A Cassino in Consiglio vanno di scena ‘i frocetti’

Scintille in Aula sulle mozioni. Il mattatore è stato De Sanctis. Che ha accusato la maggioranza "di fare come i frocetti". Ed al sindaco "di essere nato a Sant'Angelo altrimenti si dimetteva”

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

I Consiglieri di maggioranza? Sono “come i frocetti”. Toni alti e parole fuori luogo: ancora una volta nel Consiglio comunale di Cassino le parole sono state sopra le righe e non è mancato il solito folklore. Dal punto di vista politico l’assise ha confermato la compattezza della maggioranza e la scarsa sinergia tra i Consiglieri di opposizione, nuovamente in ordine sparso.

La seduta di oggi è andata così: domani si bissa e calerà il sipario sui Consigli comunali del 2021. Il prossimo anno l’auspicio è di tornare in una rinnovata sala Di Biasio, norme anti Covid permettendo.

Renato il mattatore

Enzo Salera

Il mattatore della giornata è stato il Consigliere Renato De Sanctis, fino a qualche mese fa alleato della maggioranza ed ora alfiere dell’opposizione. Ha avuto lo scenario quasi tutto per lui, vista l’assenza di Salvatore Fontana (civici) e di Franco Evangelista (FdI).

Il leader del movimento “No Acea” si trova a suo agio nel nuovo ruolo. Ci si è calato da quando ha strappato lo scorso autunno il patto programmatico con Enzo Salera. Troppe, a suo dire, le promesse non mantenute in favore dell’acqua pubblica.

E così da qualche settimana si è accomodato tra i banchi dell’opposizione senza risparmiare critiche. Fatte in modo diretto. Come avvenuto oggi quando ha etichettato come “frocetti” i consiglieri della maggioranza che chiedevano a De Sanctis di modificare la mozione sull’emergenza abitativa in città Erano disposti a votarla. Ma il documento partiva da un presupposto: il fatto che in due anni e mezzo l’amministrazione nulla aveva fatto per risolvere il problema.

Alla richiesta della maggioranza di votare il testo senza quell’incipit, Renato De Sanctis ha risposto in pubblico Consiglio comunale: “La vostra supponenza fa in modo che rigettate una mozione su cui siete d’accordo perchè c’è un incipit che vi dà fastidio: come i frocetti, ci dà fastidio!”.

Il sindaco non è un lord

Enzo Salera

Prima ancora aveva abbandonato l’Aula in polemica con Enzo Salera. “Se avesse avuto un’educazione anglosassone il sindaco si doveva dimettere, invece siccome è nato a Sant’Angelo non si dimette: questa è la verità”.

Un altro scontro molto acceso ha visto protagonista la capogruppo di Forza Italia Francesca Calvani e la presidente del Consiglio Barbara Di Rollo. La forzista si era recata al microfono per una dichiarazione di voto, Di Rollo l’ha redarguita spiegandogli che doveva chiedere la parola. Uno scontro che ha portato il presidente dell’Aula a chiedere di interrompere la diretta streaming.

A portare la pace tra le due è stato il nuovo Segretario comunale che proprio oggi ha fatto il suo esordio in Consiglio. E poi il sindaco Salera che al momento dello scontro si era momentaneamente allontanato. Ha gettato acqua sul fuoco: “Non vi posso lasciare un attimo da soli che vi trovo a litigare!”.

Le inchieste di Gino e quelle di Leone

Benedetto Leone

L’assise è proseguita riconoscendo una serie di debiti fuori bilancio, cioè spese fatte d’urgenza e che non erano state previste. Li ha votati dalla sola maggioranza.

Infine, dai banchi dell’opposizione, è salito in cattedra Benedetto Leone. Aveva presentato una mozione con Salvatore Fontana e Giuseppe Golini Petrarcone, ma si è trovato da solo ad illustrarla. Chiedeva, nei fatti, le dimissioni del neo consigliere provinciale Gino Ranaldi dall’organo di controllo di AeA per quel che riguarda la gestione del depuratore Cosilam finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura.

Il capogruppo del Pd per tutta risposta ha rispolverato le inchieste che hanno riguardato Benedetto Leone. A quel punto è intervenuto il sindaco Salera, redarguendo entrambi i consiglieri: “In quest’Aula non si parla di Giustizia, c’è un Palazzo poco distante dove poter affrontare questi argomenti, qui parliamo di politica”.

La strada per Gino

E a proposito di politica, Leone ha chiesto di intitolare una strada o un luogo pubblico a Gino Strada. Dalla maggioranza è stato fatto presente che tale proposta non poteva essere accettata perché c’è una commissione ad hoc deputata alla toponomastica. Cassino ha rischiato di passare alla storia come la città che rinnega l’intitolazione di una strada a Gino Strada.

Il consigliere Leone ha mostrato grande maturità cercando una soluzione insieme alla maggioranza per modificare la sua proposta: alla fine è stato dato mandato al sindaco di portare la proposta in Commissione e la maggioranza ha quindi evitato in extremis un autogoal.

Oggi si bissa: il Consiglio comunale è chiamato a dare il via libera alla Rigenerazione Urbana: certamente uno dei traguardi più importanti di questo primo tempo di amministrazione. La prossima settimana la conferenza stampa del Sindaco in cui si traccerà il bilancio del 2021 e dei primi 30 mesi al governo della città.