Top e Flop, i protagonisti di venerdì 24 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 24 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 24 novembre 2023.

TOP

MATTEO DEL FANTE

Matteo Del Fante

La sua gestione si è rivelata puntuale e gli upgrade operativi a cui puntava pare si siano realizzati tutti. E come diretta conseguenza di una politica gestionale eccellente proprio in queste ore è arrivata una bella “sorpresa” per i dipendenti di Poste Italiane.

Matteo Del Fante ha messo a servizio della creatura di cui è Ad una serie di skill che hanno permesso a Poste Italiane di registrare “ricavi in crescita nel terzo trimestre 2023 (+3,6% su base annua) e pari a 2,8 miliardi di euro (+6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2022. Ricavi pari a 8,9 miliardi nei primi nove mesi del 2023), trainati da pacchi, pagamenti e margine di interesse”. E’ quanto emerge dalla trimestrale del gruppo.

Insomma le cose vanno più che bene e l’effetto per i dipendenti è stato quello di un bonus una tantum di 1.000 per tutti, “con liquidazione prevista a fine novembre”. Il sunto è che i dati trimestrali di Poste Italiane sono in crescita tendenziale ed acclarata.

E secondo un report interno “l’utile netto del terzo trimestre del 2023 è pari a a 382 milioni, in calo del 15,9% su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022 (pari a 1,5 miliardi nei primi nove mesi dell’anno, in crescita del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2022). I ricavi da corrispondenza, pacchi e distribuzione di Poste nel terzo trimestre del 2023 sono aumentati dell’1,9% su base annua. Sì, ma a quanto? Ad 860 milioni di euro (2,8 miliardi nei primi nove mesi del 2023, in crescita del 4,0% rispetto allo stesso periodo del 2022)”.

Cosa in particolare sta andando bene? I volumi dei pacchi in aumento, poi le azioni di repricing sulle tariffe e a un migliore mix di prodotti nella corrispondenza.

C’è bonus per te.

MASSIMO GIORGILLI

Massimo Giorgilli

C’è poco da fare: ragioniamo per schemi, stereotipi. Perché sono la sintesi dell’esperienza accumulata e tramandata per generazioni; perché così risparmiamo tempo. E così crediamo che una donna sia meno competente di un uomo se parla fuori da una cucina, che le persone con un colore della pelle diverso dal nostro siano pericolose e spesso delinquenti, che le fabbriche diano lavoro ma avvelenino l’aria e l’acqua.

A mandare in briciole l’ultima di queste false convinzioni è Massimo Giorgilli, amministratore della Cartiere di Guarcino SpA. Nelle ore scorse Legambiente ha scelto il loro impianto come tappa della campagna nazionale “I cantieri della transizione”. Perché? È un’azienda diventata capace di produrre utilizzando esclusivamente energia generata da una centrale alimentata da residui dei grassi animali evitando che finiscano in discarica ed abbattendo in maniera concreta le emissioni di polveri nell’aria.

E poi l’acqua. Una cartiera vive di acqua. È la sua benzina. La struttura guidata da Giorgilli la prelevata dal fiume Cosa. Ma dopo averla utilizzata la depura al 100% e la reimmette nel fiume.

Intervistato dal direttore de La Nuova Ecologia ha spiegato che ”Cerchiamo di produrre in maniera sostenibile utilizzando energia verde con una percentuale che è ben al di sopra della media nazionale. L’obiettivo è ridurre nel giro di qualche anno del 5% l’utilizzo di gas”. Così si producono 50mila tonnellate all’anno di carta con cellulosa certificata.

Un altro calcio agli stereotipi lo ha sferrato Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente, partecipando ai “Cantieri della Transizione”. Ha rivolto un appello al Governo per sollecitare autorizzazioni più veloci per impianti a biometano e idrogeno verde. Biodigestori. Come quello che dovrebbe nascere ad Anagni, smettendo di regalare i nostri avanzi di cucina al Veneto dove ci producono il gas.

Con un piede nel futuro.

FLOP

FRANCESCO SAVERIO MARINI

Francesco Saverio Marini (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Ogni volta che in Italia arriva il vento di una riforma costituzionale a traino e refolo dello stesso arriva una cosa che in Italia non manca mai, come i personaggi della Commedia dell’Arte. Cioè “il parere dell’esperto”. Esperto che ovviamente e sui casi di specie non può che essere un costituzionalista. Premessa: la materia generale e quella attinente l’intenzione del governo Meloni di puntare sul “premierato forte” sono roba ardua.

Roba da tecnici quindi, ma non sufficientemente “sacrale” da non consentire qualche piccola e modesta obiezione. Francesco Saverio Marini è il costituzionalista che “con la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati ha scritto i cinque articoli del ddl che punta a introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio”.

E cosa ha detto, segnatamente al Messaggero? Che “con la riforma del premierato non ci sarà nessun uomo solo al comando”. Poi il giurista ha spiegato quel che a ben vedere è una causa che ha sposato ex ante, quindi una cosa si cui essere del tutto imparziali è difficile. Ha detto il Consulente che è anche docente di Diritto Pubblico all’Università di Roma Tor Vergata: “Il ddl non stravolge la nostra Carta costituzionale”.

E ancora: “Molte delle critiche derivano dal fatto che quella elaborata è una formula mai sperimentata altrove. Non per forza ciò che è nuovo è sbagliato e il fatto che arrivino critiche di segno opposto dimostra che la proposta è equilibrata“. Poi la chiosa che non è stata tanto giurisprudenziale, ma politica: “Il punto era mettere mano al problema dell’instabilità dei governi italiani, 68 in 75 anni”.

Una domanda. Ma qualche annetto fa, se avessimo dovuto chiedere conto della riforma costituzionale su cui si era arenata l’avventura politica di Matteo Renzi, noi avremmo interpellato il consulente di Renzi per trovarci pecche? O un tecnico terzo?

Diritto un po’ partigiano.