E la maggioranza finì sotto

Il Consiglio Comunale di Sora registra una nuova defezione nella Maggioranza del sindaco Roberto De Donatis. Fratelli d'Italia non vota sulla piazza alle marocchinate. Lo scontro con il M5S.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Consiglio comunale al cardiopalma ieri sera a Sora. La maggioranza va sotto sulla Polizia locale, si spacca pure sulla mozione in ricordo delle vittime delle marocchinate ed è costretta anche a ritirare il quinto punto, piano di vendita delle case popolari. L’adeguamento al regolamento regionale per uniformi, gradi e segni distintivi passa con soli sette voti. Ma mancano i numeri per l’immediata esecutività. Si astengono Francesco De Gasperis e Natalino Coletta. Il primo dei due ha addirittura la delega alla Polizia Locale.

Tensione evidente

Lino Caschera ed Ernesto Tersigni

Tensione evidente fin dall’inizio. Circolavano pronostici sulla eventualità che il sesto punto venisse ritirato. Riguarda il “Regolamento Corpo Polizia Locale come adeguato al regolamento regionale con deliberazione di Consiglio comunale numero 44 del 30 luglio 2018. Modifica”.  Era stato ritirato già altre volte nelle precedenti sedute. Ed era trapelato anche il motivo: non tutta la maggioranza era d’accordo. Ieri sera si è avuta la conferma.

Ore 18.29, il presidente del Consiglio Comunale Antonio Lecce annuncia l’inizio dei lavori ma in aula mancano molti consiglieri di maggioranza. Il consigliere di minoranza Ernesto Tersigni fa una battuta: “Forse non hanno i numeri”.  Ma è veramente una battuta oppure ha avuto sentore di qualcosa? Più tardi c’è chi chiede al presidente del Consiglio se per caso ci sia in programma il ritiro di qualche punto. “Finora no” risponde.

La scollatura della maggioranza si registra già al terzo punto. Riguarda una “mozione presentata dai consiglieri Maria Paola D’Orazio e Serena Petricca avente ad oggetto Intitolazione di una strada, piazza o parco cittadino e organizzazione iniziative in ricordo delle vittime delle marocchinate. Richiesta di istituzione di una giornata della memoria per le vittime delle marocchinate”.

Petricca illustra la mozione. Tutti si dicono favorevoli. Il consigliere Valter Tersigni solleva la questione del rinnovo della commissione Toponomastica che si dovrebbe occupare di dare indicazione su quale piazza o strada intitolare. Il sindaco De Donatis si dice d’accordo e chiede di riproporre il punto previo rinnovo della commissione.

A questo punto però il consigliere di opposizione Serena Petricca lo prende in contropiede proponendo un emendamento alla mozione. E viene approvata. Ma senza i tre voti di Fratelli d’Italia.

Doppio scollamento

Il Consiglio Comunale di Sora

In pratica: una parte della maggioranza non ha votato a favore dell’emendamento. E non solo. Fratelli d’Italia non ha votato a favore di un tema che è sempre stato uno dei suoi cavalli di battaglia nazionali: la memoria delle marocchinate.

Un brutto colpo. Al punto che il vice capogruppo consiliare Massimiliano Bruni si è sentito in dovere di spiegarne i motivi. “Ho chiesto il ritiro del punto. Ci sono altre richieste, tutte legittime. Fratelli d’Italia ha presentato una richiesta per i martiri delle foibe. Quindi sarebbe opportuno ritirare tutto, convocare la commissione e poi procedere”.

Su questo tema c’è stato uno scontro frontale tra Fratelli d’Italia ed il Movimento 5 Stelle.

Si è innescato quando il consigliere comunale grillino Fabrizio Pintori è intervenuto sul punto. Ha premesso che “la guerra porta orrore e vittime, spesso innocenti. Che “le persone buone e cattive stanno in tutti gli schieramenti e che questi fatti devono servire per far riflettere, soprattutto i giovani”. E “non ci possono essere morti di serie A e morti di serie B”.

Nessuno gli fa notare che l’Italia è una Repubblica democratica, nata dall’antifascismo. Ma tant’è.

La difesa di FdI

Massimiliano Bruni

Il paradosso vuole che a contestare sia Massimiliano Bruni, esponente di Fratelli d’Italia. Che con i movimenti di Liberazione nazionale ha storicamente poco a che vedere.

L’iniziativa è lodevole – la premessa di Bruni – ma mi occorre l’obbligo di ricordare che nel novembre 2018 il senatore Massimo Ruspandini presentò al Senato della Repubblica la richiesta di istituire una commissione di inchiesta. Mirava a fare chiarezza su una grave vicenda storica ancora offuscata da tante ombre. Iniziativa bocciata dal tuo Partito che è al governo, caro consigliere Pintori. Quindi questa decisione ha evidenziato il contrario di quanto tu sostieni ossia che i morti di serie A e di serie B ci sono”.

Ormai la Storia è assoggettata alle esigenze politiche del momento. Nessuno interrompe i due obiettandogli cose che in altri tempi sarebbero state ovvie. E allora Massimiliano Bruni prosegue. “Proprio perché FdI è estremamente sensibile a questa vicenda il senatore Massimo Ruspandini nel novembre 2019 ha presentato una proposta di legge per istituire una giornata a favore delle vittime delle truppe marocchine in Italia. Ed è ancora sul tavolo del Senato. Perché portare un’altra proposta?”

Vecchie ruggini

Tra Bruni e Pintori non è la prima volta che si battibecca in Aula. Lo avevano già fatto qualche seduta consiliare fa, quando il Consigliere del Movimento 5 Stelle Fabrizio Pintori aveva presentato una mozione per discutere della sede del Commissariato di Polizia a Sora. Il leader di Fratelli d’Italia lo aveva attaccato frontalmente facendogli notare che al governo nazionale ci sono quelli del suo Partito.

Ieri è avvenuto di nuovo.

Sora, la campana del Consiglio Comunale

Piccata la replica di Pintori: “Nel 2018 c’era la Lega al governo con i 5 Stelle. Chieda a loro, visto che ora sono alleati di FdI. E comunque anche se qualcuno dei  5 Stelle ha sbagliato se ne assumerà le responsabilità. Nessuno si tira indietro”.

Bruni prova a ribattere ma il suo microfono non funziona. Arrivano battute scherzose dai banchi dell’opposizione: è il segno che è meglio non replicare. Ma Pintori lo invita: “vieni a parlare qui vicino a me”.

Bruni attraversa l’aula, Pintori gli fa posto e Bruni dal suo microfono gli replica: “Non serve buttarla in caciara. C’era la Lega ma c’eravate anche voi. Nel 2018 e nel 2019. E ci siete anche ora”. E a proposito di errori da riconoscere Bruni affonda: “Non serve che sia tu a evidenziare gli sbagli dei 5 Stelle perché hanno già cominciato a farlo gli elettori”.

La questione si chiude con 11 voti favorevoli fra maggioranza e opposizione e 3 voti di astensione da parte del gruppo di Fratelli d’Italia: Antonio Lecce, Simona Castagna e Massimiliano Bruni.

Scontro sulle case popolari

Scontro al vetriolo anche sul quinto punto: la vendita degli alloggi popolari.

Dopo una serie di contestazioni arrivate dal consigliere di opposizione Valter Tersigni sulla incongruenza circa il numero degli alloggi da vendere, seguite a una dettagliata relazione della consigliere delegata Simona Castagna, si decide di ritirare il punto per correggere alcuni refusi. Intanto il tema aveva già incassato il placet di Maria Paola D’Orazio dai banchi della minoranza “per l’ottimo lavoro svolto in un settore che da tempo necessitava di interventi”.

Torna in Consiglio domani alle 18.

Ko sulla Polizia Locale

Natalino Coletta

Arriva il momento della discussione sulla Polizia Locale. La delibera doveva servire ad adeguare il regolamento cittadino a quello regionale. Già nel 2018, nel recepirlo, erano state apportate modifiche poco opportune. Almeno tre volte era stato già ritirato dall’ordine del giorno.

Ieri sera è arrivato al voto. E i nodi sono venuti al pettine. La prima stranezza è emersa subito, quando a illustrare il punto è stato il sindaco Roberto De Donatis. E non invece De Gasperis, delegato proprio alla Polizia locale.

Non sono mancati interventi della minoranza volti a sottolineare che l’errore era stato già fatto nel 2018. E’ stato poi l’ex sindaco Ernesto Tersigni a dire che ci sono anche altre modifiche da correggere. La stessa cosa l’aveva fatta notare poco prima in camera caritatis qualche consigliere di maggioranza. 

Le modifiche recepite ieri sera dovrebbero servire a evitare anche un aggravio di spese da corrispondere come indennità ad alcuni vigili proprio come conseguenza di modifiche che nel 2018 erano state fatte al regolamento regionale. In sostanza dove stava il problema? Si sarebbero avuti una serie di generali senza esercito.

E’ stato al momento del voto che è scattata la prova di forza. I due voti di astensione dai banchi della maggioranza hanno impedito l’immediata esecutività della delibera. Che comunque è passata. Con sette voti. A non alzare la mano sia Coletta che De Gasperis. In quanto al primo c’era da aspettarselo visto che nel 2018 non partecipò alla votazione. “Mi sono astenuto per coerenza con la posizione avuta nel 2018 ”.

E De Gasperis?

Alessandro Mosticone

La vera anomalia sta invece nella posizione di De Gasperis. Nel 2018 aveva addirittura relazionato e ieri sera, da delegato alla Polizia locale, non solo non ha proferito parola sull’argomento ma addirittura si è astenuto.

Una posizione personale: forse perché non voleva quelle modifiche?. O è stato un altro segnale da parte del gruppo del “Tartufo”: il patto confederativo fra lo stesso De Gasperis, Caschera e Mosticone, all’indirizzo del sindaco e di altri gruppi consiliari?   (leggi qui Il Patto del Tartufo è servito: Mosticone – De Gasperis – Caschera uniti al voto).

Subito dopo il voto il consigliere Fabrizio Pintori ha chiesto la verifica della maggioranza. La segretaria comunale ha appurato che per l’approvazione basta la maggioranza relativa. Ossia la maggioranza dei presenti in aula. Quindi la modifica è stata approvata. Ma per l’immediata esecutività occorre invece la maggioranza qualificata. Ossia la maggioranza dei componenti del Consiglio comunale.

Il gioco di Serena

Era già accaduto il 23 dicembre 2019 in occasione del Consiglio sul passaggio alla gestione diretta della farmacia. Quella volta a non presentarsi in aula, impedendo l’immediata esecutività delle delibere, con tutte le conseguenze connesse, era stato Alessandro Mosticone. Approfittando dell’assenza di Floriana De Donatis.  Si tratta di casi sporadici o di una chiara strategia per tenere alta la tensione politica a Sora?

Causa un attacco di tosse poco prima del sesto punto la consigliera di Forza Italia Serena Petricca aveva lasciato l’aula. Inoltre già dall’inizio erano assenti Antonio Farina, Augusto Vinciguerra e Luca Di Stefano.

Sarebbe bastata già la presenza di Serena Petricca per far mancare i numeri per l’approvazione. Cose che capitano, in questa stagione.