italia”. L’effetto ufficiale di quelle riflessioni è arrivato ieri: “Ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione garanzia dei probiviri di Fdi e che nelle more del giudizio venga sospeso da Fdi. E’ quello che posso fare sul piano statutario”.

E la responsabilità morale di essere “capa” di personaggi a volte molto sopra le righe in quanto a condotta istituzionale? Anche qui Meloni se l’è cavata benissimo e Pozzolo ne è uscito malissimo. “C’è sempre qualcuno che può fare errori e cose sbagliate ma io non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle se le persone che sono accanto a me non capiscono questa responsabilità.

“Non accade spesso ma per come affronto io e le persone a me vicine, vale la pena ricordare che questa responsabilità vale per tutti. Ecco, Pozzolo di quei “tutti” da oggi è sindaco.

Carbone nella calza.