Il caos calmo nel centrodestra che non mobilita il soldato Gasparri

Il candidato alle Regionali del Lazio diventa un problema. È caos calmo nel Centrodestra. Nessuno mobilita il soldato Gasparri. Ma Berlusconi vuole vincere nel Lazio?

Che il centrodestra sia in alto mare (ma non necessariamente preoccupato) per le elezioni regionali del Lazio lo si capisce dall’iniziativa de Il Tempo. Il quotidiano rianimato da Gian Marco Chiocci propone un titolo molto indicativo : “Chi vorresti come candidato unitario del centrodestra?”.

 

IL PROBLEMA ‘UNITARIO’

Quell’unitario rappresenta al tempo stesso una speranza e un rimpianto.

I nomi sono quelli di Maurizio Gasparri, Sergio Pirozzi, Paolo Barelli, Fabio Rampelli, Massimiliano Giansanti, Nicola Porro, Barbara Saltamartini, Roberto Diacetti, Francesco Giro, Claudio Fazzone.

Tanti nomi, troppi a meno di un mese dall’inizio ufficiale della campagna elettorale. Ma l’ampiezza della griglia evidenzia le difficoltà di tenere tutti gli equilibri, nemmeno fosse il consiglio di sicurezza dell’Onu.

C’è naturalmente Maurizio Gasparri, forse quello che più di tutti rappresenterebbe il “credo” berlusconiano adattato alla difficile situazione laziale. C’è Sergio Pirozzi, il che vuol dire che di Francesco Storace e Gianni Alemanno il centrodestra deve tenere conto. Nonostante i mal di pancia di Giorgia Meloni.

Secondo i ben informati un eventuale passo indietro di Pirozzi dovrebbe avere una prospettiva tripla. Nel senso che soluzioni alternative, come quelle di candidature in collegi o listini blindati di Camera e Senato, che dovrebbero coinvolgere non solo il sindaco di Amatrice ma pure gli ex presidente della Regione e sindaco di Roma.

E’ su questo punto che Giorgia Meloni sarebbe pronta a trasformarsi in Giovanna D’Arco.

 

I CIVICI DI TAJANI

Nell’elenco ci sono anche Paolo Barelli e Massimiliano Giansanti, (leggi qui Regionali, Forza Italia ha il candidato: Sangiuliano (Tg1) o Giansanti (Cia)) il che vuol dire che  Antonio Tajani vuole dire la sua fino in fondo.

Non solo: l’europarlamentare, per il via libera a Gasparri, chiederebbe un prezzo politico altissimo. Probabilmente in termini di collegi per i suoi fedelissimi.

Perché in caso di vittoria del centrodestra alle Regionali, con un candidato che non sia della sua scuderia, significherebbe perdere il controllo su quel feudo politico. Una situazione irrinunciabile. Per Tajani come per qualunque altro politico. Di qualsiasi schieramento.

Con Tajani ci sono il consigliere regionale Mario Abbruzzese e il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, al quale Giansanti non dispiacerebbe.

 

I POLITICI ED I GIORNALISTI DI RISERVA

Naturalmente ci sono i rappresentanti dei Partiti: Claudio Fazzone e Francesco Giro per Forza Italia, Barbara Saltamartini per la Lega, Fabio Rampelli per Fratelli d’Italia. Non poteva mancare una “spruzzata” di informazione, in questo caso stampata e televisiva: Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale e conduttore di Matrix e dopo il suo no è stato sondato Paolo Liguori direttore di TgCom24 (leggi qui Un mezzo busto per le Regionali: dopo Porro c’è Liguori). Che, puntuale, ha detto anche lui no (leggi qui Liguori dice no, Lombardi non gradisce Pirozzi, Zingaretti ringrazia) (Leggi qui Il centrodestra che divora i suoi candidati).

 

GLI SCENARI

Quello che emerge però è anche che la candidatura alla presidenza della Regione Lazio determinerà anche la divisione dei collegi maggioritari e proporzionali nel Lazio. Fratelli d’Italia chiederà più posti blindati nell’area romana o rivendicherà anche un collegio in provincia di Frosinone?

La Lega di Matteo Salvini, forte di sondaggi particolarmente favorevoli a Roma e in Ciociaria, come si comporterà? Il nome di Barbara Saltamartini per il collegio della Camera di Frosinone ha già mandato di traverso il cenone ad Alessandro Foglietta, Paolo Pulciani e Massimo Ruspandini, tutti sub commissari di Fratelli d’Italia. (leggi qui Ruspandini e Forte a bocca asciutta: Saltamartini li frega tutti?) Preoccupati ancora di più dall’eterno silenzio di Marco Marsilio, il commissario provinciale.

 

Forza Italia certamente non può smarcarsi da nessuno: non da Gasparri, non da Tajani. Si aspettano tutti che Silvio Berlusconi tolga le castagne dal fuoco: candidando Maurizio Gasparri, convincendo Sergio Pirozzi ad un passo indietro (per il sindaco di Amatrice il posto da capolista nella Lega in un collegio blindato di Senato e Camera c’è sempre) e magari trovando una soluzione per Francesco Storace e Gianni Alemanno, ai quali non dispiacerebbe avere il loro simbolo “sovranista” nella coalizione di centrodestra.

Ma il problema è sempre quello: chi (e come) lo dice alla Meloni?

Nel frattempo, nessuno mobilita il ‘soldato’ Gasparri. Che l’altra sera, poco prima della cerimonia di consegna dei Cicero Awards ha detto ad Alessioporcu.itSe mi chiamano non posso dire no perché sono un soldato della politica: ma davvero inizio a pensare che questa chiamata, semmai ci sarà, sti arrivando ormai a tempo scaduto

 

Nicola Ottaviani attende fiducioso: al tavolo delle trattative cercherà di piazzare suoi fedelissimi alle regionali (Alessandra Mandarelli su tutti). Poi chissà: nell’elenco dei “sondati” lui non c’è. Potrebbe essere un vantaggio decisivo.

Ma Silvio Berlusconi nel Lazio vuole vincere oppure rottamare una classe dirigente regionale (la sua) che non riesce a trovare una soluzione da sola?