Le ricotte di Maria della magica frazione Tubafe (di F. Dumano)

Foto: copyright Archivio Piero Albery, Tutti i diritti riservati all'autore

Maria e le ricotte che arrivavano, appena fatte, dalla frazione Tubafe con la sua magia. Sono state la merenda di una generazione, con una spruzzata di zucchero e di cacao.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ci sono foto che evocano odori e profumi di un tempo… Ricordi in bianco e nero, ah credici – direbbe l’Insognata – una ricotta come quella della mia Arpino in gioventù non l’ho mangiata più.

 

La ricottara, ricordi in bianco e nero, si chiamava Maria e arrivava a piedi. Se la memoria non si confonde, veniva da Tubafe, una frazione di Arpino, che nel mio immaginario di ragazzina evocava tanta magia.

 

A Tubafe c’è una grotta Fonte Porcine, è un cunicolo lungo 53 metri circa, l’ingresso è molto suggestivo. Ricordi in bianco e nero, era un sistema di condotte e vasche che portava l’acqua al lanificio di Pelagalli. Ricordi in bianco e nero a Tubafe c’ era un castagneto privato e ogni tanto era vittima di quelli che in quel tempo venivano chiamati “espropri proletari”. Chi vuole faccia outing sulle ”castagnate”.

 

Ma nel castagneto c’ erano anche due voragini molto profonde a forma di imbuto, 30 metri circa, ricoperte da accumuli argillosi. Credo che la prima volta mi furono raccontate tante fantasie e leggende: era la voragine nel mio immaginario che conduceva all’inferno e Dante si sarebbe potuto ispirare. Quel luogo acquistò poi magia andandoci con il bel Gigi (leggi qui ‘Il bel Gigi ed il suone del vento a Civitavecchia d’Arpino’) . Lui mi insegnò ad ascoltare il suono dell’acqua che scorreva nella grotta e lì si trasformava anche in un poeta.

 

Da questo luogo magico arrivava la ”ricottara”. In questo scatto fotografico ‘rubato’ dall’obiettivo di Piero Albery, dalla piazza proseguiva il suo tour verso la via vecchia, dove abitava la mia nonna. Merenda assicurata, quella ricotta con lo zucchero e un velo di cacao . Non sono più riuscita a trovare una ricotta così.

 

Della ricottara mi affascinava l’abilità con cui camminava con la cesta in testa, io all’ epoca ero perennemente con le ginocchia sbucciate, lei riusciva a camminare con quella cesta, si fermava a parlare, riprendeva il cammino… tutto con disinvoltura.

 

La ricotta, la cesta, i suoi sapori… immagini e profumi che raccontano un mondo in bianco e nero dal quale è nato quello di oggi, a colori e virtuale. ma che non può fare a meno di ricordare e sapere da dove viene…