AGC Automotive pronta a investire “Ma tagliate i costi elettrici”

Dopo Stellantis anche un altro colosso dell'Automotive pone la questione dei costi energetici nell'area del Cassinate. AGC Automotive valuta dove investire in Europa. Ma prima occorre rivedere la politica energetica

«Noi potremmo anche prendere in considerazione l’ipotesi di investire su questo territorio, ma dovete capire che qui l’energia ci costa infinitamente più che altrove. Incide in maniera sensibile sul prezzo finale del prodotto». I vertici di AGC Automotive, il colosso mondiale dei vetri per automobili, lo hanno detto nelle ore scorse al presidente del Cosilam Marco delle Cese ed ai rappresentanti di Unindustria, accompagnati dal sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco.

La musica è la stessa intonata nei mesi scorsi dall’amministratore di Stellantis: nel polo dell’Automotive del cassinate c’è tutto: lavoratori capaci, linee di produzione moderne, organizzazione efficiente. Ma i costi sono troppo alti e non sono quelli per gli stipendi del personale.

La mia casa è il mondo

Una delle sedi di AGC (Foto: AGC Europe)

Per capire di chi parliamo bisogna percorrere all’indietro la strada che finisce nello stabilimento AGC di Roccasecca.

L’impianto fa parte di A.G.C. flat glass Italia insieme allo stabilimento di Cuneo, dove c’è il quartioer generle italiano. È il ramo nazionale del gruppo europeo AGC Glass Europe che fino a qualche tempo fa era più noto con il nome Glaverbel; che si affianca al ramo americano della AFG Industries. Risalendo l’intreccio di società si arriva in giappone alla Asahi Glass Co. Ltd che è uno dei fiori all’occhiello del gruppo Mitsubishi.

Per rendersi conto di chi è Asahi Glass Co. basta sapere che le sue scelte industriali influenzano l’industria mondiale del vetro. È una realtà che fa del green la sua filosofia industriale, investe molto in ricerca di nuovi materiali: suo è il moderno fluoropolimero con cui sono state realizzate le lamine che rivestono l’Allianz Arena nel quale gioca il Monaco.

Gli interessi AGC su Cassino

Foto: AGC Europe

AGC Automotive fornisce cristalli di alta qualità per i modelli di auto prodotti a Cassino Plant. L’azienda vuole capire quale ruolo giocherà lo stabilimento Stellantis nel futuro scacchiere mondiale della Mobilità Sostenibile. La sceltà di Power4Future (Gruppo Fincantieri) di realizzare nell’area industriale Cosilam la prima GigaFactory nel Lazio “equivale ad avere un giacimento di petrolio dentro casa” per usare le parole dette la settimana scorsa dal presidente di Unindustria Cassino Francesco Borgomeo. (Leggi qui La sfida degli industriali: 100 milioni sull’area Stellantis).

La presenza di AGC a Roccasecca non è in discussione. Ma sono in ballo i progetti di investimento in Italia per la nuova mobilità sostenibile: il colosso multinazionale è pronto a considerare la possibilità di impegnarsi. Ma non se l’energia ha questi costi. (Leggi qui Politici senza gloria: su Stellantis e Reno solo chiacchiere).

Il presidente Marco Delle Cese ha detto che sono in fase di studio alcuni progetti per ricavare energia dai rifiuti, sulla base di quello che prevede il Piano Nazionale di Resilienza.

Il vertice di Ugl

A pochi chilometri di distanza il sindacato Ugl si è riunito per affrontare la questione Stellantis. Ha assunto una posizione del tutto diversa da quella emersa nel corso della Consulta dei sindaci del Cassinate riunita la scorsa settimana.

Il direttivo di Ugl Metalmeccanici

Il segretario Ugl Metalmeccanici Gerardo Minotti ed il responsabile Stellantis Mario Cavacece hanno sostenuto che «la sola Maserati Grecale non basta, occorrono altri segmenti ad alto volume se si vuole davvero tenere aperto lo stabilimento». La questione dei costi energetici di Cassino Plant sollevata dal Ceo Carlos Tavares? Non pervenuta.

Per Ugl è sbagliato concentrarsi sulle auto elettriche. «Oggi – dicono i due sindacalisti UGL – tutti si riempiono la bocca parlando di elettrificazione come il futuro dell’automotive. Noi pretendiamo che si parli invece del presente e che qualcuno si faccia carico dei problemi attuali degli addetti i quali oggi hanno bisogno di stipendi più alti e di certezze per arrivare a fine mese». Nessuno li ha avvertiti che lo stop alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035 è stato ufficialmente inserito nel pacchetto clima presentato a luglio della Commissione europea. 

L’obiettivo sarà raggiunto gradualmente e sarà accompagnato dalla creazione di un nuovo mercato della CO2 per il trasporto su gomma e per gli edifici. Gli introiti finiranno in un fondo sociale per il clima dal valore stimato di 70 miliardi in 7 anni.