Indiscreto – Buschini “il monnezza”, l‘aperitivo di Antonello, l‘eroico spaghetto…

“IL MIO MONNEZZA”

Si erano parlati nei giorni scorsi. Oggi più a lungo. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ed il suo assessore ai Cassonetti Mauro Buschini hanno fatto una lunga passeggiata insieme. L’occasione l’ha fornita l’Appia Day: seconda edizione della manifestazione che apre i monumenti disseminati sull’antica consolare romana per animarli con spettacoli, passeggiate e pedalate.

Zingaretti si è presentato in maniche di camicia, Buschini in giacca ma senza cravatta. Saluti non di circostanza all’inizio, qualche scambio di battute, poi il governatore e l’assessore si sono avviati lungo uno dei percorsi. Ed hanno parlato. E’ stata la conversazione più lunga dal giorno in cui ebbero una ‘profonda divergenza‘ a proposito delle Primarie Pd: Zingaretti con Orlando e Buschini con Orfini-Renzi nonostante le aspettative del governatore. (leggi qui)

Lungo il percorso, sono stati attenti ad evitare che ci fossero orecchie indiscrete che potessero sentire. Al termine della passeggiata però, arrivati di fronte ai giornalisti, Zingaretti ha definito simpaticamente Buschini “Il mio monnezza“.

 

 

L’APERITIVO DI ANTONELLO

 

La settimana scorsa è stato a cena con Massimiliano Mignanelli (Alternativa Popolare), Riccardo Roscia (Alternativa Popolare) ed altri amici di area. (leggi qui) A distanza di pochi giorni, l’ex bi deputato, ex bi consigliere regionale, ex assessore regionale, ultimo presidente della provincia di Frosinone eletto pre riforma Delrio Antonello Iannarilli (Forza Italia) è andato a prendere un aperitivo a Frosinone. Al bancone era con Ernesto Tersigni (Alternativa Popolare) e Michele Mele (Alternativa Popolare). «Nulla di politico», giurano: esattamente come la cena della volta scorsa. Ora pare che Iannarilli sia andato solo a salutare la sua amica ministro Beatrice Lorenzin, che conosce dall’epoca in cui lei era freschissima presidente del movimento giovanile azzurro. Lorenzin… ah si: Alternativa Popolare. Qualcuno già sogna che si possa ricostruire l’accoppiata Antonello Iannarilli – Alfredo Pallone che una decina di anni fa centrò tutti i risultati elettorali, dalla Provincia all’Europa.

 

 

 

LO SPAGHETTO DEL PRESIDENTE

 

Lo hanno incontrato e lo hanno riconosciuto. Ed hanno voluto che si accomodasse a tavola con loro. L’eroico presidente dell’indomita Comunità Montana di Arce (pervicace alla liquidazione) Gianluca Quadrini ha accettato di buon grado. E’ accaduto qualche sera fa in un ristorante della provincia di Frosinone. Per non abusare dell’ospitalità, il presidente ha accettato «solo un piatto di spaghetti, per stare in compagnia».

Il metre, assiduo lettore di queste corrispondenze su Alessioporcu.it, avendo ben chiare le porzioni, non ha voluto essere da meno. A tutti i commensali ha servito il piatto. Mentre all’eroico presidente ha consegnato direttamente il vassoio. Ed anche questo è stato apprezzato.

 

 

IL GUFO PRESIDENTE

Ha invitato il presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone Luigi Vacana al suo compleanno. Ma gliene incolse al funzionario dell’Ater che l’altra sera ha avuto l’infelice idea di organizzare la tavolata ristrettissima: il presidente Luigi Vacana, il filosofo Biagio Cacciola, l’ex assessore provinciale Oreste Della Posta (l’accademia delle Scienze ne ha chiesto il corpo, è tra gli ultimi Comunisti ancora in circolazione), un collega d’ufficio, le rispettive signore.

Al termine della cena, il presidente Vacana si è esibito nella declamazione di alcune liriche, l’approfondimento di vari temi filosofici a sfondo religioso. A mano a mano, i commensali si accomiatavano. Lasciando il festeggiato e Vacana. Che scriveva sulla sua bacheca “La serata non è ancora finita”.

In realtà, tutto faceva parte di uno scherzo diabolico: conoscendo la propensione del festeggiato ad andare presto a letto, l’hanno lasciato nelle mani di Luigi Vacana che notoriamente dorme pochissimo e quando va sotto le lenzuola lo fa molto tardi. Morale della favola: alle 4 del mattino, il titolare della terza osteria in cui avevano trovato ristoro, con garbo ha ricordato: «Signori, dovremmo chiudere».  Per la gioia del festeggiato, ormai in preda ai deliri. Scherzo riuscito.

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